M ARCHITETTURA GRECA. PARTE I,
trasferirono. Dalle più comuni pratiche Greche sembra però che si cliscostasse il gran sepolcro di Porsena, in-
nalzato in Chiusi antica città dell'Etruria ; imperocché si descrive essere stato formato con piramidi e globi com-
binati insieme in un modo originale (76). Degli Etruschi propriamente altre ben poche opere di qualche inte-
ressamento si possono citare per dimostrare la loro vantata abilità nel costruire ; imperocché poche cose si trovano
a questo riguardo riferite dagli antichi scrittori, ed anche poche traccie dei loro proprj edifizj ci sono rim aste.
Quindi coloro che vollero esaltare la grande perizia nell'arte di edificare degli Etruschi, furono obbligati di
riportare per prova le opere evidentemente Greche, siccome per esempio le Pestane, oppure le Romane co-
strutte anche nel tempo in cui i Romani dominarono il paese degli Etruschi stessi, ed allorché ebbero adottate
le arti Greche più da vicino.
I Focesi della Jonia, essendo forzati da Arpago di trasmigrare dalla città chiamata dal loro nome Focea,
che avevano cinta con mura composte di grosse pietre, e dopo varie vicende venendo alcuni di essi a stabilirsi
nelle regioni dell'antica Gallia poste verso il mare, si narra che ivi edificarono Marsilia, allorché essi vinsero i Car-
taginesi in un combattimento navale (77). Si credeva che questi Focesi nel lasciare la loro patria avessero preso
augurio della loro navigazione da Diana Efesia ; e perciò in tale loro stabilimento avessero edificato un tempio
alla medesima Dea, che fu poi tenuto in molta considerazione, e che stava collocato sulla rocca di tale nuova città
unitamente ad altro tempio di Apollo Delfinio (78). Doveva essere evidentemente questo tempio di Diana Efesia
costrutto colla stessa maniera Jonica di quello ben celebre di Efeso ; imperocché questi Focesi ordinarono ivi,
e conservarono per molto tempo gli usi stessi che avevano nella Jonia; onde come, si trova asserito da Strabone,
ottennero un grande credito presso i popoli circonvicini, e divennero i loro maestri nelle scienze e nelle arti Gre-
che . Acquistando in seguito questi Focesi maggior potere si estesero peranchc nelle Spagne, ove si narra che
edificarono delle città con delle fortezze, e vi stabilirono il culto di Diana Efesia. Un tempio consacrato a questa
Dea esisteva ancora al tempo di Strabone in un promontorio presso il fiume Sucrone, ove possedevano tre terre
i Marsiliesi (79). Prima ancora che i Focesi si stabilissero in Marsilia, si trasferirono essi nell'isola di Cimo, detta
poi dai Romani Corsica, ove abitarono una città chiamata Alalia, dai medesimi Focesi anteriormente fondata,
ed ivi edificarono dei tempj. Similmente si racconta da Erodoto in specie, che altri Jonj in tale circostanza fu-
rono consigliati da Biante Prieneo, e da Talcte Milesio di stabilirsi nella Sardegna, e di edificarvi una città
comune a tutti: ma però si conosce dal medesimo scrittore, che solo quei di Teo edificarono una città nella
Tracia chiamata Abdera, già cominciata da Timesio Clazomenio (80). Onde si deduce che col mezzo di questi
stabilimenti si dovettero le arti Greche propagare peranche nelle indicate regioni (81).
I grandi edifizj che sino dal principio della terza epoca quivi considerata s'innalzarono da tutti i Greci
in generale, secondo le due maniere da essi ritrovate, ci fanno credere che non ad un tratto si sia potuto pas-
sare dalla semplice maniera di costruire, adottata nelle fabbriche dei primi tempi, a quella nobile e grandiosa
impiegata inspecie nel tempio di Giunone in Samo, di Diana in Efeso, di Giove Olimpico in Atene, e di Giove
(76) Garrone presso Plin. Lib. 36. e. 13. Intorno la dis-
posizione di questo supposto monumento, si trovano molte cose scritte
nella Parte terza,ove si riporta cogli altri sepolcri più interessanti.
(77) Erod. in Clio e Tucid. Lib. 1.
