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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0013

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PREFAZIONE. xm

Io mi fon lufingato che farei per far cofa grata ai lettori, fé io aggiungevi fpefio alla
fpiegazione delle gemme che riporto varie cole prefe sì dalla iftoria, sì dalla favola, zf/ir^f
dagli antichi poeti, le quali cofe fomminiftrano qualche lume all'argumento che abbiamo-^'
prefente. Io certamente pollò affermare le medeiime cofe che dice Plinio ( Lib. 2. Ep. 5.)
Io veramente mi fono sforzato con la gran varietà delle cofe di Jòddisfare a diverji generi
dei lettori. Ma ficcome temiamo, che una cofa che piace ad alcuni, non fa fecondo il gufto
degli altri, così noi ci pojjìamo lufingare, che /' ifteffa varietà farà lodata da tutti. Imperoc-
ché nei conviti, quantunque ciaf cimo fi aflenga dalla maggior parte de' cibi; nondimeno
tutti noi fi amo filiti di lodare tutta la cena; ne quelle cofe, che il noflro ftomaco ricufa,
tolgono la grazia a quelle, le quali ci piacciono.

Io

egsunr
mie
legazioni •

quali facilmente fono caduti gli Antiquarii, Io che
avendo più volte avvertito, giudicai che i fentimenti
di loro più fpeflb doveffero chiamarfì ad efame, che
fenza confiderazione abbracciarci. Certamente quelli
quando veggono qualche (tatua , 0 bullo venuto alla
luce dalle rovine degli antichi monumenti, partico-
larmente fatto dalla mano di eccellente artefice , giu-
dicano di poter dire con tutta la ficurezza che rappre-
fenti qualche Uomo illuftre, o Eroe. Come mai fi
pofTono conofeere fenza la feienza profonda delle me-
daglie i bufti degli Imperatori, e di tanti Rè, ed Uo-
mini illuftri? Bifogna adunque, che di tali perfonaggi
ci fieno delle medaglie, dalle quali fi pofla.no ricavare
ficuri fondamenti della loro effigie, o pure fi trovi
qualche ftatua, o bullo coli'antica ifcrizione, dalla
quale fi pollano argumentare i loro nomi : fé mancano
tali dati, o fondamenti fono ficuramente battefimi.
Si vede che Fulvio Orfini fu il primo che cadeffe in
queflo errore, perfona però di merito infinito nella
letteratura, e dipoi Canini, Bellori, Gronovio, ed altri
celebri Antiquarii, tra i quali gli editori di gemme, co-
me Mariette (Traité ec.) e Cori (Mufeum Florentinum)
Il volgo poi degli Antiquarii, non folamente ha fe-
guitato le loro pedate, ma ancora ha fuori di modo
arbitrato col porre nomi a capriccio, quando ha veduto
antiche ftatue . Da quello ne fono venuti gli Ana-
creonti, i Democriti, le Semiramidi,i Titi Livii,gli
Ovidii, gli Efiodi, i Caii Marii, i Virgilii, gli Amil-
cari, gli Agamennoni, e tanti altri. Per dir tutto in
breve addurrò un folo, ma infigne documento di
quelli errori. Erano nel Mufeo Capitolino due celebri
antiche tefte di marmo, alle quali era flato poflo il
nome di Epicuro, né di ciò dubitavano gli Anti-
quarii. Accadde che nello fcavare la fcalinata della
Bafilica Liberiana fu trovato un doppio Erma di mar-
mo rapprefentante Epicuro, e Metrodoro, e da una
parte 1' antica ifcrizione EniKOTPOC , dall' altra
MHTPOAflPOC, il quale Erma Benedetto XIV. P. M.
comandò che foffe collocato nel Mufeo Capitolino tra
i monumenti più preziofi della Greca, e Romana ma-
gnificenza . Ciafcuno chiaramente vedde per la mani-
fefla diffomiglianza dei volti, che quei bufti del me-
defimo Mufeo ,i quali fi fpacciavano per Epicuri, non
potevano realmente dirfi tali. Sopra queflo Erma ab-

biamo Una eruditiffima lettera dell'Abate Buonaccorfì,
nella quale fi confermano chiaramante molte cofe,
che noi abbiamo dette (V. Lettera fcritta all'Acca-
demia Etrufca di Cortona da un Accademico della
medefìma fopra la vera immagine di Epicuro). Egli
inferifee da queflo Erma, che la Tav. IV. e XXV. del
primo volume del Mufeo Capitolino raffomiglia Epi-
curo, ficcome quella della Tav. XXX. delle immagini
degli Uomini illuftri incife da Agoftino Veneziano.
Congettura ancora, che da queflo monumento fé ne
conofeeranno altri rapprefentanti Epicuro . Imperoc-
ché non può effere altrimenti, che non fi fcuoprano
molti di lui ritratti, mentre afferma Plinio (lib. 35.
cap. 2.) che non folo tenevano nelle ftanze i ritratti
di quello filofofo, ma ancora i di lui difcepoli li
portavano addoffo. Cicerone ci infegna ( lib. 5. de
Finibus cap. 1.) che non folo erano foliti di rappre-
fentare Epicuro nelle pitture, ma ancora negli anel-
li, e fino nelli bicchieri. Quefte cofe fono fiate dette
con gran faviezza dal Oliar. Autore. Ma cofa di-
ventarono quei bufti del Mufeo Capitolino, i quali
per f avanti erano flati giudicati per Epicuri ? Cer-
tamente fono flati polli loro dei nuovi nomi a
capriccio: uno di quelli è diventato Lifia fecondo
l'Autore della definizione del Mufeo Capitolino (in
4. pag. 38. ) di cui promette che in altro luogo
riporterà altri due bufti. Se di Lifia noi aveffì-
mo medaglie, o bufti coli' antica ifcrizione non
farebbe da dubitarne , e certamente crederei ciò
che fcrive l'autore, ma ftando queflo altrimenti chi
non confefferà aver egli tirato ad indovinare? I più
fcufabili tra gli Antiquarii fono quelli che fi fono
fondati fopra i Medaglioni, che fi chiamano dagli
Antiquarii Contorniati battuti intorno ai tempi dell
Imperator Teodofio. Ma è di piccol pefo l'autorità
di quelli monumenti; perchè fono di un lavoro che
dimoftra troppo la decadenza delle belle Arti in quei
tempi, ficcome ancora alcuni di quelli Contorniati
rapprefentano degli Imperatori dell' alto Impero,
come Nerone, Traiano, di modo che ofTervate le
loro medaglie antiche, appena vi fi riconofee la loro
fomiglianza. Molte medaglie principalmente ripor-
tate dal Gefnero ( Numifm. Viror. Illuftr. Tav. 1. 2.
3. 64.) fono manifeftamente falfe, come ciafeune

che
 
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