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Museo italiano di antichità classica — 2.1886/​88

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Comparetti, Domenico: Epigrafi arcaiche di Gortyna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9012#0138
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EPIGRAFI ARCAICHE DI GORTYNA

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spiegano come si sentisse il bisogno di comporre
il codice delle leggi della città riassumendo e ri-
toccando l'opera legislativa anteriore. Questa era
rappresentata da un considerevole numero di leggi
staccate, di vario soggetto, disordinatamente spar-
pagliate su pei muri di quell'antichissimo edifìcio
da cui provengono questi blocchi in epoca tarda
adoperati per altre costruzioni; erano scolpite nel
modo il più disuguale, quali meglio quali peggio,
quali in caratteri grandissimi, quali in caratteri
assai minori, con aggiunte, deviazioni, anche so-
vrapposizioni di scrittura, quali da dritta a si-
nistra, quali fìovoTQocprjdóv quali un po'neh'uno
un po' nell'altro modo. Ed erano tutte scritte
secondo l'antico alfabeto. Si doveva dunque sen-
tire il bisogno di riunire le leggi in un com-
plesso omogeneo, qual'è quello di cui ci dà sag-
gio la grande iscrizione, tutta scolpita secondo
un principio e una norma stabile ed usuale, nella
forma dei caratteri, nella direzione della scrittura,
tutta direi quasi secondo uno stile che par divenga
uniforme e costante negli atti ufficiali, leggi e
decreti, che tutti, per quanti frammenti oggi ne
rimangono, colpiscono per singoiar somiglianza di
apparenza. Con questo va unita l'adozione di un
alfabeto nuovo che (salvo l'uso o no dell'H) è
stabilmente comune a tutte le leggi e decreti di
questo nuovo periodo. L'alfabeto è semplicizzato
colla eliminazione di tre segni che sono B, 9, I,
considerati come superflui; al Z in quanto rap-
presentava propriamente £ (aS) si sostituisce A
semplice o doppio (ma s'intende sempre doppio),
al 9 il K e all'B TE con doppio ufficio, oppure H
quando si voglia distinguere. E i segni più arcaici,
ai quali già si andavano sostituendo altri divenuti
comuni anche altrove, sono decisamente e affatto
soppressi sostituendovi questi altri stabilmente :
non più ^ ma 8, non più 1 ma non più 1 ma D,
non più H ma ». È abolito inoltre il segno di di-
visione fra le parole. Finalmente, la direzione della
scrittura è costantemente bustrofeda.

Ma il fatto più importante che spingeva a ri-
comporre, riscrivere, rimettere a nuovo le leggi
era l'introduzione dell'uso della moneta. Tutto
quanto nelle vecchie leggi (ed era una grandis-
sima parte di quelle) determinava ammontare di
multe o pagamenti in animali, in lebeti, in tripodi,
doveva esser tradotto nei termini nuovi, e legal-
mente definito il corrispondente ammontare di
quelle multe o pagamenti in stateri, dramme,

oboli. Dovettero fare a Gortyna quello stesso che
Solone dovette fare in Atene per talune leggi di
Dracone da lui mantenute ; dove questi parlava di
pagamenti in buoi o pecore egli dovette sostituire
un determinato numero di dramme. (Plut. Sol. 23).

Queste osservazioni ravvicinano la grande iscri-
zione a questo gruppo d'iscrizioni più antiche con-
fermando la data del sesto secolo che io indicai
per quella; poiché grande non c'è alcuna ragione
di credere che sia l'intervallo che separa le une
dalle altre, e se fosse, la maggior distanza sarebbe
per parte di quelle del gruppo più antico. I segni
aboliti negli atti dello stato non erano ancora
usciti dall'uso comune, come si può argomentare
da una svista dell'artefice che una volta in un
framm. inedito del gruppo posteriore segna °\ in
luogo di 8 che è la forma costantemente adottata
in tutto il resto. Le iscrizioni poi del gruppo più
antico van giudicate in massa, poiché evidentemente
quantunque ve ne sia senza dubbio d'anni diversi,
pure sono assai prossime fra loro, e poco si gua-
dagnerebbe cercando di distinguerle in più antiche
e in meno antiche, bisogna intricata, poiché se per
certa ragione, come p. es. l'uso del 8 o del », una
pare meno antica di un'altra, altre caratteristiche
della stessa conducono ad altra conclusione ; così
nei n. 1, 2, 3, la scrittura minore, certamente più
antica, ha » mentre la maggiore ha H ; ed an-
che il criterio della direziono della scrittura non
sarebbe conclusivo per la ragione stessa; come
neppur quello della irregolarità e trascuratezza,
trovandosi p. es. 8 in una iscrizione trascuratis-
sima (n. 81) e °\ in una iscrizione regolarissima
(fr. 1-38 ecc.). Di mezzo all'uso antico pronunziato
e dominante in tutte, si osserva un introdursi di
un uso nuovo, rappresentato però con tal confu-
sione ed arbitrio nell'assieme che s'intende come
dovesse provarsi il bisogno di fissare una norma
ufficiale, stabile e regolare.

L'epoca a cui questo gruppo d'iscrizioni si può
far risalire, a mio credere, è quella che immedia-
tamente precede l'adozione deh uso della moneta
a Gortyna, alla quale adozione certamente devono
essere prossime quelle leggi ; poiché invero questa
grande innovazione greca, la coniazione della mo-
neta, accompagna quel moto di ordinamento e di
rinnovamento civile che si manifesta negli stati
greci colle prime legislazioni scritte e procede da
un medesimo bisogno con quello. Io le collocherei
nella seconda metà del settimo secolo, che è in
 
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