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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 1.1855

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Nr. 1 (Gennajo 1855)
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Spano, Giovanni: Moneta e statua di Sardopatore
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https://doi.org/10.11588/diglit.10802#0019

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come si costumava dagli antichi, lasciando pendere dietro
le estremità della benda. Siede sopra un seggiolone ornato
da una specie di grifone, tenendo colla destra mano uno
stile o càlamo , e colla sinistra un volume aperto , a più
del calamajo, come nell'atto di scrivere. Il destro braccio lo
tiene nudo, nel mentre che tutto il rimanente del suo
corpo è ben' avvolto da un'ampia clamide o toga (1).

Che questa statua, che non sappiamo di che materia
fosse , se di bronzo, o d'altra nobile materia, perchè lo tace
1' autore che la copiò, sia di Sardopatore, ossia del Padre
Sardo (2), non lascia dubitarne l'iscrizione fenicia che ha nello
zoccolo. Basta confrontare le ultime quattro lettere , come
ben osservava il citato Della Marmora, con quelle eh' espri-
mono il nome proprio di Sardon sulla Lapide Fenicia del R.
Museo di Cagliari per non poterne dubitare; anzi dalla forma
delle lettere queste iscrizioni sembrano contemporanee (3).

Essendo però le prime due lettere puramente ebraiche
un Lamed ed un Beth, non possiamo conciliare questo mi-
scuglio di lettere se non aderendo al sentimento del Cav.
Della Marmora, cioè che il disegno della statua sia stato
troppo logoro neh" iscrizione , e quindi che sia stato
ritoccato da qualche Ebreo abitante nell' Isola sostituendo
all'Aleph un Lamed, e tralasciando X He dimostrativo,
come è nella citata Lapide, Hab (pater) , appunto perchè
scomparse le lettere fenicie, nè conoscendo questa scrittura
l'abbia supplita nel miglior modo ed a senso in ebraico (4).

(1) L1 originale di questa Statua fu rinvenuto nell1 antica Citta d'Olbia, ed
apparteneva ad un tal nobile e distinto militare di Sassari Giovanni Cariga,
come riporta il Virde nel disegno che mandò al Gilli in Cagliari. Questo Gio.
Cariga viveva nel IS41. V. cit. Memoria.

(2) Pausania dice che quella che fu mandata nel Tempio di Appolline in
Delfo era di bronzo, come si vedrà appresso. Quésta Statua, vi esisteva sino al
tempo di Pausania allorché fece il suo viaggio in Grecia.

(3) (V. Arri G. A. Lapide Fenicia di Nora in Sardegna. Memoria della R.
Accad. delle Scienze. Torino 1834.

(4) Nel Ritmo di Gialeto si rammentano molti Ebrei dotti nelle lingue e
nello studio delle antichità, tra i quali era Àbramo Cagliaritano ed un Samuele,
 
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