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VITTORIO MOSCHINI
Passiamo piuttosto al bellissimo dipinto dell 'A clo-
razione del Serpente, conservatoci nell'abside (fig. 12).
Dell'altro, pure ivi, con il miracolo di Mosè che
fa scaturire una sorgente, non si può più parlare,
tanto è guasto, specie dopo il restauro.
Questa pittura che rappresenta l'adorazione del
Serpente, è tra le opere più suggestive e più fresche
ardita unità d'intonazione, vero blocco di co-
lore nel quale essi sono plasmati. Dinnanzi ad essi
appare la maestosa figura di Mosè. Di lato e sul da-
vanti si dispongono a semicerchio, venendo ad am-
pliare lo spazio, donne che assistono alla scena e
bellissime figure di colpiti dalla pestilenza, nudi
sintetici vigorosi resi con modernità singolare di
Fig. 12. — C. Giaquinto : // serpente di bronzo.
Roma, Santa Croce in Gerusalemme. (Fot. Sansaini).
del maestro pugliese, che ben poche volte si liberò tinte e di disegno, quello che più vi può essere di
come qui dai motivi del manierismo barocco per contrario alle solite figure manierate di nudi da
darci un quadro veramente moderno sotto ogni porsi in primo piano, che lo stesso Giaquinto molte
aspetto. La scena si svolge in un'aperta campagna, volte usò nelle sue pitture.
in un paese arioso sul quale piove dal cielo, ingombro Qui si va oltre all'effetto decorativo consueto:
di bianche nuvole, un riflesso di luce grigia azzur- si tratta di una vera opera d'arte nel suo più pro-
rina. Sotto un tendone rosso sbiadito si stende la fondo senso, di una delle più moderne pitture del
figura triste del re, sontuosamente vestito di raso nostro Settecento, come intonazione, come pennel-
giallo, presso la nota acuta di un drappo azzurro lata, come senso fantastico,
che manda riflessi su preziosi vasellami in ombra
dalle fantastiche forme. Accanto al re i sacerdoti, Siamo giunti così all'apice dell'arte del periodo
in bianche tuniche, fantasmagorica visione resa con romano del Giaquinto ed abbiamo dato una sinte-
VITTORIO MOSCHINI
Passiamo piuttosto al bellissimo dipinto dell 'A clo-
razione del Serpente, conservatoci nell'abside (fig. 12).
Dell'altro, pure ivi, con il miracolo di Mosè che
fa scaturire una sorgente, non si può più parlare,
tanto è guasto, specie dopo il restauro.
Questa pittura che rappresenta l'adorazione del
Serpente, è tra le opere più suggestive e più fresche
ardita unità d'intonazione, vero blocco di co-
lore nel quale essi sono plasmati. Dinnanzi ad essi
appare la maestosa figura di Mosè. Di lato e sul da-
vanti si dispongono a semicerchio, venendo ad am-
pliare lo spazio, donne che assistono alla scena e
bellissime figure di colpiti dalla pestilenza, nudi
sintetici vigorosi resi con modernità singolare di
Fig. 12. — C. Giaquinto : // serpente di bronzo.
Roma, Santa Croce in Gerusalemme. (Fot. Sansaini).
del maestro pugliese, che ben poche volte si liberò tinte e di disegno, quello che più vi può essere di
come qui dai motivi del manierismo barocco per contrario alle solite figure manierate di nudi da
darci un quadro veramente moderno sotto ogni porsi in primo piano, che lo stesso Giaquinto molte
aspetto. La scena si svolge in un'aperta campagna, volte usò nelle sue pitture.
in un paese arioso sul quale piove dal cielo, ingombro Qui si va oltre all'effetto decorativo consueto:
di bianche nuvole, un riflesso di luce grigia azzur- si tratta di una vera opera d'arte nel suo più pro-
rina. Sotto un tendone rosso sbiadito si stende la fondo senso, di una delle più moderne pitture del
figura triste del re, sontuosamente vestito di raso nostro Settecento, come intonazione, come pennel-
giallo, presso la nota acuta di un drappo azzurro lata, come senso fantastico,
che manda riflessi su preziosi vasellami in ombra
dalle fantastiche forme. Accanto al re i sacerdoti, Siamo giunti così all'apice dell'arte del periodo
in bianche tuniche, fantasmagorica visione resa con romano del Giaquinto ed abbiamo dato una sinte-