(78) Strab. Lib. 4. Aveva la citta di Marsilia un porto in-
cavato nella rupe in forma di teatro; e tanto questo porto che la
città erano circondati da bellissime mura.
(79) Strab. Lib. 4.
(80) Erod. in Clio. Nella Sardegna però, narrano gli scrittori
antichi, che vi si erano stabiliti altri Greci in tempi anteriori, e
principalmente si distinguevano quelli condotti da Jolao, i quali
unitamente ad alcuni Tespiesi si dicevano avere edificate le città
di Olbia, e di Ogrilla. Quindi vi si recarono pure alcuni Trojani
dopo la caduta della loro città; e questi in seguito delle guerre che
ebbero cogli A Africani, si trasferirono ad abitare le sommità dei
monti, fortificandosi con sicuri ripari. {Paus.Lib. 1 0. c.\ 7.) A questi
Greci inspecie sembra che si debbano attribuire le costruzioni di
alcune mura composte con massi irregolari, secondo la maniera
detta ora Ciclopea, delle quali ne avanzano alcuni resti. Però le quat-
tro diverse specie dei popoli che abitavano i monti dell'Isola, e che
erano chiamati Tarati, Sossinati, Balari ed Aconiti, avevano sta-
bilito il loro soggiorno nelle spelonche, ed in esse abitavano sino
ancora nel tempo di Strabone.
(81) Coloro che cercano di diminuire il merito ai Greci nella
propagazione delle loro istituzioni e pratiche nelle arti inspecie,
mentre contrastano i racconti che si fanno dagli antichi sulla pro-
venienza dei diversi stabilimenti che fissarono i Greci nelle indi-
cate diverse regioni nei tempi più antichi, sono poi obbligati di
confermare essersi in quest'epoca più cognita nella storia antica
sistemate ivi varie istituzioni Greche. Quindi da ciò ne deriva che
ammettendo essi, che i popoli proprj dei paesi occupati furono in
quest'epoca dai Greci ammaestrati nelle più comuni usanze, fanno
conoscere non esser improbabile che fosse avvenuto ciò che più si
conveniva ai tempi anteriori, e che essi fortemente contrastano.
trasferirono. Dalle più comuni pratiche Greche sembra però che si cliscostasse il gran sepolcro di Porsena, in-
nalzato in Chiusi antica città dell'Etruria ; imperocché si descrive essere stato formato con piramidi e globi com-
binati insieme in un modo originale (76). Degli Etruschi propriamente altre ben poche opere di qualche inte-
ressamento si possono citare per dimostrare la loro vantata abilità nel costruire ; imperocché poche cose si trovano
a questo riguardo riferite dagli antichi scrittori, ed anche poche traccie dei loro proprj edifizj ci sono rim aste.
Quindi coloro che vollero esaltare la grande perizia nell'arte di edificare degli Etruschi, furono obbligati di
riportare per prova le opere evidentemente Greche, siccome per esempio le Pestane, oppure le Romane co-
strutte anche nel tempo in cui i Romani dominarono il paese degli Etruschi stessi, ed allorché ebbero adottate
le arti Greche più da vicino.
