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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI
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ti i.!e
opetì
ftenles K
corp^ ma,;
fclue Offl^
Hercule pr0p.
;ffent> qui tu
i mjeda yel
a comitantibus
adium, alìoruffl
ìicos Atenèi
rìs, jnquit, k
eris? Tumilb
ierio meo; nìh'il
i coepit, Itaque
:tiam « ?«te
re few iwj»®
:o return obti-
.ondula cognove
vivtus cktt, «]
rf/ acquifitarfì'. Voi certamente (difie) fiete virtuofi, che fubito avete comprefio, quanto meglio fia di
rifiutare, che prendere un regno. Tuttavìa datemi qualcuno di regia ftirpe, il quale fi ricordi dì
avere da voi il regno ricevuto. Ma ejfi vedendo, che molti /lavano in grande fperanza adulando tutti
gli amici di Alefandrò per la troppa cupidigia di regnare, deliberarono, ne fimo efere migliore di un certo
Abdoìomino per lungo ordine dì parentela alla reale ftirpe congiunte, ma che per la miferia flava colti-
vando un orticello vicino alla città . La cagione della fua povertà, carne a molti fittole accadere, era
la probità, ed intento al fitto giornaliere lavoro non fientiva lo fitrepito dell' armi, che aveva mefo a
fioqquadro tutta /' Afta . Subito quelli di fiopra nominati con /' infiegne della vefte reale entrano nell'
orto, e trovano per avventura /Adolomìno, che lo ripuliva dall' erbe fterili. Avendolo allora fia lutato
Rè, di fé uno di loro: Quefita vefte, che tu vedi nelle mie mani, fi deve mutare con codefta fiordida,
che hai indofo . Lavati il corpo da perpetua immondezza imbrattato : Prendi l' animo reale, e dìmofitra
un contegno in quefita fortuna, della quale fiei degno, e quando rifiederai nel regio fioglio padrone della
vita, e della morte ài tutti i cittadini, guardati dì nw ti dimenticare dello fiato prefiente, nel quale
tu ricevi il regna, anzi non ti ficordare per chi lo ricevi, l'area tal novità ad Abdoìomino quafi un
fogno . Pertanto gì interrogò con grande ìftanza, fie fio fero fiani di mente, poiché tanto sfacciatamente
lo burlafero . Ma mentre dubitava, fa dalla fitta immondezza ripulito, e ine fall la vefte, di porpora,
e d'oro ornata, e preftatogli il giuramento di fedeltà, già vero Rè fa dai medefimì accompagnato alla
reggia. La fama, come finale accadere, fi fiparfie velocemente per tutte le città. In alcuni compariva
V amare, in altri lo fidegno . I ricchifimi biafiimavano la di luì bafezza, e mifieria apprefo gli amici di
Alefandrò. Il Rè comandò fiubito, che veni fé alla fiua prefienza, ed avendolo molto tempo confederato,
di fé, l' afipetto. della tua perfiona non ripugna alla fama della tua famiglia ; ma ho defiderio d'intendere,
con quale animo, e pazienza hai tollerato la tua mifieria. Piaccia al Cielo, allora egli rìfipofie, che io>
poffa con il medefime animo fiofitenere- un regno. Quefte mani hanno fiupplito al mìo defiderio, e non
avendo cofia ulama > nulla mi è mancato. Con quefta rijpofta Abdoìomino diede fiaggìo dì un grande
ingegno. Per la qual cofia comandò Alefandrò, che li fio fé data non fiolo la regia fiuppellettile di Stratone >
ma altresì la maggior parte della preda dei Perfii, ed aggiuvfie ancora al dì lui impero un paefè projjima
alfa città. Terminerò queft' Moria con Diodoro Skulo lib. 17. loc. cit. Così Abdoìomino ottenne-
il regno, mantenendofi fiempre ì amicizia di Alefandrò : cofia in vero di manifieftijjimo efiempìo a tutti-,
i quali non per anche comprefiero quanto fia facile a variar la Fortuna. Da quelli fatti ii può dedurre
la coftanza e virtù del noflro Eroe, tollerante nell'avverfa forte, e fingolarmente modello nella
favorevole.
Quantunque non elidano di quefto Rè Abdoìomino medaglie alcune, nondimeno il fagace
Artefice Aulo ne ha indicate nella fua gemma ballanti congetture per crederlo tale . Primieramente
veggìamo la tefta cinta di fafeia reale propria dei Rè della Siria, con aria penfofa guardando il Cielo,
e con la bocca un poco aperta in fegno di ammirazione. Si può certamente credere,, che in
tale atto di maraviglia rettane, quando quei nobili di Sidonia entrarono nell' orto, e lo trovarono,
che fceglieva F erbe ; ed allora lo decorarono dell' infegne e velli reali, e lo falutarono per loro Rè.
