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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Sandro Botticelli: due capolavori del Botticelli nel Palazzo dei Principi Pallavicini in Roma - un tondo nella Casa Duveen a Parigi
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0218

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ADOLFO VENTURI

predella di San Barnaba. La nudità grigia di un muro di cinta, rigidamente sagomato
in profili di tutto slancio, forma il fondo, ampio e sgombro, del quadro, anzi parte viva
di esso: due attori compongono il dramma: la donna inconsolabile, la casa inesorabil-
mente chiusa al suo pianto. E subito la magnifica fantasia del genio botticelliano si
manifesta nella disposizione reciproca della figura e dell'edificio: la donna rannicchiata,
in profilo, sull'angolo del banco di pietra; spostato dal centro l'arcone, che nella sua
profondità incanala tutte le forze vive del quadro, tipica dote delle architetture di
Sandro, dalla slanciata rovina del giovanile tondo con VAdorazione de Magi alle gonfie
gementi vele della Calunnia. Se qualche particolare della figura — come la gamba de-
stra un po' grossamente contornata nello scorcio rapido — manca della sottile nervosa

Fig. 2. — Trittico del Botticelli nella raccolta Pallavicini in Roma.

struttura botticeliana, cosa non rara nei veloci quadri di Sandro a piccole ligure (v. il
San Giovanni in Patmos), ogni contorno architettonico esprime nella sua precisione
cruda la massima elasticità, tanto gli orli a fil di zinco tesi che delineano gli acuti spigoli
dei banchi di pietra, quanto le stirate sottili fasce delle lesene, o gli interstizi profonda-
mente e rigidamente incisi tra i mattoni della muraglia. Evidenti impronte del genio
di Sandro la felina agilità di slancio dei gradi in ascesa, con brevi piani che non segnano
sosta; l'enfasi dell'arcata che si sprigiona con slancio irresistibile dalle nude pareti, e
si apre a cavo sonoro di tromba come gli oculi brunelleschiani. Persino le umide irre-
golari chiazze dei mattoni e del lastricato comunicano il movimento botticelliano, di
sostanza che si dilati e si sollevi, alla gelida pietra.

Sullo zoccolo di quella casa grigia, con la testa sepolta tra le mani convulse, il sot-
tile piede sinistro puntellato disperatamente al suolo, il volto nascosto dai neri colubri
della chioma, una donna singhiozza nella solitudine. Zigzag febbrili delineano i contorni
della figura spezzata e tesa dallo spasimo, mentre il cespuglio dei neri capelli ricade a
gronda, come sopra il portone le punte gigliate che difendono l'ingresso della casa.
 
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