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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0079

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

IX.

47

es
1-

ii

1-

AMORE DOMANDO UN LEONE

OPERA D' ALEX ANDRO,

Scolpita in un Niccolo.

NEL MUSEO DEL CONTE DI CARLISLE A LONDRA.

'On fo comprendere perchè il Baron de Stofch (i) abbia trafcurato di parlare non fola-
mente dell'eccellenza di quello Cammeo, ma ancora dell'artefice Alexandre, ficcome di
molte altre gemme. Non fi può di certo aderire, ma folo è permefio di congetturare che
il noftro artefice fia fiorito verfo i tempi d' Alexandro il Grande, fecondi di tanti famofiffimi ar-
tefici , coi quali gareggia l'induftria del noftro Alexandro. Può aggiugnerfi a quella congettura il
nome d'Alexandro, che fu più comune in quei tempi, che nell'etàd'Augufto,quando al prillino
fplendore le belle arti furono redimite.

Da un mio grande Amico di Londra perito nell' antichità ricevei già una lettera, nella quale
fa la defcrizione di quello Angolare Cammeo. Quefto Cammeo è ricco di cinque colori diftintijjimi, e
perfettiffimi, oltre le mezze tinte ; e quefti colori, e mezze tinte fono facilitimi a diftinguerfi nella ftampa
noftra da perfine intelligenti. Il lavoro è della prima eccellenza belli/fimo, e terminato, e di compofizìone
intendentiftìma. Ha tifato l'in/igne artefice grandifima intelligenza nella diftr ih azione dei colori, il nu-
mero dei quali è unico in quefto genere fra gli antichi Cammei (2).

Amore, il nume domator d'uomini, e Dei (3) tanto nelle favole celebrato, è di quella ele-
gantiflìma gemma il principale argomento. Si vede in effa dice il B. de Stofch (4) Amore fan-
ciullo alato, il quale arrefta un Leone feroce, che minacciofo ruggifce, avendogli prefo con la de fra i
crini della fua giuba, e con V altra mano gettandogli [opra il dorfo una gualdrappa per cavalcarlo (5).
Accanto vi è una Ninfa colla vefte fciolta fui fianco abbacando la tefta per verecondia, tenendo colla fi-
niftra un timpano, e colla dejlra fendendo una parte del fio veftito per coprirfi il corpo : un altra parte
dell' iftejfo veftito una ragazza nuda, leggiadra, e ridente fé /' accofta al petto colla mano finiftra, come
per riparare la fua nudità ; quafi che ambedue vinte, e domate loro malgrado dalla forza d' Amore fi Jpo-
gliajfero d'ogni vergogna infieme colle loro vefti.

Non

Ma s'inganna qui il chiariffimo autore, imperocché Ovi-
dio in quefto luogo non parla dell'Amore , ma dell'Erma-
frodito, come lo manifeftano l'ultime parole , e prefe da quelli
il nome cioè da Mercurio , e da Venere che in greco fi di-
cono Epf(.« e Aipdo^iTfl cioè Erme e Afrodite . Tralafcìamo
le finzioni dei Poeti, e vediamo cofa rapprefenti : dice
Fornuto de Nat. Deor. cap. aj. Amore fi finge fanciullo per-
che certamente tutti gli innamorati fo» privi di mente, e
fottopofli air inganno , benché fecondo Servio predo Rofin.
Rom. Ant. pag. 136". fi dipinge fanciullo perche e imperfetto
il difeorfo negli amanti ficcarne in un fanciullo. Alato feguita
Fornuto loc. cit. perche alle volte è autore di firagi e con
un certo ìmpeto penetra negli animi degli uomini , e fecondo
Servio loc. cit. perche niente fi trova di più leggiero, e di
più mutabile degli amanti. Fornuto finalmente dice : ma
molti , e differenti Amori fi riferifeono a caufa della loro va-
rietà , e perche Venere, o il piacer Venereo ci prefenta alla
vifia molti compagni dì quefia forte .

(4) Stofch. Gem. Inf. pag. 6.

(5) Varrone ( dice Plinio lib. 36". cap. ;.) magnifica ancora
Arcefilao, del quale riferìfee avere avuto una Leoneffa di
marmo , con alcuni Amori alati che fcherzavauo con effa ,
alcuni dei quali la tenevano legata , altri la cofirìngevano a
bere in un corno, ed altri le calzavano i fiocchi, e tutte
quefto lavoro d'un foto marmo.

{il Gem. Inf. pag. 6. T. 6.

(1) Quefto artefice è nominato da Carlo Dati nelle vite
dei Pittori antichi pag. 1 io., il quale dice d'aver veduto
una gemma appreffo il Cardinal Leopoldo de Medici nella
quale era fcolpita una tefta attribuita a Drufo con l'ifcri-
?.ione AAEEANAPCc EOOIEI Alexandro faceva. Tra le infigni
"pitture d'Ercolano voi. 1. pag 2. è mentovato un Alexan-
dro che dipinfe una tavola con Pifcrizione AAESANAPOS
A0HNUOS ErRAOEN . Alexandro Ateniefe dipingeva.

(3) Molte certamente oppinioni tra di loro ripugnanti
ritrovano intorno all'origine, e al numero degli Amori,
dei quali fé n'annoverano fino a tredici. Ma P eruditiffi-
mo Signor Fourmont il Cadetto in una fua differtazione
fopra quefto argumento, nel libro Memoir. des Infcript. ec.
voi. io. p. 36". e4J. con fomma dottrina , e criterio prova po-
ter ridurli tutti gli tredici Amori ad un folo ,. cioè all'" Amore
figlio di Mercurio, e di Venere , e conferma il'fuo fornimen-
to con Ovidio nelle Metam. lib. 4. v. 188. che così s'efprime.
Nacque già di Mercurio , e Citerea-
Un figlio , e 7 latte dalle Naiadi hebhe ,
La dove in Ida fu nutrito, e crebbe.
Il nobil vifo fùo leggiadro , e vago.
Hebbe dai padri, e titi aer sì felice
Che in luì feorgeafi V una , e /' altra imago.
Del genitore , e della genitrice..
 
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