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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 35.1907

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Pansa, Giovanni: I ludi venatorii dei Peligni rappresentati in alcuni bassirilievi di Sulmona
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https://doi.org/10.11588/diglit.13730#0285

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/ ludi venatorii dei Peligni ecc.

strato dal Besnier (l). Anche l'asta lunga all'uso peligno, fa ricor-
dare il Gunctis hasta decus di Silio (Ivi, v. 340), quando ragiona
dei popoli dell' istessa razza. Il personaggio a cavallo della lapide
di Gn. Cornelio Secondo, nell'atto di lanciare il dardo contro la
fiera, ci richiama alla somma destrezza di quei popoli nell'uso
di quell'arma speciale ch'era detta sparus, ossia «parvissimi
generis iaculum ab eo quod spargitur dictum », secondo Festo,
ovvero « telum rusticum missile a spargendo dictum », secondo
la glossa d'Isidoro (2).

Agrestisque manus armat sparus,

dice Virgilio a proposito di questi popoli (3) ; e Servio commen-
tando quella parola sparus, scrive: « est rusticum telum in mo-
dum pedi recurvum ». Era l'arma comune ai popoli di razza sa-
bina, come dai versi sopra riportati di Silio. Lo storico marsi-
cano Febonio, illustrando quei versi, osserva che quella specie
di proiettile e le vesti di pelli ferine erano in uso anche presso
i limitrofi Marrucini, Frentani e Vestini e della restante regione
« in insectactione ferarum; ut corpora labore assuescebant, sie
animos ad certamina exercebant » (4). E dall'esercizio continuato
di quelle caccie che Augusto istituì, come ho detto, a scopo di
palestra e di trattenimento di carattere fisico per la gioventù, di-
pesero forse la gagliardia, il valore nelle guerre e la nobile fie-
rezza di questi popoli abitatori dell'Abruzzo forte e gentile.

Giovanni Pansa

0) La lacerna cuculiata era la veste caratteristica dei popoli di razza
sannitica, come vedesi anche nel bassorilievo d'Isernia (Bullett. Archeol.
Napolet. VI, 1 ; Jahn 0., Berichte der Sachs. Gesellsch. der Wissenschaften
in Phil. Classe, 1861, pi. X, 6). Giovenale (III, 170) afferma che il cap-
puccio era tutto proprio delle genti che vivevano tra i Marsi ed i Sanniti.
Generalmente se ne faceva uso dai cacciatori, come si apprende da molti
bassirilievi. (Cfr. Lasinio, Raccolta di sarcofagi del Camposanto di Pisa,
tav. CXXXIV, CXXXV; Clarac, Musée de Sculpture, pi. 751M«, n. 794 ;
Laborde, Monuments de la France, I, pi. LXX).

(2) Lib. XII, cap. 6.

(3) Aeneid., Lib. XI.

(4) Historiae Marsorum, Lib. Vili, pag. 163.
 
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