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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 5.1902

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24147#0291

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MISCELLANEA

SPIGOLATURE.

La Piazza Ducale, detta del Duomo, in Vige-
vano, e i suoi restauri. — Ludovico Maria Sforza-
Visconti, luogotenente generale del Ducato di Milano,
volendo abbellire il paese che vide i suoi natali e per
il quale nutriva intenso affetto, in pari tempo che im-
prendeva a rifarne artisticamente il Castello, dotan-
dolo di uno spazioso e comodo palazzo per sua abi-
tazione, di ampie stalle per i suoi cavalli e di alloggi
numerosi per il suo seguito, non trascurava il resto
del borgo, al Castello stesso addossato, cui voleva
completamente rifare e risanare con strade larghe e
diritte, con abitazioni comode e soleggiate. Questo
concetto, che cercherò di sviluppare ampiamente un
giorno, dettando una monografia speciale su\V Età del
Moro a Vigevano, si palesa chiaramente, oltre che nei
molti edifici quattrocentistici, sparsi qua e là in Vige-
vano, nella bellissima piazza Ducale, detta comu-
nemente del Duomo, perchè su uno de’ suoi lati si
trovava e si trova tuttora la chiesa principale, poscia
cattedrale, eretta in onore del patrono del borgo,
sant’Ambrogio.

È facile seguire la storia della fondazione della
piazza compulsando i documenti d’archivio. Riservan-
domi di parlarne diffusamente più tardi, spero, in questa
stessa Rivista, credo per ora opportuno darne un
sunto, tanto per far conoscere ai lettori l’importante
monumento che, per munifica disposizione testamen-
taria d’un egregio cittadino vigevanese, Giorgio Silva,
sta per ritornare al primitivo onore.

Il primo accenno alla costruzione della piazza si
trova nel voi. Il de’ Convocati del Consiglio de' XIISa-
pienti,' seduta del 28 aprile 1492. Ivi è detto che l’il-
lustrissimo signor Ludovico vuole che sia misurato 1

1 I dodici Sapienti (o Presidenti), scelti dal Consiglio Maggiore
(o Generale) composto di 60 membri e durante in carica un anno,
formavano il così detto Consiglio Minore : una specie di Giunta
Comunale odierna. Da essi si sceglievano i due Consoli e, come
questi, restavano in carica tre mesi. Si radunavano ogniqualvolta

esattamente « terrenum apotecharum et domorum, que
prosternuntur in platea », e il Consiglio sopracitato
elegge a ciò Melchiorre de’ Poesii, Guideto de’Giudici
e Cristoforo de’Silva: i consoli in carica, Leonardo
Collo e Gerolamo Fantoni, e i signori Ambrogio
de’ Gravarona e Giovanni de’ Bosii, appartenenti al
Consiglio, sono nella stessa seduta chiamati a sopra-
stare a’ lavori.

Ma più chiaramente si appalesa l’idea del Moro
nella lettera del 3 maggio 1492, data a Vigevano e
firmata dal Duca Gian Galeazzo Maria, ma senza dubbio
inspirata e voluta dallo zio, in realtà il vero signore
di Milano. Di tale lettera esiste copia sincrona auten-
tica in un volume cartaceo dell’archivio civico vigeva-
nese, dal titolo Registrum litterarum ducalimn, vo-
lume I, al fol. il v.

Eccone il sunto.

Essendo anzitutto necessario, per adornare il borgo
di Vigevano (allora non era ancor città), costrurre nel
mezzo di esso una piazza, « in medio ipso loco pia-
team extollere », la quale risponda all’importanza del
borgo, data dalla continua dimora della Corte Ducale,
« per aule nostre continuam habitacionem », nonché
a’bisogni degli abitanti, il Duca di Milano, cioè il
Moro, incarica Ambrogio da Corte, maestro gene-
rale Aule nostre, di prendere tutti i provvedimenti
del caso, sia per abbattere case e spianare il terreno,
sia per costruire i nuovi edifici necessari « ad platee
ornatum ». E la piazza dev’essere a portici, e l’ab-
bellimento deve anche estendersi alle vie e alle case
limitrofe ; il tutto poi dev’essere eseguito secondo un
disegno prestabilito. La direzione de’ lavori, come s’è
detto, è affidata all’ingegnere da Corte, il quale ha

doveano dar corso ad apposite ordinanze del Consiglio Generale,
e ad esse potevano portare quelle modificazioni che ritenevano del
caso. Cfr. il mio lavoro Bianca Visconti di Savoia e la sua signo-
ria di Vigevano, in Bollettino della Società pavese di Storia pa-
tria, anno I (1901), fase. Ili, pag. 297-8.
 
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