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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 1) — Florenz, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.3576#0111

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI

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fu più adattato ai di lei coflumi che quello nome , Agrippina ancora madre di Nerone lì riputò a
vanagloria d'effer trasformata in Venere marina, come ella appunto in una Medaglia della famiglia
Annia (13) s' offerva {tante in un carro tirato da un Tritone marino, che porta una facella accefa,
e da una Nereide che fuona una tromba marina ,

Inoltre aggiungerò la nafeita di Venere (*) , Quella gemma è con arte Angolare incifa in una
belliffima Ametifta, quantunque ila una pietra molto difficile a lavorarfi . Quello preziofo monu-
mento lo poffiede il Marchefe Rondanini grande Amante delle Antichità, e Belle Arti.

L' eccellentiffimo Artefice in quella gemma ci ha rapprefentato un quadro graziofo, che
l'ifteffo celebre Albano Padre delle Grazie non poteva meglio immaginare , tanto è bella
l'immaginazione, e la difpofizione delle figure, ed il difegno, Si vede Venere nuda col deliro
piede genuflefla voltata al Cielo verfo Giove, e Giunone circondati dalle nuvole in atto fuppli-
chevole, Nella delira parte fuperiore vi è Amore tenendo con ambedue le mani un piccol vafo ,,
Alla fmiflra fopra le nuvole fi vede un' altro Cupido, che ha nelle mani uno fpecchio, ed atten-
tamente rimira Giove, e Giunone , A baffo dalla parte delira vi è un' altro Amore, il quale palpa
la Madre , e l'accarezza, dalla fmiflra preffo un vafo pollo fopra una bafe parimente un Cupido,,
che parla alla Madre . Vicino al vafo vi è un tronco con dei panni, fé non m'inganno, poiché il
difegno di quella gemma è confumato, e non fi diflingue bene, né ho potuto prefentemente vedere
la gemma medefima ,

Difficile è la fpiegazione di una tal gemma, Io congetturerei che l'induftriofo Artefice abbia
voluto efprimere la nafeita di Venere ch'efee dal mare, mentre dice Paufania ( lib. 5. pag. 194.)
che Venere tifata dal mare fu accolta da Amore, A lei ben conviene lo fpecchio, ed il vafo degli
unguenti che tengono gli Amori, imperciocché lo fpecchio è proprio il fimbolo di Venere conforme
afìerifeono molti Scrittori riportati dal Buonnarroti (14)- Sofocle poeta y come fi legge preflo
Ateneo (15), immagina la Dea Venere, la quale è ejprejfa per il piacere, profumata di unguenti, e che
fi contempla allo fpecchio. I marmi di Turino riportano quella ifcrizione, e l'emendano (io), già
irata pubblicata dal Grutero .

IOVI- IVNONI- MINER.

ANTONIA ■ M. L. IBO «

APHRODISIA- SCIPHOS* II.

VENEREM • ( feilieet Veneri ) SPECVLVM «

DONVM , DEDIT-

Vinkelmann pubblicò tre gemme (17) di Venere Anadiomène. La prima tiene nella fmiflra mano

uno fpecchio, nel quale ella fi riguarda, nell' altre due Cupido le^ prefenta uno fpecchio .

AL-

(13) Morelli T eforo delle famiglie ce. pag, i<J. 017. (i;)'Athen. Deipn. lih. is. pag. ^87.

(*) Tav. VI. N. II. (16) Marmora Taurinenfia, pars 2. pag. iod. Gruter»

(1+) Buonarroti Qflervazioni fopra de Vali antichi di vetro Infcr. pag. 5. n. 6"„
pag, 158. Marmora Tat}r. part. u. pag. 106. (17) Defcription des Pierres Gravées du Stofch p. 116,
 
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