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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 1
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Lavagnino, Emilio: L' Architetto di Sisto IV
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0037

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L'ARCHITETTO DI SISTO IV

11

originario della chiesa e del palazzo prima che la
famiglia Colonna modificasse quella parte dell'edi-
ficio che è sulla destra de! tempio e che quest'ul-
timo tosse svisato, anche all'esterno, dai restauri
del xvin e xix secolo.

Chiesa e palazzo nella originaria architettura
pontelliana formavano un solo organismo. Un dop-
pio ordine d'arcate, di cui il superiore oggi chiuso,
congiungeva le due ali della casa cardinalizia che,
severe e massiccie, formavano quasi un baluardo
all'ingresso della chiesa.

Come nella facciata dei SS. Apostoli cosi nel
palazzo lavorò il Pontelli; infatti se facilmente

Fig. 8. — Roma, Chiesa di S. Pietro in Vincoli:
11 portico.

possiamo riconoscere le caratteristiche della sua
architettura nel porticato della chiesa, tali carat-
teristiche ci appaiono ancora nel cortile dell'edi-
ficio che sorge alla sua sinistra, ove, sia nelle sa-
gome delle arcate, sia nei capitelli identici agli
altri del secondo ordine del portico esterno, rive-
diamo la mani) di Baccio. Oggi l'ala destra del pa-
lazzo, da tempo antichissimo proprietà dei Colonna,
è completamente trasformata in seguito a sette-
centeschi restauri, mentre l'ala sinistra, all'esterno
ed in qualche sala dell'interno, conserva l'impronta
pontelliana. Ma il cortile che, come ho detto,
rispecchia evidentissime le forme di Baccio, è la
parte che maggiormente ha sofferto: sconciamente
chiuso, è stato ridotto a sala del Circolo Militare,
dal centro, è stato tolto un magnifico vaso antico,
e dalle pareti le belle targhe con l'Arme di Giuliano
della Rovere.1

Simile alla parte inferiore del portico dei SS.
Apostoli è l'altro della chiesa di S. Pietro in Vin-

1 Domenico Gnoli, La Cancelleria ed altri palazzi dì
Roma attribuiti a Bramante, in Arch. Storico dell'Arte,
anno V, fase. V.

coli, ove le forme di Baccio Pontelli ci si ripre-
sentano ingentilite ed affinate, quanto poteva con-
sentirlo il carattere della sua architettura, in un
desiderio di maggiore eleganza; i pilastri sono meno
tozzi, i capitelli lavorati più accuratamente, le
modanature segnate con maggior regolarità. Il
portico è stato nel suo interno posteriormente re-
staurato: vi rimane tuttavia opera di Baccio la
porta principale d'ingresso alla chiesa, con gli
stemmi di Sisto V e del nipote Giuliano.

Con l'esame di tali opere si spiega ancora la
esattezza della notizia dataci dal Vasari sui riguardi
di Ponte Sisto, rifatto quasi completamente dal
Pontelli, e « che fu tenuto opera eccellente per
averlo fatto Baccio si gagliardo di spalle e cosi
ben carico di peso ch'egli è fortissimo e benissimo
fondato » La frase dello storico aretino che mirabil-
mente caratterizza il bel ponte fatto costruire dal
papa Della Rovere, bene si adatta non solo a tale
lavoro ma a tutti gli edifici costruiti in Roma dal
fiorentino.

Il Vasari, come abbiamo detto, dà ancora a
Baccio la chiesa ed il Convento di Santa Maria del
Popolo; tuttavia noi dobbiamo osservare che, se la
cupola a forma ottagonale ed il campanile con le
bifore rosselliniane — per quanto restaurati e ri-
maneggiati — ci richiamano a forme primitive del
Pontelli, la facciata ce ne allontana. In essa, se si
fa eccezione degli orecchioni berniniani che raccor-
dano le parti laterali dell'edificio a quella centrale,
notiamo una perfetta misura, un eleganza raffi-
nata, un ritmo armonioso riflettersi sinanco nella
maniera con cui son collocate le due tabelle re-
canti la iscrizione di Sisto IV ai lati della porta cen-
trale, le quali non possono assolutamente persua-
derci che essa sia opera di Baccio.

Ad ogni modo l'attribuzione a Meo del Caprino
per tale facciata, che per primo propose il Milanesi,
non può ugualmente essere accettata. La linea ge-
nerale ed i particolari decorativi della disorganica
facciata torinese, opera sicura di Meo, ci portano
a ben diverse conclusioni nei riguardi di questo scal-
pellino che certo nulla ha a che fare col ritmo
perfetto dominante nella fronte di Santa Maria del
Popolo. F. perfino quei capitelli bassi, a cesto, che
notiamo nella costruzione romana, nessuna rela-
zione hanno con gli altri piuttosto allungati della
facciata torinese.

Tuttavia nell'interno "della chiesa, per una certa
greve pesantezza delle modanature, dei peducci e
dei capitelli, possiamo sospettare che effettiva-
mente come nel campanile e nella cupola, anche qui
si debba vedere la mano del Pontelli; ma la chiesa è
talmente restaurata che la sua originaria fisonomia
s'è venuta mutando vietandoci un giudizio sicuro.
Il Vasari, a proposito dell'interno del tempio, dice
 
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