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che spese l'intera vita a maggior gloria della patria e al benessere della famiglia, atten-
dendo al governo della cosa pubblica non meno che ai traffici, ma trovando anche il
tempo per coltivare gli studi e le arti belle. Non contento di lasciare ai nipoti un ricco
patrimonio accresciuto per virtù propria, Gabriele Vendramin legava loro morendo
questi aurei consigli che ancor oggi dovrebbero essere il viatico di ogni buon veneziano:
« ...vi exorto ancora che seguir dobiate nel corso de la vita vostra quelli unichi tre modi
che seguendoli et la famiglia et la patria votra siate per esaltare, il primo che vi adope-
rate nela navigatione, et cum tuto l'inteleto vostro la militia marittima, studiatela et
Giovanni Bellini: dittico della Galleria Liechtenstein — Vienna.
abrasatela; il secondo non abandonate il studio dele lettere; il terzo esercitate la mer-
chantia et non mandiate al debito vostro ».
Di lui parlano del resto con grandi elogi numerosi scrittori del suo tempo, primo
fra tutti il Serbo, Antonfrancesco Doni che lo chiama « gentiluomo veramente cortese,
naturalmente reale ed ordinariamente mirabile d'intelligenza, di costumi e di virtù »;
Enea Vico, il Goltzius, il Sansovino, lo Scamozzio; e tutti rammentano con parole di
ammirazione, le sue raccolte che il Doni dice e tesoro di anticaglie stupende, disegni divini
dalla sua magnificenza raccolti con ispesa, fatica ed ingegno »; mentre l'Anonimo Mo-
relliano aveva enumerato nei suoi celebri appunti parecchi quadri, disegni e marmi di
maggior pregio, alcuni dei quali sono stati illustrati dal Frizzoni e dal Frimmel. Fino
ad oggi però non si conoscevano maggiori particolari su questo insigne Museo, il cui
preciso catalogo una fortunata scoperta nell'Archivio dei Vendramin posseduto dall'av-
vocato Marigonda di Venezia, mi ha permesso di pubblicare. 1
Scorrendo questo inventario non si può fare a meno di rivolgere il pensiero a Ga-
briele Vendramin; è incredibile come egli sia riuscito a raccogliere un così gran numero
1 Nuovo Archivio Veneto, N. S., voi. XXXIX, 1920.
che spese l'intera vita a maggior gloria della patria e al benessere della famiglia, atten-
dendo al governo della cosa pubblica non meno che ai traffici, ma trovando anche il
tempo per coltivare gli studi e le arti belle. Non contento di lasciare ai nipoti un ricco
patrimonio accresciuto per virtù propria, Gabriele Vendramin legava loro morendo
questi aurei consigli che ancor oggi dovrebbero essere il viatico di ogni buon veneziano:
« ...vi exorto ancora che seguir dobiate nel corso de la vita vostra quelli unichi tre modi
che seguendoli et la famiglia et la patria votra siate per esaltare, il primo che vi adope-
rate nela navigatione, et cum tuto l'inteleto vostro la militia marittima, studiatela et
Giovanni Bellini: dittico della Galleria Liechtenstein — Vienna.
abrasatela; il secondo non abandonate il studio dele lettere; il terzo esercitate la mer-
chantia et non mandiate al debito vostro ».
Di lui parlano del resto con grandi elogi numerosi scrittori del suo tempo, primo
fra tutti il Serbo, Antonfrancesco Doni che lo chiama « gentiluomo veramente cortese,
naturalmente reale ed ordinariamente mirabile d'intelligenza, di costumi e di virtù »;
Enea Vico, il Goltzius, il Sansovino, lo Scamozzio; e tutti rammentano con parole di
ammirazione, le sue raccolte che il Doni dice e tesoro di anticaglie stupende, disegni divini
dalla sua magnificenza raccolti con ispesa, fatica ed ingegno »; mentre l'Anonimo Mo-
relliano aveva enumerato nei suoi celebri appunti parecchi quadri, disegni e marmi di
maggior pregio, alcuni dei quali sono stati illustrati dal Frizzoni e dal Frimmel. Fino
ad oggi però non si conoscevano maggiori particolari su questo insigne Museo, il cui
preciso catalogo una fortunata scoperta nell'Archivio dei Vendramin posseduto dall'av-
vocato Marigonda di Venezia, mi ha permesso di pubblicare. 1
Scorrendo questo inventario non si può fare a meno di rivolgere il pensiero a Ga-
briele Vendramin; è incredibile come egli sia riuscito a raccogliere un così gran numero
1 Nuovo Archivio Veneto, N. S., voi. XXXIX, 1920.