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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0067

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

35

VI.

S O

OPERA U AG AT E MERO,

Incifa in una Corniola .

APPRESSO IL SIG. MARK A HARLEM.

^Uantunque il nome d' Agatemero fia mentovato in molti monumenti ; contuttociò l'An-
tichità non ci ha trafmeffo alcuna memoria di sì eccellente artefice (i). Io concorro nell'
opinione del B. de Stofch benemerito della Repubblica Antiquaria, il quale giudica efler
egli viffuto intorno ai tempi del celebre Policleto (2). In quella gemma è fcolpita la teda
di Socrate con sì eccellente artifizio, che fé principalmente fi elimineranno foltanto i pochi ca-
pelli nella tefta, e i folti peli della barba con tanta maeftria di vili, confefferemo che nulla di più
dall' arte può defiderarfi. Né minor lode altresì il noftro artefice Agatemero s' è acquiftato nelle
lettere, colle quali ha tramandato il fuo nome alla pofterità.' Senza dubbio fé non ci folle reftata
quella gemma nella parte fuperiore un poco danneggiata, col nome dell'incifore egregiamente la-
vorato, farebbe perita la memoria di sì fublime artefice. Ma tralafciamo quelle cofe, e rimiriamo
attentamente il volto del fapientiffimo tra tutti gli uomini Socrate. Apparifce nel noftro filofofo
la calvizie nella fominità del vertice, e quafi in tutto il giro della tefta: la nuca folamente, e
quella parte che fovrafta agli orecchi con nell'una difpofizione, e fenz'ordine è fornita di rade, e
difgiunte ciocche di capelli: Le fopracciglia fono ritorte, e prominenti, gli occhi efcono in fuori
quali da un'ofcura cavità, il nafo fchiacciato, le narici fpaziofe, le guancie intorno alla cavità degli
occhi elevate, turgide le labbra, la barba finalmente incolta e cadente.

Quella è la vera fomig'.iantiffima immagine di Socrate, fé preftar dobbiamo fede agli fcrittori,
i quali ci caratterizzano le fembianze di quello Filofofo, ficcome Platone (3), Xeno fonte, Laerzio,
Luciano, Svida, e miU' altri, i quali affermarono effere egli appunto ai Sileni, e ai Satiri fomi-
gliante, e ad uno ad uno enumerano tutti i vizj del dì lui volto difopra mentovati; di maniera
tale che in cofa tanto chiara ed evidente non fanno d' uopo gli antichi monumenti; Meffuna dub-
biezza in confeguenza ci refta, mentre quelle cofe non folamente fono autenticate dai Greci, e
Latini Scrittori, ma col teftimonio ancora degli occhi comprovate: Imperocché infinite immagini
di Socrate efiftono negli antichi monumenti, tra i quali è celebre l'Erma Farnefìana ornata di
greca ifcrizione, alla quale del tutto corrifponde la noftra gemma,

E 2 Xe-

(1) Frequente fi trova apprendo gli antichi il nome d' Aga-
temero . Non rincrefeerà ai lettore che io riferifea un' ele-
gante ifcrizione tradotta dal Greco, che fi trova nei Mar-
mi Oxonienfi infcr. 39. pag. 88. fopra un certo Medico
Agatemero.

IO CLAUDIO AGATEMERO QUI RIPOSO
CHE AVEVO CONOSCIUTO PRONTISSIMO RIMEDIO
A OGNI SORTE DI MALATTIA. QUESTO SEPOLCRO
E' COMMUNE A ME , ED EGUALMENTE A MIRTALA
MIA MOGLIE. NOI POI SIAMO CON 1 PIl NEGLI

ELISI .
Inoltre nell' opera intitolata Io/. Mar. Suarejìi Praetief. Au-
tiq. pag. 42. è fatta menzione in un antica ifcrizione d'un
altro Agatemero . Vedi ancora due ifcrizioni notate col
nome d'Agatemero pag. 55. e r 39. nel libro. Ifcrizioni
antiche Uh/Irate da Benedetto Pajjiouci, e moltiffime altre
nell' ifcrizioni del Grutero .

(2) Stofch Gem. ìnfc. pag. 4. Noi giudi chiamo die quejio
Agatemero sì difiir/to nel difegnare, ed incidere pa fiato quafi
contemporaneo di Policleto altro celebre incifore . Que/f unica
opera che di lui abbiamo , benché rotta , lamantemente dimoflra
la perfezione in tutte le file parti . Onde qitefio Greco arte-
fice merita di effere annoverato tra i più fimiofi luciferi dell'
antichità .

(3) Platone nel convito parlando di Socrate, dice. La
fua figura veramente e fomigliantiffmia ai Sileni. Sappiate
adunque che egli e veftito al di fuori con quella forma d' abi-
to , come un Sileno fcolpito , ma fé fi aprffe dentro, vi fi tro-
verebbe una maraviglio fa caflità , ed integrità di coftumi. Vedi
a quefeo propofito Xenofontc nel convito pag. 17;. cap. ;.
Lucian. nell*Increti, voi. 3. pag. 51. e 173. e Svida alla
parola Socrate, dice. Socrate fi diceva effer fintile ad un Si-
leno * imperocché era calvo , ed aveva il nafo fchiacciato .
 
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