Finalmente il vitello, e la figura di un lavorante di campagna, appoggiato ad un barione »
manifefta la prima condizione di Abdoìomino avanti che folfe dichiarato Rè > e niente è più
a propofito per indicare lo flato della vita runica che il Bove, mentre l'ifteub è chiamato
dagli Antichi aratore, ed agricoltore. Da quefte congetture fi può argumentaxe eiTere rappre-
fentato in quefta rariffima gemma Abdoìomino Rè di Sidonia^
E e 2 TE-
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rifiutare, che prendere un regno. Tuttavìa datemi qualcuno di regia ftirpe, il quale fi ricordi dì
avere da voi il regno ricevuto. Ma ejfi vedendo, che molti /lavano in grande fperanza adulando tutti
gli amici di Alefandrò per la troppa cupidigia di regnare, deliberarono, ne fimo efere migliore di un certo
Abdoìomino per lungo ordine dì parentela alla reale ftirpe congiunte, ma che per la miferia flava colti-
vando un orticello vicino alla città . La cagione della fua povertà, carne a molti fittole accadere, era
la probità, ed intento al fitto giornaliere lavoro non fientiva lo fitrepito dell' armi, che aveva mefo a
fioqquadro tutta /' Afta . Subito quelli di fiopra nominati con /' infiegne della vefte reale entrano nell'
orto, e trovano per avventura /Adolomìno, che lo ripuliva dall' erbe fterili. Avendolo allora fia lutato
Rè, di fé uno di loro: Quefita vefte, che tu vedi nelle mie mani, fi deve mutare con codefta fiordida,
che hai indofo . Lavati il corpo da perpetua immondezza imbrattato : Prendi l' animo reale, e dìmofitra
un contegno in quefita fortuna, della quale fiei degno, e quando rifiederai nel regio fioglio padrone della
vita, e della morte ài tutti i cittadini, guardati dì nw ti dimenticare dello fiato prefiente, nel quale
tu ricevi il regna, anzi non ti ficordare per chi lo ricevi, l'area tal novità ad Abdoìomino quafi un
fogno . Pertanto gì interrogò con grande ìftanza, fie fio fero fiani di mente, poiché tanto sfacciatamente
lo burlafero . Ma mentre dubitava, fa dalla fitta immondezza ripulito, e ine fall la vefte, di porpora,
e d'oro ornata, e preftatogli il giuramento di fedeltà, già vero Rè fa dai medefimì accompagnato alla
reggia. La fama, come finale accadere, fi fiparfie velocemente per tutte le città. In alcuni compariva
V amare, in altri lo fidegno . I ricchifimi biafiimavano la di luì bafezza, e mifieria apprefo gli amici di
Alefandrò. Il Rè comandò fiubito, che veni fé alla fiua prefienza, ed avendolo molto tempo confederato,
di fé, l' afipetto. della tua perfiona non ripugna alla fama della tua famiglia ; ma ho defiderio d'intendere,
con quale animo, e pazienza hai tollerato la tua mifieria. Piaccia al Cielo, allora egli rìfipofie, che io>
poffa con il medefime animo fiofitenere- un regno. Quefte mani hanno fiupplito al mìo defiderio, e non
avendo cofia ulama > nulla mi è mancato. Con quefta rijpofta Abdoìomino diede fiaggìo dì un grande
ingegno. Per la qual cofia comandò Alefandrò, che li fio fé data non fiolo la regia fiuppellettile di Stratone >
ma altresì la maggior parte della preda dei Perfii, ed aggiuvfie ancora al dì lui impero un paefè projjima
alfa città. Terminerò queft' Moria con Diodoro Skulo lib. 17. loc. cit. Così Abdoìomino ottenne-
il regno, mantenendofi fiempre ì amicizia di Alefandrò : cofia in vero di manifieftijjimo efiempìo a tutti-,
i quali non per anche comprefiero quanto fia facile a variar la Fortuna. Da quelli fatti ii può dedurre
la coftanza e virtù del noflro Eroe, tollerante nell'avverfa forte, e fingolarmente modello nella
favorevole.
Quantunque non elidano di quefto Rè Abdoìomino medaglie alcune, nondimeno il fagace
Artefice Aulo ne ha indicate nella fua gemma ballanti congetture per crederlo tale . Primieramente
veggìamo la tefta cinta di fafeia reale propria dei Rè della Siria, con aria penfofa guardando il Cielo,
e con la bocca un poco aperta in fegno di ammirazione. Si può certamente credere,, che in
tale atto di maraviglia rettane, quando quei nobili di Sidonia entrarono nell' orto, e lo trovarono,
che fceglieva F erbe ; ed allora lo decorarono dell' infegne e velli reali, e lo falutarono per loro Rè.
Finalmente il vitello, e la figura di un lavorante di campagna, appoggiato ad un barione »
manifefta la prima condizione di Abdoìomino avanti che folfe dichiarato Rè > e niente è più
a propofito per indicare lo flato della vita runica che il Bove, mentre l'ifteub è chiamato
dagli Antichi aratore, ed agricoltore. Da quefte congetture fi può argumentaxe eiTere rappre-
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