MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 49
Non fa d'uopo aggiunger molto nella {^negazione di quella gemma, {blamente può notarli
Amore che eoo una tenuiiTima forza regola a voglia fua un Leone non col freno, come è efpreffo
in quella tavola, la quale illuflra Argentario nelP Epigramma dell' Antologia greca del Megifero
pag. 209. lib. 1. Vedi in quefta gemma Amore che fa da Auriga, e cavalca un Leone, e regola la fua
forza col freno. Con ima mano tiene la sferza, colf altra le briglie, e come nel volto del fanciulletta
Amore lampeggia la bellezza. iS" allontani da noi quefla pefte crudele, cofa farà a noi infelici mor-
tali , mentre ha domato una tal fiera ì (6) Moltiffimi altri monumenti della fua polfanza efiftono,
tra i quali può offervarfi una gemma del Begero riferita dal Montfaucon (7), la quale può chia-
marti il trionfo di Venere, e Cupido. Venere in pompa in un carro magnifico, tenendo nella fini-
flra un dardo, è tirata da due Leoni, i quali fono guidati da Amore: che in vece d'una sferza
tiene con la fmiflra un dardo incitando i Leoni, e colla delira le redini ; Un Cupido vola per
F aria per incoronarla. Un uomo nudo precede la tarma fonando la lira per onorar quella pompa.
Due uomini accanto ai Leoni portando una facella accefa fopra le fpalle feguitano la comitiva 1
Un Satiro doppo il carro fonando la zampogna è 1' ultimo dei feguaci. In altra gemma (8) un Cu-
pido in un carro tirato da due Leoni, il quale li regola con le redini che tiene nella finiflra, e
nella delira ha una facella aceefa, la quale fuole eccitare tanti incendii nei cuori. Nelle anti-
chità di Caylus (9) alla tav. 48. fi vede un Amore in un carro tirato da due tigri, o pantere,
e alla pag. 75. un Cammeo nel quale è Amore in un carro tirato da due Grifi : dottamente e
ingegnofamente l'erudito autore fpiega quello monumento. Nel Mufeo Fiorentino (io) è da
vederli Cupido in un Carro che guida due Galli, con un altro Cupido che precede con la
sferza in mano.
Finalmente per ornamento di quella tavola riferirò una gemma di lavoro non ordinario
ìncifain un giacinto guarnaccino, nella quale due farfalle (fimbolo della noflra anima) tirano un
aratro guidato da Amore, che nella finiflra mano tiene le redini, e nella deflra in vece di sferza
un dardo in atto di fcagliarlo, volendo efprimere con queflo pungente {limolo eh' ei regola a voglia
fua le noflre Anime ad un giogo fervile ridotte. Quella gemma è con fomma brevità fpiegata da
Arifleneto (11) Ed ambedue noi infieme tiriamo un medefimo giogo.
Tom. I. G AL'
(6) Lucrezio nel principio del fuo Poema con maravigliofe
lodi copiofamente efagera la potenza d'Amore . Il refrante
ancora dei poeti fi fono compiaciuti di trattare quefìo argu-
mento ,tra i quali Seneca nell'Hippolito atto I. coro V. 347.
Gli Africani Leoni piegano il collo
Quando li muove Amore .
Virgilio ancora Ceiris v, 135.
Egli doma gli Africani Leoni,
Ed infegna a mansuefare le forti Tigri.
Finalmente Cupido nei Dialoghi degli Dei di Luciano nel
Dialogo tra Venere , e Cupido così parla. Sta di buon a-
nimo 0 madre , poiché gì' ijleffi Leoni mi fono famigliari , e
fpeffo montando il loro tergo , li regolo prendendo la loro giubba
come per briglia. Tutti gli altri animali fimilmente fono
al di lui impero (ottopodi come cantò l'iftcflb Seneca Hip.
atto I. coro v. 337. Non folo Amore fignoreggia fopra
tutti gli animali , ma gì' ifteffi Dei fon al di lui impero
foggetti fpogliandoli , ancora delle loro infegne , come
è efpreflb in un graziofo epigramma di Filippo nell' An-
tologia lib. r. pag. 44. e 45.
Mira come P Olimpo, bau meffo a facco
Gli sfacciatela , ed inquieti Amori ,
E come poi deIV Arme, e delle fpo^lie
Degl' immortali Iddìi fi facciali belli,
Altri V arca dì Febo, altri di Giove
Il fulmine fi porta , altri il cimiero
E ? usbergo di Marte , impugna queftì
Di Nettutiuo il tridente, e quei d'Alcide
La clava toglie, chi di Bacco il tirfo
Chi la face di Diana, e chi gli alati
Calzari dì Mercurio al pie $' allaccia.
