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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 6.1900

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Dove fu scritta la leggenda di S. Bonifazio?
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https://doi.org/10.11588/diglit.18743#0217

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BOVE FU SCRITTA LA LEGGENDA DI S. BONIFAZIO

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tata da uominil, e stipes si prepose con grande probabilità a
palus, perchè più usato a designare quei legni appuntati con
cui i rei si trafiggevano, o su cui a volte impalavansi2.

Se i latinismi della Passio greca non si possono far valere
nè prò nè contra la sua originalità, altrettanto non è forse le-
cito dire dei grecismi che ci colpiscono nel testo latino. Anzi-
tutto un latino non avrebbe mai dato le distanze a stadi, ma
a miglia3. Si sa poi che i romani distinguevano assai netta- >
mente lo stadium à&Wampldtheatrum. Ora sembra che l'edifizio
indicato nella nostra leggenda col termine stadium, sia appunto
l'anfiteatro, luogo più specialmente riservato alle carneficine 4.
Se il testo originale è il greco, nessuna difficoltà ; poiché i greci
per indicare l'anfiteatro si valevano promiscuamente dei termini

1 Per questa distinzione fra basterna e lectica cf. Daremberg-Saglio,
Dictionnaire des antiquités, I, 1, p. 682; Marquardt, Vie privée des Ro-
mains, tr. V. Henry, 2, Paris 1893, p. 400. Nota però ohe la distinzione
veniva male osservata dai Greci, come raccogliesi dallo scolio riferito
nella nota precedente.

2 Cf. e. g. Senec, dial. 6, 20, 3; 7, 19, 3; epist 14, 5.

3 L'osservazione fu già fatta dal Mazzocchi, Kal. Neap., p. 292, e dal
Duchesne in Mélanges, 10, p. 231.

* E innegabile che qualche volta spettacoli di sangue ebbero luogo
anche nello stadio, nel circo, nel teatro. Nerone destinò il suo circo alla
strage dei cristiani nell'anno 64 (Tacito, An., 15, 44), Androcle fu esposto
alle belve nel circo Massimo (Aul. Geli., Noct. Att., 5, 14, 5) e per un
certo tempo lo stadio rimpiazzò in Roma l'anfiteatro in restaurazione
(Dio, 78, 25). Però é fuori di dubbio che ai combattimenti e alle car-
neficine (fra cui non mi parrebbe lecito annoverare il fatto narrato da
Svetonio, Octav., 45), più generalmente e più specialmente era riservato
l'anfiteatro (cf. Delehaye, L'amphithéâtre Flavien in Anal. Bollanti., 16,
1897, p. 226). In questo, e non nel teatro, solevano anche rappresentarsi
quelle tragedie che facevansi terminare con la uccisione reale di una o
più persone (cf. Martial., Spect., 21 : Quidquid in Orpheo Jìhodope spedasse
theatro Dicitur, exhìbuit, Caesar, arena Ubi). Dove pertanto i testi greci
parlano di cttìgi^ (come p. es. Theodoret., H. e., 5, 26) o anche di ssarps^
(come Ioh. Chrysost., De s. Ignatio, ap. Migne, P. 67., 50, 593), narrando
di martiri esposti alle bejve, o altrimenti uccisi in massa, é per lo meno
probabilissimo, attesa la confusione dei termini di cui ragiono nel testo,
che accennino all'anfiteatro.
 
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