I Focesi della Jonia, essendo forzati da Arpago di trasmigrare dalla città chiamata dal loro nome Focea,
che avevano cinta con mura composte di grosse pietre, e dopo varie vicende venendo alcuni di essi a stabilirsi
nelle regioni dell'antica Gallia poste verso il mare, si narra che ivi edificarono Marsilia, allorché essi vinsero i Car-
taginesi in un combattimento navale (77). Si credeva che questi Focesi nel lasciare la loro patria avessero preso
augurio della loro navigazione da Diana Efesia ; e perciò in tale loro stabilimento avessero edificato un tempio
alla medesima Dea, che fu poi tenuto in molta considerazione, e che stava collocato sulla rocca di tale nuova città
unitamente ad altro tempio di Apollo Delfinio (78). Doveva essere evidentemente questo tempio di Diana Efesia
costrutto colla stessa maniera Jonica di quello ben celebre di Efeso ; imperocché questi Focesi ordinarono ivi,
e conservarono per molto tempo gli usi stessi che avevano nella Jonia; onde come, si trova asserito da Strabone,
ottennero un grande credito presso i popoli circonvicini, e divennero i loro maestri nelle scienze e nelle arti Gre-
che . Acquistando in seguito questi Focesi maggior potere si estesero peranchc nelle Spagne, ove si narra che
edificarono delle città con delle fortezze, e vi stabilirono il culto di Diana Efesia. Un tempio consacrato a questa
Dea esisteva ancora al tempo di Strabone in un promontorio presso il fiume Sucrone, ove possedevano tre terre
i Marsiliesi (79). Prima ancora che i Focesi si stabilissero in Marsilia, si trasferirono essi nell'isola di Cimo, detta
poi dai Romani Corsica, ove abitarono una città chiamata Alalia, dai medesimi Focesi anteriormente fondata,
ed ivi edificarono dei tempj. Similmente si racconta da Erodoto in specie, che altri Jonj in tale circostanza fu-
rono consigliati da Biante Prieneo, e da Talcte Milesio di stabilirsi nella Sardegna, e di edificarvi una città
comune a tutti: ma però si conosce dal medesimo scrittore, che solo quei di Teo edificarono una città nella
Tracia chiamata Abdera, già cominciata da Timesio Clazomenio (80). Onde si deduce che col mezzo di questi
stabilimenti si dovettero le arti Greche propagare peranche nelle indicate regioni (81).
I grandi edifizj che sino dal principio della terza epoca quivi considerata s'innalzarono da tutti i Greci
in generale, secondo le due maniere da essi ritrovate, ci fanno credere che non ad un tratto si sia potuto pas-
sare dalla semplice maniera di costruire, adottata nelle fabbriche dei primi tempi, a quella nobile e grandiosa
impiegata inspecie nel tempio di Giunone in Samo, di Diana in Efeso, di Giove Olimpico in Atene, e di Giove
(76) Garrone presso Plin. Lib. 36. e. 13. Intorno la dis-
posizione di questo supposto monumento, si trovano molte cose scritte
nella Parte terza,ove si riporta cogli altri sepolcri più interessanti.
(77) Erod. in Clio e Tucid. Lib. 1.
(78) Strab. Lib. 4. Aveva la citta di Marsilia un porto in-
cavato nella rupe in forma di teatro; e tanto questo porto che la
città erano circondati da bellissime mura.
(79) Strab. Lib. 4.
(80) Erod. in Clio. Nella Sardegna però, narrano gli scrittori
antichi, che vi si erano stabiliti altri Greci in tempi anteriori, e
principalmente si distinguevano quelli condotti da Jolao, i quali
unitamente ad alcuni Tespiesi si dicevano avere edificate le città
di Olbia, e di Ogrilla. Quindi vi si recarono pure alcuni Trojani
dopo la caduta della loro città; e questi in seguito delle guerre che
ebbero cogli A Africani, si trasferirono ad abitare le sommità dei
monti, fortificandosi con sicuri ripari. {Paus.Lib. 1 0. c.\ 7.) A questi
Greci inspecie sembra che si debbano attribuire le costruzioni di
alcune mura composte con massi irregolari, secondo la maniera
detta ora Ciclopea, delle quali ne avanzano alcuni resti. Però le quat-
tro diverse specie dei popoli che abitavano i monti dell'Isola, e che
erano chiamati Tarati, Sossinati, Balari ed Aconiti, avevano sta-
bilito il loro soggiorno nelle spelonche, ed in esse abitavano sino
ancora nel tempo di Strabone.
(81) Coloro che cercano di diminuire il merito ai Greci nella
propagazione delle loro istituzioni e pratiche nelle arti inspecie,
mentre contrastano i racconti che si fanno dagli antichi sulla pro-
venienza dei diversi stabilimenti che fissarono i Greci nelle indi-
cate diverse regioni nei tempi più antichi, sono poi obbligati di
confermare essersi in quest'epoca più cognita nella storia antica
sistemate ivi varie istituzioni Greche. Quindi da ciò ne deriva che
ammettendo essi, che i popoli proprj dei paesi occupati furono in
quest'epoca dai Greci ammaestrati nelle più comuni usanze, fanno
conoscere non esser improbabile che fosse avvenuto ciò che più si
conveniva ai tempi anteriori, e che essi fortemente contrastano.