Viltà dunque non è fé mortai petto
Cede agli frali del pojjente Amore ,
Cui dìer gf Iddj in poter V arme, e f infegne .
Di quefto belliflìmo penfiere fi prevalfe 1* immortai Raf-
faello nella fua Pittura Farnefiana . Finalmente gli uomini,
gli Dei, e gli elementi ancora fono fottopofti ad Amore, fie-
come cantò Orfeo negl'inni pag. 359. Nella prima parte
dell'ifcrizioni del Gori pag. 79. tav. XVI. fi vede una jlatuet-
ta infigne di bronzo a" un Amore Panteo , al quale cedono tut-
te le cofe, favoleggiando effire a luì gli uomini , e gli Dei fog-
getti ; il quale con la faretra e V arco (là fopra un fiore di-
Loto . E per indicare il dì luì trionfo , e poffanza fopra tutti
gli Dei, varii iflrumentì, e fimboli delle Deità gli fiatino
fiotto i piedi come i timpani, e il crotalo di Cìbele 0 pure dì
Bacco , la zampogna di Pane , ìlfifìro d'ifide , la face a" Imeneo,
0 dì Cerere , F arco dì Diana , la faretra d?Apollo, la clava
iV Ercole , il delfino di Nettiamo , e il timone della Fortuna .
(7) Montf. voi. 1. pag. i<S3.
(8) Loc. cit. pag. 180.
(9) Caylus Antiq. Egipt. pag. 130.
(io) Gori Muf. Fior. voi. 1. pag. 1J3- tab. 73.
(ri) Arift. Ep. lib. 2. Ep. 7. pag. i;ó*. Gorleo nella
fua raccolta di gemme ci offre una curiofa gemma nella
quale s' ofTerva una farfalla fare le veci del Bifolco gui-
dando un aratro , al quale fono unite altre due farfalle.
Inoltre alla gem. $68. e 569. viene efpreflb il fommo impero
d' Amore fopra il Mondo intiero , vedendoli Cupido in una
fopra il Mondo con l'arco fcioko,nell'altra coli'arco cefo.
Non fa d'uopo aggiunger molto nella {^negazione di quella gemma, {blamente può notarli
Amore che eoo una tenuiiTima forza regola a voglia fua un Leone non col freno, come è efpreffo
in quella tavola, la quale illuflra Argentario nelP Epigramma dell' Antologia greca del Megifero
pag. 209. lib. 1. Vedi in quefta gemma Amore che fa da Auriga, e cavalca un Leone, e regola la fua
forza col freno. Con ima mano tiene la sferza, colf altra le briglie, e come nel volto del fanciulletta
Amore lampeggia la bellezza. iS" allontani da noi quefla pefte crudele, cofa farà a noi infelici mor-
tali , mentre ha domato una tal fiera ì (6) Moltiffimi altri monumenti della fua polfanza efiftono,
tra i quali può offervarfi una gemma del Begero riferita dal Montfaucon (7), la quale può chia-
marti il trionfo di Venere, e Cupido. Venere in pompa in un carro magnifico, tenendo nella fini-
flra un dardo, è tirata da due Leoni, i quali fono guidati da Amore: che in vece d'una sferza
tiene con la fmiflra un dardo incitando i Leoni, e colla delira le redini ; Un Cupido vola per
F aria per incoronarla. Un uomo nudo precede la tarma fonando la lira per onorar quella pompa.
Due uomini accanto ai Leoni portando una facella accefa fopra le fpalle feguitano la comitiva 1
Un Satiro doppo il carro fonando la zampogna è 1' ultimo dei feguaci. In altra gemma (8) un Cu-
pido in un carro tirato da due Leoni, il quale li regola con le redini che tiene nella finiflra, e
nella delira ha una facella aceefa, la quale fuole eccitare tanti incendii nei cuori. Nelle anti-
chità di Caylus (9) alla tav. 48. fi vede un Amore in un carro tirato da due tigri, o pantere,
e alla pag. 75. un Cammeo nel quale è Amore in un carro tirato da due Grifi : dottamente e
ingegnofamente l'erudito autore fpiega quello monumento. Nel Mufeo Fiorentino (io) è da
vederli Cupido in un Carro che guida due Galli, con un altro Cupido che precede con la
sferza in mano.
