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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 2
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Bollettino Bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0153

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

I. - Teorie, critica dell'arte.

Giorgio Sangiorgi. Colore e stile nelle stoffe an-
tiche. Dalla Rassegna Italiana, Roma, 1919,
in 8°, pag. 13.

L'A. accenna allo svolgersi, attraverso i tempi, della sen-
sibilità cromatica nei vari popoli, che trova il suo culmine
nel medio evo, i cui smaglianti tessuti segnano l'apogeo del
colore. Nei motivi ornamentali delle stoffe egli scorge al-
trettanti motivi lirici e ritmici, ispirati dalla poesia e tal-
volta anche dal canto.

E rievoca a questo proposito le ispirazioni che trassero
dalle visioni di magici tessuti il poeta cinese Wang Ci-fu, il
D'Annunzio, il Poe e il Baudelaire.

Non studio critico, ma piacevoli pagine, che esaltano il
fascino emanante dalle vecchie stoffe consunte.

AM. O.

Isabella Errerà, Une esquisse de l'histoire des
tissus. Extrait du Flambeau, n. 6, 1922, Bru-
xelles, in 8°, pag. 24.

L'autrice delle note importanti pubblicazioni sui tessati
e i ricami antichi e moderni analizza, in questo schizzo
storico, l'evoluzione delle stoffe dai tempi più remoti ai
nostri giorni. Con rapidi cenni storici e artistici passa in
rassegna gli antichissimi tessuti dei Faraoni, i lini e le lane
greche, le stoffe copte dell'Egitto cristiano, le sete e i broc-
cati della Cina, del Giappone e della Crimea, i tessuti del
periodo sassanide, rappresentati nei musaici e nei bassori-
lievi. In base a un breve esame di documenti dell'epoca assi-
stiamo allo svolgersi e al fiorire del commercio della seta
sotto Giustiniano e poi in Ispagna, al tempo dei Mori, in
Sicilia, rigoglioso centro produttore, in Toscana e a Venezia.

Un tipo a sè presentano le graziose tele alla perugina,
bianche a bande azzurre, riprodotte nei quadri del Rinasci-
mento, di gusto, direi quasi, squisitamente moderno.

In Francia e in Inghilterra, a datare dal xiv secolo, l'A.
segnala il trionfo dei velluti di seta a ornati d'oro e d'ar-
gento, d'ispirazione sfarzosamente orientale, che si diffon-
dono a Venezia e a Genova, le città marinare più diretta-
mente a contatto con l'Oriente. Ricorda il furoreggiare dei
motivi cinesi sotto Luigi XV, il rifiorire di motivi classici,
tratti dagli scavi pompeiani, sotto l'Impero, e il nuovo soffio
vivificatore portato nell'arte inglese e francese dalla scuola
preraffaellita. Infine l'A. deplora, a ragione, la decadenza
dello stile moderno, dai Secessionisti austriaci e dalle me-
schine produzioni dei Wiener Werkstdtte, ai tentativi del
cubismo e de] futurismo che, anche in questo ramo dell'arte,
segnano il pervertimento del gusto estetico.

Breve studio, ricco di bibliografia, accurato, specialmente
nei riguardi della produzione francese, corredato di quat-
tordici interessanti riproduzioni, utile, per la sua chiarezza
riassuntiva, a quanti vogliano proseguire nel vasto campo
di studi di cui l'A. è tra le più autorevoli e profonde cono-
scitrici. AM. O.

II. - Arte europea fino all'XI secolo.

Giuseppe Wilpert. Le sculture del Fregio del-
l'Arco trionfale di Costantino. Con VI tavole.
Estratto dal Bull, della Comun. arch.comm., 1922.
Roma, 1923, p. 47.

Col solito profondo acume che lo distingue fra gli studiosi
di archeologia cristiana, mons. Wilpert riprende in questa
pubblicazione l'esame delle sculture del fregio dell'arco di
Costantino, portando un nuovo, notevole contributo alla
loro interpretazione e alla iconografia costantiniana.

11 Wilpert, contro l'opinione di dotti stranieri, riafferma
decisamente la tesi che l'arco sia state effettivamente eretto
in trionfo di Costantino e che le scolture del fregio riguardino
questo imperatore e non altri.

Questa tesi è c> nfermata dal fatto che in quattro dei bas-
sorilievi del fregio manca la testa dell'imperatore. Tale
constatazione, che servi a quei dotti per sviarli dall'esatta
interpretazione, serve invece di base al Wilpert per la dimo-
strazione di ciò che afferma.

Egli sostiene, infatti, che le teste manchino per gli sfregi
compiuti in un tempo in cui il partito pagano aveva il so-
pravvento sopra i Cristiani (reazione cagionata da Sim-
maco, Flaviano Xicomaco ed Eugenio).

Acuta ed esauriente ci appare la conclusione cui l'autore
giunge nell'esame del primo bassorilievo.

In esso egli vede la rappresentazione di una delle vitto-
riose spedizioni asiatiche dell'imperatore Galeno, nelle
quali ebbe parte il giovane Costantino, segnalandosi per
valore ed ardire. E Costantino giovane vede il Wilpert nella
ben conservata e ben disegnata figura dell'ufficiate a cavallo
raffigurato in testa al corteo, mentre nell'imperatore seduto
sulla carruca egli ravvisa Galerio, di cui, a comprova, ri-
porta un'effigie scolpita su moneta, molto somigliante a
quella dell'imperatore vittorioso sulla carruca.

Comunemente, invece, si vedeva in quel personaggio Co-
stantino giovinetto, essendo la figura di proporzioni relativa-
mente più piccole di quelle degli altri personaggi del basso-
rilievo.

Il Wilpert osserva che ciò sarà avvenuto per imperizia
dell'artista che rimase senza maggiore spazio disponibile.
L'osservazione ci sembra molto acuta e che sia, anzi, da con-
 
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