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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI l?5
Vcnghiamo adunque alla noftra gemma, nella quale è rapprefentata Venere dagli Antichi
chiamata Popolare (9), fopra di che mi fervirò dell'eruditiffima fpiegazione del Chiarimmo
Commendatore Vettori (io).
Si vede in quefta gemma Veliere fedente fopra uri elegante ma fa di fa fi, alla quale s'appoggia
con la fini fra mano, tenendo alquanto alzata la deftra, ed equilibrando col dito indice una bacchetta,
0 canna, avendo ornati i polfi delle braccia con doppie armille (11). É rapprefentato il fio volto in
profilo, riguardando attentamente con P occhio al movimento della bacchetta per tenerla in equilibrio,
e fendo, con volto piacevole ed allegro, Ila ì capelli ricciuti legati con un nodo per di dietro, V ejìremità.
de' quali fvolazzano per Paria. E" ornata d'orecchini fenza gemme, e d'un vezzo preziofo di perle
intorno al collo (12). Tutta la parte fuperiore del corpo è quafi nuda turgidetta, e graffetta, fenza
la cintura, fcolpita così dall' Artefice per far pompa dell' arte fua. E" coperta da bufo con la ve fé
chiamata palla, cadente a molte pieghe, nella ejìremità della quale vi fono per ornamento alcuni
fiocchetti a figura d'oliva, e con i piedi nudi fenza veruna forte di calzare. Dirimpetto vola il
fanciulletto Amore con Pali fpiegate, capelli corti, e ricciuti, colle braccia tefe, e colle mani, e le
dita fcherzofamente aperte. E' efprejfo in atto d'impetrare dalla ìnadre fua la canna, 0 la bacchetta
per fare il me defimo gioco, ed e grafottello, e bene in carne, come fogliono e fere i fanciulletti. Nel
campo fi legge ATAOC cioè AULO . Il gioco nel quale Venere prende piacere in quefta gemma anulare
è del tutto puerile, e fimilmente nei nojlri tempi s'ufa fpeffe volte dai fanciulli per paffare il tempo
con piacere, e rifa, e fon quefti i loro divertimenti, ed alle volte fon due, e tre che s'efercitano
nelP iftefo gioco facendo delle fcommefe da confeguirfi da quello, il quale più lungo fpazio di tempo
fofterrà, agiterà, e condurrà attorno la bacchetta alzata in equilibrio. Di quefto graziofiffimo gioco
veruna menzione e fiata fatta apprefo gli antichi Scrittori, che ne hanno mentovati molli altri.
Contuttocìò Erodoto (13) forfè potrà giovare rammentando quefto gioco; vale a dire che gli Sciti
vaticinavano con delle bacchette di falci, e gli Enarii, che fono gli Ermafroditi, avevano ricevuto da
Venere P arte di vaticinare colla fronde del Tìglio. Dì qual fpecie poi fia quefta bacchetta, colla
quale Venere fcherza, è cofa ofcura del tutto, e non fa duopo con maggior curiofità il ricercarne.
Orazio (14) della Venere Erìcina così s'efprime.
0 tu piuttofto Venere rìdente,
Cui d'intorno il Piacer vola, e Cupido.
1 verfi d'Orazio fplegano la noffira gemma, nella quale fé tu rimiri Venere giocofa, fubito ti viene
incontro ancora Cupido che fcherza volando intorno a Venere, perlaqualcofa <pitoppeiS^i (cioè amante
del riib) epiteto dato frequentemente a Venere da Omero (15) perchè ella era filmata amante del
tifo. Vedi fé vuoi Orfeo (16), il quale nella medefima maniera elegantemente dipinge Venere. Intorno
a quefto gioco altre congetture fi trovano efpofte ingegnofamente dal Chiariffimo Autore ; ma
in mille maniere li poffono fpiegare quelle cole; e tutto quello che direfli tu non potrelli
affer-
del Teforo Brit. ) giudica che quefta Dea fia un mi/lo dì
tutte le Deità dei Sirj chiamato Pauteo, delle quali Aflarte,
cioè Venere, e la principale . Cicerone ci afficura nel lib. 3.
cap, 23. de Nat. Deor. che Venere ed Afìarte foffero la mede fina
cofa. Ev da ofTervarli che fi trovano mokifiìme Veneri Vin-
citrici con un pomo in mano incife in plafma di Smeraldo,
iiccome molti Giovi incifi in Calcedonio Zaffirino . Onde
gli Antichi incifori nell' incidere le dette Deità in quelle
pietre avranno facilmente voluto lignificare qualche cofa
di mifteriofo, che lafcio agli eruditi d'interpetrare.
