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I I 2

Mommsen da me dissentire, è il frammento Gruleriano
(della pag. 56) che così recasi sulla fede del Cittadini:

M . CLAVDIVS M . F

CONSOL
.... IN AD . CEP1T

Osserva il sig. Mommsen che nelle schede vaticane del
Manuzio recasi due volte questa iscrizione, e nell'una
c nell'altra leggesi INNAD (non INAD) CEP1T. Crede
perciò sbagliata la lezione del Cittadini. Ma se nelle
schede, che s'invocano, il primo verso leggesi una volta
cosi M . CLAVDIVS M F od un'altra . . . DIVS M F,
chiaro è che esse non sono esatte , e fanno dubitare
per conseguenza che anche la voce INNAD possa es-
sere slata guasta o supplita come il M . CLAVDIVS.
E può questa idea confermarsi coli'osservare che que-
sta iscrizione divenne,a motivo appunto della sua oscu-
rità, campo di sfrenata licenza per ogni correttore. Di
fatti in altre schede pur vaticane 1' ultima linea si les-
se cosi M . N . ADCEPIT (Doni class.V n. 3i), e se
non vado erralo, si terminò in fine col rinvenirvi nella
i e 3 linea un consolo Gennadio, parendomi che la gru-
ieriana MXXVI 5 non sia che un1 altra sconciatura
della stessa lapida.

Più grave cosa a me sembra , benché qui non ri-
cordata dal sig. Mommsen, che in una lettera di Marco
iVelsero (Velseri opera pag. 851) scritta al Camerario
nel dicembre del 1896 si va narrando che Fulvio Orsini
nuper avea mandato (non si dice a chi) per inlerpe-
trarsi questa iscrizione

M . CLAVDIVS . M . F
CONSOL
HINNAD CEPIT

Ma pure nel veder qui omessa ogni laguna nasce
il giusto dubbio che la copia fosse meno esatta, dub-
bio che in sostanza trovasi soltanto escluso nella co-

pia del Cittadini , la quale anche mostra tale spazio
nella laguna dell' ultimo verso da giustificare il sup-
plimento aeratilik\). Nè veramente saprebbe inten-
dersi come potea il Ruperti supplire piuttosto e<?/zINAD
se nella copia e nel marmo era INNAD. In fino dif-
ficile è il persuadersi che Enna , il cui nome scrivesi
coli'E nelle greche e latine monete, qui invece siesi
scritta coli'I Minna, nè parmi sufficiente a giustifi-
car questa scrittura l'autorità, che si cita, de' codici
di Tolomraeo. Vedi la pag. 4-44 del Reinesio.

Ma qualunque esser possa la lezione ed il suppli-
mento della voce terminata in AD , è essa un accusa-
tivo 0 un ablativo? Il sig. Mommsen crede strana la
prima opinione , che io seguo , ed approva unicamente
1' altra.' Ma contro di lui stanno molte analogie, e la
più forte mi sembra quella delle simili iscrizioni iste-
riche ed arcaiche , che al CEPIT 0 al VICIT congiun-
gono sempre un accusativo di arcaica desinenza. Così
AET0L1A . CEPIT , cioè Aetoliam è nella iscrizione
tusculana di M.Fulvio (n.552 dell'Ordii), TAVRASIA.
CISAVNA . SAMNIO . CEPIT in quella di L. Sci-
pione Barbato (555 ib.), CEPIT . CORSICA . ALE-
RIAQVE . VRBE (ib. 552) e fin nel calendario Anzia-
tino INLVRICO . VIC. Se in queste iscrizioni cerio è
che al cepìt 0 vieit si aggingne un arcaico accusa-
tivo , come in altre pur fassi senza arcaismo COM-
PLVRA . OPPIDA . . CEPIT (Ordì. 539), TAREN-
TVM . CEPIT (ib. n. 54-0, ciascun vede essere soste-
nuto da tale analogia anche nell' iscrizione di Claudio
I' accusativo che io vi leggo. Ma un accusativo in AD
è cosa strana. Io credo di no , se nella stessa lingua
latina è rimasto id, ùtud, illud, aliud, e se i monu-
menti osci di ogni genere mostrano la desinenza in 9
male spiegarsi coli' ablativo , ed invece adagiarsi assai
regolarmente all' accusativo 0 al nominativo femminino
neutro. Ma una più estesa dimostrazione di questo as-
sunto dee riserbarsi ad altro lavoro.

Stamperia TRAMATER — Prezzo di ogni foglio di stampa gr. 6; di ogni tavola in rame gr. 17.
Presso l'editore strada sette dolori n.° 26, il sig. Mori salita studii n.° 27, il sig. Raffaele Barone
strada Costantinopoli n. gj, ed il sig. Raffaele Rondinelli largo S. Ferdinando n. 3.
 
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