DI UN INSIGNE PAVIMENTO IN MUSAICO, KCC.
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sero avere esistito due città dello stesso nome, l'ima prossima
al luogo dove il Giordano entra nel lago, V altra all' estremità del
lago stesso Ma veramente il passo del Deuteronomio (XXXIV,
1 segg.) che si adduce per riconoscere una seconda Segor non
lungi dalla foce del detto fiume non parmi decisivo. Ivi è narrato
che Mosè salì sul Nebo e che da esso il Signore gli fece con-
templare tutta la terra promessa. Il Nebo è l'alta montagna si-
tuata incontro a Gericho, dalla parte opposta del Giordano. Segue
nel sacro testo 1' enumerazione delle regioni vedute da Mosè, ed
in primo luogo ostendit ei Dominus omnem terram Galaad usque
Dan, poi le terre di Nettali, Efraim, Manasse e Giuda insino al
mediterraneo, finalmente australem partem et latitudinem campi
Jericho .... usque Segor. Questa enumerazione segue manifesta-
mente l'ordine geografico, abbracciando prima le regioni poste al
nord, indi quelle ad occidente e finalmente quelle al mezzodì da
Gerico a Segor. la quale perciò dovea trovarsi precisamente vicino
ai confini estremi meridionali della Palestina, e proprio circa il
luogo ove vediamo Zoara nel musaico. D'altra parte è vero che
s. Paola sembra avere avuto in mente una Segor diversa da quella
dell'estremità del mar morto e più vicina a Gerico, poiché contem-
plando dalle medesime alture del Nebo la terra santa pare riunire
assieme et vineas Engaddi (Engaddi era non molto lungi da Gerico
sul versante occidentale del mar morto) ei Segor... que prius Baia
vocabatur et in Zoaram id est parvalam syro sermone trans-
lata est 2. Il che sarebbe confermato da s. Antonino, il quale
afferma che de lordane usque ad locum in quo Moyses de cor-
pore exivit sunt milliaria octo et exinde non multum longe ad
Segor, in quibus locis sunt multi eremitae 3. Ciò nondimeno
1 V. Gamurrini, S. Silviae Aquitanae peregrinatio ad loca sancta,
Romae 1887, p. 54; cf. la nuova edizione di questo insigne documento
negli Studi e documenti di Storia e diritto, 1888, p. 120.
» Itinera, p. 36.
3 Itinera, p. 97; Gamurrini, 1. c., p. 54.
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sero avere esistito due città dello stesso nome, l'ima prossima
al luogo dove il Giordano entra nel lago, V altra all' estremità del
lago stesso Ma veramente il passo del Deuteronomio (XXXIV,
1 segg.) che si adduce per riconoscere una seconda Segor non
lungi dalla foce del detto fiume non parmi decisivo. Ivi è narrato
che Mosè salì sul Nebo e che da esso il Signore gli fece con-
templare tutta la terra promessa. Il Nebo è l'alta montagna si-
tuata incontro a Gericho, dalla parte opposta del Giordano. Segue
nel sacro testo 1' enumerazione delle regioni vedute da Mosè, ed
in primo luogo ostendit ei Dominus omnem terram Galaad usque
Dan, poi le terre di Nettali, Efraim, Manasse e Giuda insino al
mediterraneo, finalmente australem partem et latitudinem campi
Jericho .... usque Segor. Questa enumerazione segue manifesta-
mente l'ordine geografico, abbracciando prima le regioni poste al
nord, indi quelle ad occidente e finalmente quelle al mezzodì da
Gerico a Segor. la quale perciò dovea trovarsi precisamente vicino
ai confini estremi meridionali della Palestina, e proprio circa il
luogo ove vediamo Zoara nel musaico. D'altra parte è vero che
s. Paola sembra avere avuto in mente una Segor diversa da quella
dell'estremità del mar morto e più vicina a Gerico, poiché contem-
plando dalle medesime alture del Nebo la terra santa pare riunire
assieme et vineas Engaddi (Engaddi era non molto lungi da Gerico
sul versante occidentale del mar morto) ei Segor... que prius Baia
vocabatur et in Zoaram id est parvalam syro sermone trans-
lata est 2. Il che sarebbe confermato da s. Antonino, il quale
afferma che de lordane usque ad locum in quo Moyses de cor-
pore exivit sunt milliaria octo et exinde non multum longe ad
Segor, in quibus locis sunt multi eremitae 3. Ciò nondimeno
1 V. Gamurrini, S. Silviae Aquitanae peregrinatio ad loca sancta,
Romae 1887, p. 54; cf. la nuova edizione di questo insigne documento
negli Studi e documenti di Storia e diritto, 1888, p. 120.
» Itinera, p. 36.
3 Itinera, p. 97; Gamurrini, 1. c., p. 54.