(0) Son perfuafo che non ci fia flato altroché una. Venere ,
come con fomma erudizione e criterio ci dimoflra il Sig.
Fourmont il Cadetto in una fua diflertazione nel voi. io.
p. 20. delle Memorie dell'Ifcrizioni ec. , riducendo le fette
Veneri ad una fola. Xenofante nel Convito voi. 2. p. 258.
fortemente dubita del numero delle Veneri, fé quelle fi
pofTano ridurre a due, dicendo, lo non fo veramente fé vi ì
fiata una fola Venere , 0 due , la cele/le , e la volgare .
(is) Differtatio Glyptographica p. 9. e 47. e feg.
(riì Delle Armille vedi Vettori lo. cit. p. 30., e Buonar-
roti OfTervazioni fopra alcuni vali di vetro antichi p. 199.
e nel lib. delle Pitture d' Ercolano Voi. t. T. 20. e 21. Queft'
ornamento dell* armille nelle femmine era negli antichi
tempi, in ufo, come fi ha dalla Genefi cap. 24. n. 22. e in
Ifaia cap. 3. n. ro.
(12) Vedi Omero nell'Inno di Venere Voi. 2. p. 549. V. 3.
......... . E ne'' forati
Orecchi fiori d? oricalco e d* oro
Pregiato, e intorno al delicato collo
Ed alt argenteo petto, P adoni aro ,
Con auree collane .
In moltiifime medaglie di famiglia fi vede Venere ornata
con orecchini di gemme, e con vezzo di perle. Vedi Morelli
nel Teforo delle famiglie alla famiglia Giulia, T. 4.
(13) Herod. Hai. lib. 4. cap. 6-j.
(14) Hor. lib. 1. Od. 2.
(15) Omero nell' Inno di Venere v. 17.
(io") Orfeo nell'Inno di Venere p. 353.
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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI l?5
Vcnghiamo adunque alla noftra gemma, nella quale è rapprefentata Venere dagli Antichi
chiamata Popolare (9), fopra di che mi fervirò dell'eruditiffima fpiegazione del Chiarimmo
Commendatore Vettori (io).
Si vede in quefta gemma Veliere fedente fopra uri elegante ma fa di fa fi, alla quale s'appoggia
con la fini fra mano, tenendo alquanto alzata la deftra, ed equilibrando col dito indice una bacchetta,
0 canna, avendo ornati i polfi delle braccia con doppie armille (11). É rapprefentato il fio volto in
profilo, riguardando attentamente con P occhio al movimento della bacchetta per tenerla in equilibrio,
e fendo, con volto piacevole ed allegro, Ila ì capelli ricciuti legati con un nodo per di dietro, V ejìremità.
de' quali fvolazzano per Paria. E" ornata d'orecchini fenza gemme, e d'un vezzo preziofo di perle
intorno al collo (12). Tutta la parte fuperiore del corpo è quafi nuda turgidetta, e graffetta, fenza
la cintura, fcolpita così dall' Artefice per far pompa dell' arte fua. E" coperta da bufo con la ve fé
chiamata palla, cadente a molte pieghe, nella ejìremità della quale vi fono per ornamento alcuni
fiocchetti a figura d'oliva, e con i piedi nudi fenza veruna forte di calzare. Dirimpetto vola il
fanciulletto Amore con Pali fpiegate, capelli corti, e ricciuti, colle braccia tefe, e colle mani, e le
dita fcherzofamente aperte. E' efprejfo in atto d'impetrare dalla ìnadre fua la canna, 0 la bacchetta
per fare il me defimo gioco, ed e grafottello, e bene in carne, come fogliono e fere i fanciulletti. Nel
campo fi legge ATAOC cioè AULO . Il gioco nel quale Venere prende piacere in quefta gemma anulare
è del tutto puerile, e fimilmente nei nojlri tempi s'ufa fpeffe volte dai fanciulli per paffare il tempo
con piacere, e rifa, e fon quefti i loro divertimenti, ed alle volte fon due, e tre che s'efercitano
nelP iftefo gioco facendo delle fcommefe da confeguirfi da quello, il quale più lungo fpazio di tempo
fofterrà, agiterà, e condurrà attorno la bacchetta alzata in equilibrio. Di quefto graziofiffimo gioco
veruna menzione e fiata fatta apprefo gli antichi Scrittori, che ne hanno mentovati molli altri.
