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Museo italiano di antichità classica — 2.1886/​88

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Sabbadini, Remigio: Codici latini posseduti, scoperti, illustrati da Guarino Veronese
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https://doi.org/10.11588/diglit.9012#0201
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CODICI LATINI POSSEDUTI, SCOPERTI, ILLUSTRATI DA GUARINO VERONESE

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Frontino, almeno sette anni prima che si cono-
scesse quello di Monte Cassino; un Finnico, un
de Caesaribus, che si conoscono ciascuno per un
solo codice, e non sono i suoi, che andarono per-
duti. Perduta anzi la maggior parte della sua col-
lezione, della quale finora io non rintracciai che
qualche frammento.

Molti furono i luoghi da lui esplorati e fatti
esplorare. Già una gran parte della sua raccolta
l'aveva portata- con sè dall'Oriente e conteneva
senza dubbio buoni codici (come un Orazio) se fin
dal suo soggiorno a Firenze il Niccoli ci mise su
gli occhi avidi — nonnullis codicibus meis cupidos
adiecit oados — per ingrossarne la sua incipiente
biblioteca. Più tardi Venezia dovette offrirgli buona
messe e fu probabilmente colà che nel 1419 ven-
nero in luce alcuni mime vetustatis codices, sacri
ferme omnes, tra cui il famoso Plinio. A Verona
trovò assai più ancora. Io credo che dalla biblio-
teca di quel Capitolo siano usciti i suoi più pre-
ziosi cimeli. Ma a Verona doveva avere un serio
competitore nell'Abbate di S. Zeno. Guarino non
lo nomina mai, però parla spesso copertamente
di una harpya, di un hominis monstrum, di una
luterana simia, da cui non può carpire i codici;
io ritengo che egli alluda all'Abbate, di cui si sa
per altra via, che era possessore di buoni codici.

Da Verona estese al di fuori per mezzo dei suoi
amici le esplorazioni. Fece cercare nella cattedrale
di Reggio un Papia dal Giglioli; dalla cattedrale
di Lodi vennero in luce un Macrobio e l'archetipo
di Cicerone opere retoriche, dei quali ebbe copia
esatta per mezzo del Lamola. Fece cercare dal
Mazolato a Pomposa, monastero tra Ferrara e
Ravenna, di dove anche Tommaso Parentucelli
trasse buona preda. Incaricò il Lamola di scovargli
un Plinio e altri autori in Liguria. Ma i suoi prin-
cipali agenti, si direbbe, erano in Bologna. Inteso
di una abbondante raccolta di codici fatta colà,
scrisse al Salerno, allora podestà di Bologna, di
procurargliene alcuni senza troppi scrupoli: riser-
vasse gli scrupoli nell'esercizio delle sue funzioni
pretorie. Da Bologna il Panormita gli fornì buoni
materiali, come un Erodoto e il primo Cornelio
Celso, che fosse allora conosciuto; e movendo da

Bologna il Lamola e un Tommaso, che non può
essere che il Parentucelli, gli esplorarono verso
il 1423 il monastero di Nonantola, dove Guarino
stesso andò in persona. Tommaso Parentucelli
viveva allora a Bologna col vescovo Albergati e
faceva di quando in quando escursioni nei mona-
steri, come di Nonantola, di Pomposa, di Lodi.

E quanto acuto segugio, altrettanto era Guarino
infaticabile cacciatore. Diede per sette anni la cac-
cia al Macrobio di Giovanni Corvini; un anno e
mezzo si affaccendò per aver copia di un Servio
da Mariotto N'ori ; mise di mezzo il vice-podestà
di Mantova per riavere un'orazione di Cicerone,
ch'era colà esulata da Verona; interpose l'opera
del Giglioli e del Marchese di Ferrara per avere
un de Oratore; mandò un incaricato espresso a
Milano per un Orator; impegnò Costanza da Va-
rano per un codice di Cornuto. Gli ostacoli e le
gelose ritrosie non lo spaventarono mai, quan-
tunque ne trovò tante, egli così liberale dei suoi
codici.

Sull'ordine dato alle presenti ricerche devo av-
vertire che ho scelto quello alfabetico dei nomi
latini dei singoli autori, essendo eia riservare un
ordine più razionale solo quando io esaminerò tutta
l'attività letteraria e critica di Guarino.

Ho lasciato fuori due nomi, Celso e Plauto, di
cui mi sono occupato in un opuscolo speciale:
Guarino Veronese e gli Archetipi di Gelso e Plaitio,
con un'appendice stdl'Aurispa. Livorno, R. Giu-
sti, 1886, pag. 72.

Per le citazioni delle fonti delle lettere di Gua-
rino io rimanderò all'altro mio opuscolo: Guarino
Veronese e il suo Epistolario edito e inedito. — In-
dice cdfabetico delle lettere e biografia tratta da esse.
Salerno, tipog. Nazionale, 1885, pag. 82.

Nelle notizie che dò codice per codice io seguo
l'ordine cronologico dell'epistolario guariniano; le
singole date, che son poste tra parentesi quadre,
mancano nelle fonti manoscritte. Rendere ragione
di esse ad una ad una sarebbe triplicare il lavoro ;
perciò si appaghi il lettore dei miei risultati, senza
vederli, per ora, documentati. Questo si può fare
solo nell'edizione dell'intero Epistolario, la quale
non tarderà molto ad uscire.
 
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