MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI
119
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'"'do
lamh
mi
endiie>
' irata
nihìk.
SA-
Ho creduto che foife quello il luogo più adattato per riportare la figura di Marte, mentre
ancora egli prefiede alla guerra, ed ha in comune con Minerva (9) l'impero. Nel piede trian-
golare de candelabri di Cafa Barberini ( ritrovati nella Villa Tiburtina dell' Imperatore Adriano
nel luogo detto l'Accademia (io) ) fi vede Marte nudo in piedi in età giovanile (*) fcolpito in
baflbrilievo da eccellente fcalpello, coli' elmo in tefta adornato di doppio ordine di penne, nel
mezzo del quale v' è un Leone, e fopra un Grifo tiene la clamide che gli cade dagli omeri ravvolta
nel finiflro braccio, nel quale ha una lancia ed appoggia il deliro fui fianco ; nel volto fi fcorge
3a fierezza, e l'animo guerriero, che però è temperato da una piacevole maeftà con un certo
vigore in tutte le membra. Nella nudità di Marte giudico che l'Artefice abbia voluto indicare,
che in guerra ciafcuno deve effere intrepido, e che perciò abbia efprelfo la tranquilla indifferenza
di quel Nume, conforme fpiega Morelli (11) in una medaglia di Giulio Cefare, nella quale
(die' egli ) fi vede Marte nudo, 0 pure tranquillo in piedi coli' elmo , tenendo nella deftra l'afta, e il pg-
razonio nella finiftra . Gli antichi fcultori hanno rapprefentati gli Dei ora placidi, ora iracondi,
come lo dimoftrano infiniti monumenti; Ma benché i Romani foflero molto dediti alla guerra,
nulladimeno non venerarono Marte con sì frequente culto come alcune altre Deità, e principal-
mente Venere ed Efculapio, Numi della falute, e del piacere.
Per quello che fpetta al morione, nel quale fi vede un Leone ed un Grifo, fi volle con ciò
fagacemente lignificare il terrore che Marte cagiona ai nemici, come cantò un' antico Poeta: pa-
ventano le galee col ceffo delle Fiere. Il cimiero con doppio ordine di penne fu inventato dalla
Nazione dei Cari, come dice Erodoto (12). / Cari furono i primi a moftrare la maniera di mettere
le piume fopra gli elmi, i quali fpeffe volte erano lavorati con diverfe forme di fiere, come era
quello di Turno, del quale dice Virgilio (13).
Cui triplice cimier V altero elmetto
Ferocemente adorna, e una chimera
Minacciando foftien, che vampe Etnee
Dalle fauci tramanda.
SA-
(9) Varrone de ling. lat. lib. 4. pag. 18. dice che Marte
è così nominato perchè prefiede ai inafehi nella guerra cioè
?vlarsa maribus e Ovidio lib. 3. de Fall. verf. 8$. e Omero
nell' Iliad. lib. ;. verf. 428. , e nell' Inno di Pallade dice.
Palla Minerva, che le Città falva
Fonimi a cantar terrìbìl ; cui con Marte
A cura fon le belliche faccende .
(io) Pianta della Villa Tiburtina d'Adriano di Pirro
Ligorio Roma 1751. cap. 11. pag. 23. num. 31. Mon-
signor Bulgarini ha trovato alcune flanze fotterra nelle quali
ha cavato due candelieri di marmo intagliati a foglie con ti
piedi a triangolo, nelle cui facciate fono figurine di baffori'
lievo intagliate di buona maniera, li quali caudellieri ortt-
fono tra /' anticaglie dell' Emìnentifs. Sig. Cardinal Barberini.
(*) Tav. XIII. N. I.
(11) Morelli Thef. numifm. pag. 02.
(12) Herod. lib. r. cap. 171.
(13) Virgil. lib. 7. Aen, verf. 78J.
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Ho creduto che foife quello il luogo più adattato per riportare la figura di Marte, mentre
ancora egli prefiede alla guerra, ed ha in comune con Minerva (9) l'impero. Nel piede trian-
golare de candelabri di Cafa Barberini ( ritrovati nella Villa Tiburtina dell' Imperatore Adriano
nel luogo detto l'Accademia (io) ) fi vede Marte nudo in piedi in età giovanile (*) fcolpito in
baflbrilievo da eccellente fcalpello, coli' elmo in tefta adornato di doppio ordine di penne, nel
mezzo del quale v' è un Leone, e fopra un Grifo tiene la clamide che gli cade dagli omeri ravvolta
nel finiflro braccio, nel quale ha una lancia ed appoggia il deliro fui fianco ; nel volto fi fcorge
3a fierezza, e l'animo guerriero, che però è temperato da una piacevole maeftà con un certo
vigore in tutte le membra. Nella nudità di Marte giudico che l'Artefice abbia voluto indicare,
che in guerra ciafcuno deve effere intrepido, e che perciò abbia efprelfo la tranquilla indifferenza
di quel Nume, conforme fpiega Morelli (11) in una medaglia di Giulio Cefare, nella quale
(die' egli ) fi vede Marte nudo, 0 pure tranquillo in piedi coli' elmo , tenendo nella deftra l'afta, e il pg-
razonio nella finiftra . Gli antichi fcultori hanno rapprefentati gli Dei ora placidi, ora iracondi,
come lo dimoftrano infiniti monumenti; Ma benché i Romani foflero molto dediti alla guerra,
nulladimeno non venerarono Marte con sì frequente culto come alcune altre Deità, e principal-
mente Venere ed Efculapio, Numi della falute, e del piacere.
Per quello che fpetta al morione, nel quale fi vede un Leone ed un Grifo, fi volle con ciò
fagacemente lignificare il terrore che Marte cagiona ai nemici, come cantò un' antico Poeta: pa-
ventano le galee col ceffo delle Fiere. Il cimiero con doppio ordine di penne fu inventato dalla
Nazione dei Cari, come dice Erodoto (12). / Cari furono i primi a moftrare la maniera di mettere
le piume fopra gli elmi, i quali fpeffe volte erano lavorati con diverfe forme di fiere, come era
quello di Turno, del quale dice Virgilio (13).
Cui triplice cimier V altero elmetto
Ferocemente adorna, e una chimera
Minacciando foftien, che vampe Etnee
Dalle fauci tramanda.
SA-
(9) Varrone de ling. lat. lib. 4. pag. 18. dice che Marte
è così nominato perchè prefiede ai inafehi nella guerra cioè
?vlarsa maribus e Ovidio lib. 3. de Fall. verf. 8$. e Omero
nell' Iliad. lib. ;. verf. 428. , e nell' Inno di Pallade dice.
Palla Minerva, che le Città falva
Fonimi a cantar terrìbìl ; cui con Marte
A cura fon le belliche faccende .
(io) Pianta della Villa Tiburtina d'Adriano di Pirro
Ligorio Roma 1751. cap. 11. pag. 23. num. 31. Mon-
signor Bulgarini ha trovato alcune flanze fotterra nelle quali
ha cavato due candelieri di marmo intagliati a foglie con ti
piedi a triangolo, nelle cui facciate fono figurine di baffori'
lievo intagliate di buona maniera, li quali caudellieri ortt-
fono tra /' anticaglie dell' Emìnentifs. Sig. Cardinal Barberini.
(*) Tav. XIII. N. I.
(11) Morelli Thef. numifm. pag. 02.
(12) Herod. lib. r. cap. 171.
(13) Virgil. lib. 7. Aen, verf. 78J.