Contuttocìò Erodoto (13) forfè potrà giovare rammentando quefto gioco; vale a dire che gli Sciti
vaticinavano con delle bacchette di falci, e gli Enarii, che fono gli Ermafroditi, avevano ricevuto da
Venere P arte di vaticinare colla fronde del Tìglio. Dì qual fpecie poi fia quefta bacchetta, colla
quale Venere fcherza, è cofa ofcura del tutto, e non fa duopo con maggior curiofità il ricercarne.
Orazio (14) della Venere Erìcina così s'efprime.
0 tu piuttofto Venere rìdente,
Cui d'intorno il Piacer vola, e Cupido.
1 verfi d'Orazio fplegano la noffira gemma, nella quale fé tu rimiri Venere giocofa, fubito ti viene
incontro ancora Cupido che fcherza volando intorno a Venere, perlaqualcofa <pitoppeiS^i (cioè amante
del riib) epiteto dato frequentemente a Venere da Omero (15) perchè ella era filmata amante del
tifo. Vedi fé vuoi Orfeo (16), il quale nella medefima maniera elegantemente dipinge Venere. Intorno
a quefto gioco altre congetture fi trovano efpofte ingegnofamente dal Chiariffimo Autore ; ma
in mille maniere li poffono fpiegare quelle cole; e tutto quello che direfli tu non potrelli
affer-
del Teforo Brit. ) giudica che quefta Dea fia un mi/lo dì
tutte le Deità dei Sirj chiamato Pauteo, delle quali Aflarte,
cioè Venere, e la principale . Cicerone ci afficura nel lib. 3.
cap, 23. de Nat. Deor. che Venere ed Afìarte foffero la mede fina
cofa. Ev da ofTervarli che fi trovano mokifiìme Veneri Vin-
citrici con un pomo in mano incife in plafma di Smeraldo,
iiccome molti Giovi incifi in Calcedonio Zaffirino . Onde
gli Antichi incifori nell' incidere le dette Deità in quelle
pietre avranno facilmente voluto lignificare qualche cofa
di mifteriofo, che lafcio agli eruditi d'interpetrare.
(0) Son perfuafo che non ci fia flato altroché una. Venere ,
come con fomma erudizione e criterio ci dimoflra il Sig.
Fourmont il Cadetto in una fua diflertazione nel voi. io.
p. 20. delle Memorie dell'Ifcrizioni ec. , riducendo le fette
Veneri ad una fola. Xenofante nel Convito voi. 2. p. 258.
fortemente dubita del numero delle Veneri, fé quelle fi
pofTano ridurre a due, dicendo, lo non fo veramente fé vi ì
fiata una fola Venere , 0 due , la cele/le , e la volgare .
(is) Differtatio Glyptographica p. 9. e 47. e feg.
(riì Delle Armille vedi Vettori lo. cit. p. 30., e Buonar-
roti OfTervazioni fopra alcuni vali di vetro antichi p. 199.
e nel lib. delle Pitture d' Ercolano Voi. t. T. 20. e 21. Queft'
ornamento dell* armille nelle femmine era negli antichi
tempi, in ufo, come fi ha dalla Genefi cap. 24. n. 22. e in
Ifaia cap. 3. n. ro.
(12) Vedi Omero nell'Inno di Venere Voi. 2. p. 549. V. 3.
......... . E ne'' forati
Orecchi fiori d? oricalco e d* oro
Pregiato, e intorno al delicato collo
Ed alt argenteo petto, P adoni aro ,
Con auree collane .
In moltiifime medaglie di famiglia fi vede Venere ornata
con orecchini di gemme, e con vezzo di perle. Vedi Morelli
nel Teforo delle famiglie alla famiglia Giulia, T. 4.
(13) Herod. Hai. lib. 4. cap. 6-j.
(14) Hor. lib. 1. Od. 2.
(15) Omero nell' Inno di Venere v. 17.
(io") Orfeo nell'Inno di Venere p. 353.