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Bullettino archeologico sardo ossia raccolta dei monumenti antichi in ogni genere di tutta l'isola di Sardegna — 1.1855

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Nr. 7 (Luglio 1855)
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Spano, Giovanni: Statuetta di Serapide in bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.10802#0112

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pio durò come di sopra si è detto fino al tempo di Teo-
dosio , ed allorquando venne distrutto si scuoprirono
tutte le furberie dei sacerdoti di quella divinità , i quali
avevano praticato tante vie sotterranee , e disposte tante
macchine ingegnosamente per ingannare i popoli ^oi falsi
prodigi che di tanto in tanto a norma della circostanza
operavano (1).

La nostra statuetta pare più presto che sia stata ado-
rata per Serapide , dio della salute. Niente più facile per
dargli questa interpretazione ci ha persuaso che il consi-
derare il modo con cui è rappresentato. Tiene la mano
diritta in atto di respingere i mali o da una casa , o dalle
persone per le quali stava in custodia. In questo modo
secondo la superstizione pagana si atteggiavano i dei In-
diteti} i Lari domestici, ossiano i custodi della casa e
della famiglia , colle armi impugnate in atto di difesa ,
o colla mano alzata in posizione di allontanare i pericoli ,
oppure i nemici, e salvare gli adoratori da tutte le di-
sgrazie , e da tutti i mali che sarebbero per accadere , ap-
pellati perciò Averrunci (2). Questo culto ebbe origine
neir Egitto, e poi si rese comune ad altre nazioni che vi
accorrevano, essendo informate dei loro misteri, e così si
estese alla Grecia ed a Roma (3). Ogni famiglia aveva un

che direttamente cadeva nella bocca del Dio Serapi. In quel medesimo tempo
portavasi un simulacro del Sole il quale era di ferro, ed essendo attratto dalla
calamita che i Sacerdoti avevano nascosto nella volta del Tempio, da sè stesso
si avvicinava a Serapi. In allora dicevano che il sole salutava quel Dio: allor-
quando però il raggio ritiravasi dalla bocca di Serapi, e la statuetta di ferro ri-
cadeva, facevano credere che il sole l1 avea già visitato, e quindi aveva ripreso
a continuare il suo corso.

(1) Simile furfanteria si adoperava in Bahilonia nel Tempio di Belo, che venne
scoperta da Daniele (Dan. XlVj-

(2) Averrunci, da cui 1' espressione ad averruncanda mala, erano così
detti da avertere, cioè allontanare i mali.

(3) In Roma furono tanti gli abusi introdotti per le feste instituite in onore di
questo Dio che obbligarono il Senato a doverle intieramente abolire. Le eene che si
 
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