Finalmente per ornamento di quella tavola riferirò una gemma di lavoro non ordinario
ìncifain un giacinto guarnaccino, nella quale due farfalle (fimbolo della noflra anima) tirano un
aratro guidato da Amore, che nella finiflra mano tiene le redini, e nella deflra in vece di sferza
un dardo in atto di fcagliarlo, volendo efprimere con queflo pungente {limolo eh' ei regola a voglia
fua le noflre Anime ad un giogo fervile ridotte. Quella gemma è con fomma brevità fpiegata da
Arifleneto (11) Ed ambedue noi infieme tiriamo un medefimo giogo.
Tom. I. G AL'
(6) Lucrezio nel principio del fuo Poema con maravigliofe
lodi copiofamente efagera la potenza d'Amore . Il refrante
ancora dei poeti fi fono compiaciuti di trattare quefìo argu-
mento ,tra i quali Seneca nell'Hippolito atto I. coro V. 347.
Gli Africani Leoni piegano il collo
Quando li muove Amore .
Virgilio ancora Ceiris v, 135.
Egli doma gli Africani Leoni,
Ed infegna a mansuefare le forti Tigri.
Finalmente Cupido nei Dialoghi degli Dei di Luciano nel
Dialogo tra Venere , e Cupido così parla. Sta di buon a-
nimo 0 madre , poiché gì' ijleffi Leoni mi fono famigliari , e
fpeffo montando il loro tergo , li regolo prendendo la loro giubba
come per briglia. Tutti gli altri animali fimilmente fono
al di lui impero (ottopodi come cantò l'iftcflb Seneca Hip.
atto I. coro v. 337. Non folo Amore fignoreggia fopra
tutti gli animali , ma gì' ifteffi Dei fon al di lui impero
foggetti fpogliandoli , ancora delle loro infegne , come
è efpreflb in un graziofo epigramma di Filippo nell' An-
tologia lib. r. pag. 44. e 45.
Mira come P Olimpo, bau meffo a facco
Gli sfacciatela , ed inquieti Amori ,
E come poi deIV Arme, e delle fpo^lie
Degl' immortali Iddìi fi facciali belli,
Altri V arca dì Febo, altri di Giove
Il fulmine fi porta , altri il cimiero
E ? usbergo di Marte , impugna queftì
Di Nettutiuo il tridente, e quei d'Alcide
La clava toglie, chi di Bacco il tirfo
Chi la face di Diana, e chi gli alati
Calzari dì Mercurio al pie $' allaccia.
Viltà dunque non è fé mortai petto
Cede agli frali del pojjente Amore ,
Cui dìer gf Iddj in poter V arme, e f infegne .
Di quefto belliflìmo penfiere fi prevalfe 1* immortai Raf-
faello nella fua Pittura Farnefiana . Finalmente gli uomini,
gli Dei, e gli elementi ancora fono fottopofti ad Amore, fie-
come cantò Orfeo negl'inni pag. 359. Nella prima parte
dell'ifcrizioni del Gori pag. 79. tav. XVI. fi vede una jlatuet-
ta infigne di bronzo a" un Amore Panteo , al quale cedono tut-
te le cofe, favoleggiando effire a luì gli uomini , e gli Dei fog-
getti ; il quale con la faretra e V arco (là fopra un fiore di-
Loto . E per indicare il dì luì trionfo , e poffanza fopra tutti
gli Dei, varii iflrumentì, e fimboli delle Deità gli fiatino
fiotto i piedi come i timpani, e il crotalo di Cìbele 0 pure dì
Bacco , la zampogna di Pane , ìlfifìro d'ifide , la face a" Imeneo,
0 dì Cerere , F arco dì Diana , la faretra d?Apollo, la clava
iV Ercole , il delfino di Nettiamo , e il timone della Fortuna .
(7) Montf. voi. 1. pag. i<S3.
(8) Loc. cit. pag. 180.
(9) Caylus Antiq. Egipt. pag. 130.
(io) Gori Muf. Fior. voi. 1. pag. 1J3- tab. 73.
(ri) Arift. Ep. lib. 2. Ep. 7. pag. i;ó*. Gorleo nella
fua raccolta di gemme ci offre una curiofa gemma nella
quale s' ofTerva una farfalla fare le veci del Bifolco gui-
dando un aratro , al quale fono unite altre due farfalle.
Inoltre alla gem. $68. e 569. viene efpreflb il fommo impero
d' Amore fopra il Mondo intiero , vedendoli Cupido in una
fopra il Mondo con l'arco fcioko,nell'altra coli'arco cefo.