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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 35.1907

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Ghislanzoni, Ettore: Di un donario di bronzo con iscrizione arcaica
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https://doi.org/10.11588/diglit.13730#0113

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Di un donarlo di bronzo con iscrizione arcaica

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spesso però in tal senso troviamo usata la preposizione de (1).
Per questo non credo sia dubbio che l'iscrizione DIANA-AF-
L O V C O corrisponda & Diana e ad lue uni o meglio Diana e
de luco. E se poi teniamo conto che il donario su cui essa
è incisa proviene dal luogo dove sorgeva il tempio di Diana
Nemorense, il cui lucus era così celebre nell'antichità, non parrà
arrischiata la supposizione che essa faccia perfetto riscontro al
Dean a e (sic) Nemor ensi s a e rum (C. I. L. XIV, 2212),
che troviamo anche scritto abbreviato in D • N • (ibid. 4202 e
probabilmente anche 2214), in iscrizioni di non -poco posteriori
alla nostra (2).

La quale credo si possa con assuluta certezza ritenere del
sesto secolo di Roma. L'uso di OV invece di V, ma più ancora
la forma delle lettere A, O ed L e il dativo in -a, indizi di
una abbastanza alta arcaicità, giustificano questa determina-
zione (3). >

La serie delle iscrizioni arcaiche latine si è accresciuta ora
di una breve epigrafe dedicatoria, non priva d'importanza, se,
come io penso, ci dà una denominazione usata nel sesto secolo
di Roma in qualche parte del Lazio per indicare la Dea, al cui
tempio, che si specchiava nel lago nemorense, giungevano voti
e doni anche da lontane regioni d'Italia.

E. Ghislanzoni.

(*) In espressioni identiche a quella dell'iscrizione C. I. L. VI, 9549
ora citata invece che a via Sacra si legge de via Sacra (cfr. C. I. L. VI,
9545-9548), e così pure in altre de Foro, de Subura, de Carinis, de ba-
silica, de Velabro ecc.

(2) Cfr. G. I. L. XIV, 2213.

(3) Cfr. il Syllabus del Kitschl in Priscae latinitatis monumenta
selecta, p. 123 == Ritschl, Opuscula philologica, IV, p. 765.
 
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