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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 1
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Toesca, Pietro: Umili pittori fiorentini del principio del quattrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0096

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PIETRO TOESCA

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più tozze e ottuse all’apice delle dita nell’angiolo con l’arpa: è in ciò frale due opere una
perfetta identità.

L’antico catalogo degli Uffizi attribuiva le cuspidi del quadro non a Iacopo del Casen-
tino bensì a un qualche pittore del secolo XV, quantunque il trittico presenti in ogni sua parte
unità di maniera e sia interamente opera del Quattrocento.

Tra i quadri del Castello di Chantilly, presso Parigi, trovasi infatti un altro trittico dipinto,
a nostro parere, dallo stesso pittore della tavola degli Uffizi, e recante una data che accerta

Fig. 4 — Pittore fiorentino del 1433 c. : San Pietro in cattedra
Firenze, Galleria degli Uffizi - (Fotografia Alinari)

la sua esecuzione nel xv secolo (fig. 7). Rappresenta anche questo quadro l’Incoronazione
della Vergine fra Santi. Sul primo piano rivediamo genuflessi i lieti cantori — i medesimi
senza dubbio alcuno, e ritratti da uno stesso disegno — del trittico di Firenze ; le somiglianze
poi delle figure di Cristo e del Battista nei due dipinti permettono di affermare senz’altro
che ambedue le tavole appartengono ad un solo pittore. Nel trittico di Chantilly la compo-
sizione è più assennata che in quello di Firenze: i santi fanno cerchio, pensosi, all’Incoro-
nazione, mentre intorno, sulle cornici, è una festa di angioli che suonano strumenti e dan-
zano : in alto, nei due tondi, vedesi l’Annunciazione, e, nella cuspide centrale, l’Eterno in
atto d’inviare alla Vergine l’angiolo ed il bambino ignudo recante la croce — figurina già
dipinta dal pittore nelle cuspidi del trittico fiorentino, nè mai da lui dimenticata nel comporre
le sue Annunciazioni.

Con la predella degli Uffizi il trittico di Chantilly ha pure stretti rapporti poi che nel
drappeggiar ingombrante vivacemente’ illuminato sull’alto delle pieghe, che si affondano
oscure, dimostri con essa maggior somiglianza che non il trittico fiorentino, nell’aspetto di
San Pietro (facendo anche astrazione dai caratteri iconografici tradizionali) ripeta la figura
del santo liberato dal carcere, richiami nelle figure giovanili di San Tommaso e del Cristo
le immagini degli apostoli dipinti nella predella.

Sulla base della parte centrale del trittico, si legge : « qesta tavola a fato fare mesere
 
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