Nota al Bull. 1906, pag. 36.
Intorno all' iscrizione ebraica esistente nel chiostro di s. Gio-
vanni in Laterano, che fu pubblicata ed illustrata dal eh. prof.
Castiglioni nel Bullettino dello, scorso anno (pag. 36 segg.),
1' esimio prof. H. P. Chajes ha avuto la cortesia di inviarci la-
Nota seguente:
« Siccome il Castiglioni non dà alcuna indicazione sul per-
sonaggio a cui fu dedicato il ricordo marmoreo da lui descritto,
mi permetto di fare qualche osservazione in proposito.
« Le lettere italiane COS ci dimostrano, che si tratta di
un membro della famiglia romana Corcos (v. su di lei in Vo-
gelstein-Rieger, Geschichte der Juden in Rom II, p. 106) ; le
lettere COR si saranno trovate nella riga precedente. Si noti
infatti ciò che racconta il Bartoìocci Bìbliotheea magna rabb.,
voi. Ili, p. 825 a, b, che in Claustro Ecclesiae Lateranensis
si conservavano delle lapidi sepolcrali tolte dal cimitero israelitico,
omnes ex eadem familia Corco ssea, nulla ex aliis. E evidente
dunque che la nostra iscrizione apparteneva proprio ad un mo-
numento sepolcrale, e ciò corrisponderebbe all' uso costante della
parola zijjùn nel Medioevo (v. su ciò Zunz, Zur Geschichte,
p. 393) ed al carattere degli emblemi (candelabro, e sofar;
v. Krauss, in Berliner-Fesischrift p. 204 seg.).
« È molto probabile inoltre, che manchi la parte superiore
della lapide, ove sarà stato scritto il nome del defunto anco
in ebraico. Rimane notevole, che già allora si scriveva pure
Intorno all' iscrizione ebraica esistente nel chiostro di s. Gio-
vanni in Laterano, che fu pubblicata ed illustrata dal eh. prof.
Castiglioni nel Bullettino dello, scorso anno (pag. 36 segg.),
1' esimio prof. H. P. Chajes ha avuto la cortesia di inviarci la-
Nota seguente:
« Siccome il Castiglioni non dà alcuna indicazione sul per-
sonaggio a cui fu dedicato il ricordo marmoreo da lui descritto,
mi permetto di fare qualche osservazione in proposito.
« Le lettere italiane COS ci dimostrano, che si tratta di
un membro della famiglia romana Corcos (v. su di lei in Vo-
gelstein-Rieger, Geschichte der Juden in Rom II, p. 106) ; le
lettere COR si saranno trovate nella riga precedente. Si noti
infatti ciò che racconta il Bartoìocci Bìbliotheea magna rabb.,
voi. Ili, p. 825 a, b, che in Claustro Ecclesiae Lateranensis
si conservavano delle lapidi sepolcrali tolte dal cimitero israelitico,
omnes ex eadem familia Corco ssea, nulla ex aliis. E evidente
dunque che la nostra iscrizione apparteneva proprio ad un mo-
numento sepolcrale, e ciò corrisponderebbe all' uso costante della
parola zijjùn nel Medioevo (v. su ciò Zunz, Zur Geschichte,
p. 393) ed al carattere degli emblemi (candelabro, e sofar;
v. Krauss, in Berliner-Fesischrift p. 204 seg.).
« È molto probabile inoltre, che manchi la parte superiore
della lapide, ove sarà stato scritto il nome del defunto anco
in ebraico. Rimane notevole, che già allora si scriveva pure