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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 35.1907

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Atti della Commissione
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https://doi.org/10.11588/diglit.13730#0399

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388

Atti della Commissione

3° che avrebbe obbligato il Comune a troncare e distrug-
gere gli altri bellissimi avanzi (illustrati con disegni e fotografie
dal Parker, dal De Kossi ecc.), che formano l'intelaiatura del
coro e della cappella detta di s. Pietro, avanzi stimati come uno
dei modelli i più perfetti dell'antica òpera laterizia;

4° che avrebbe condotto alla distruzione dell' oratorio
del secolo VIII-X, posto dietro l'abside ed ornato di preziosi
affreschi ;

5° che avrebbe pure condotto al completo seppellimento
della cappella di s. Pietro, rifatta circa il 1597 dal card. Enrico
Caetani, con architettura di Francesco da Volterra, sculture del
Della Porta, e memorie epigrafiche di alto valore istorico;

6° che avrebbe distrutta la relazione scambievole tra le
varie parti di un gruppo che può ancora essere studiato nella
sua interezza, e nelle successive sue trasformazioni architetto-
niche.

Ora queste ragioni contro il prolungamento di via Balbo,
esposte nel 1878 (in seguito delle quali esso fu abbandonato)
non solo sussistono anche oggi nella loro pienezza, ma hanno,
se così possiamo esprimerci, aumentato di forza dopo le scoperte
fatte nelle catacombe di Priscilla e nella casa di Prisca; sco-
perte che tanta luce hanno portato sulle origini della Chiesa
Romana, e sulle relazioni tra Pudente e i primi banditori della
nuova fede.

Fatto poi un nuovo accesso sul posto unitamente al diret-
tore dell'Ufficio tecnico comunale e dei rappresentanti del Fondo
pel culto e della Curia, si sono concordemente riconosciute inop-
pugnabili le osservazioni fatte fino dal 1878, e concordemente
pure fu ammesso che la via Balbo non può in modo alcuno
essere compiuta in sezione normale.

Nello stesso tempo però si è veduto esservi la possibilità di
procurare agli abitanti del vicinato un passaggio di circa quattro
metri di larghezza ; le modalità del quale, planimetriche ed alti-
 
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