MISCELLANEA
6g
nel secolo xii, 1 ma sembra che non sia stato messo
in sodo se quel Teramnese debba riferirsi a Teramo,
a Terni o a Termoli, e se il reliquiario sia propria-
Collepietro, Chiesa Madre
Piede della croce processionale
mente dell’epoca indicata. Degli orafi teramani si
hanno documenti della seconda metà del secolo xiv.
Le produzioni della scuola aquilana risentono tutte
della maniera di Nicola di Guardiagrele. La croce di
Collepietro, che porta impresso il marchio AQL (A-
quila), 2 lavorata nel secolo xv, vuoi per la sagoma,
vuoi per l’ornamento, per gli smalti ecc., ha molta
analogia con le croci di mastro Nicola. Il piede o il
nodo dell’asta che la porta, fatto a tempietto otta-
gono, con nicchie cuspidali, che accolgono statuette
di santi di tutto rilievo, è una copia di quelli appar-
tenenti alle note croci di Guardiagrele e di Lanciano.
Notizie della scuola aquilana di oreficeria, anteriori
al quattrocento, per quel che è a mia conoscenza, man-
cano; è lecito supporre, quindi, che l’origine di questa
scuola si debba a Nicola, o ad uno dei migliori allievi
di lui.
* * *
Molto, e forse con poco accorgimento si è scritto
su Nicola di Guardiagrele, il quale, come suppose il
Gmeliu, 3 avrebbe fatto il suo noviziato nelle officine
sulmonesi. Gli attribuirono in su le prime il cognome
di Gallucci, per l’erronea interpretazione dell’iscri-
1 G. Pannella, Rainerius Teramnese e il sjio reliquiario, in
« Rivista Abruzzese», anno V, fase. 90, 1890.
2 Contemporaneamente alla scoperta eli questo marchio, fatta
da me nel '96, il prof. Gmelin mi avvertiva che a Londra, nel .South
Kensington Museum trovasi un bellissimo calice segnato col mar-
chio AQL, simile a quello della croce di Collepietro.
5 Op. cit.
zione incisa nell’ostensorio d’argento di Francavilla a
mare, e per una cronachetta di certo frate Nicolò Cola-
greco, nella quale si fa menzione di una famiglia di
orafi e cesellatori dal cognome Gallucci, vissuta in
Guardiagrele nel secolo xiv. L’iscrizione su ricordata
pubblicai nel suo vero testo nel 1888, 1 ma "essa non
valse a correggere l’errore: a mastro Nicola conti-
nuarono ad appioppare il cognome Gallucci in forza
della cronachetta, alla quale non credo si possa dare
molta importanza storica.
Oggi nuovi'ed accurati studii si vanno iniziando
per mostrare nella sua interezza la splendida figura
di Nicola di Guardiagrele. La mossa è venuta dal
sig. V. Balzano, 1 2 * * 5 il quale ha riconosciuto che alcuni
pregevoli altirilievi di casa Patini in Castel di Sangro,
che dettero occasione al valente critico sig. M. Reymond
di parlarne su questa Rivista, 3 rassomigliano a dei
quadretti a sbalzo del paliotto d’argento della catte-
drale di Teramo, lavoro eccellente di Nicola, eseguito
tra il 1433 e il 1448, sotto l’influenza della scuola
ghibertiana.
Lo scritto del sig. Balzano dev’essere tenuto in
molto conto per la giustezza delle osservazioni, dalle
quali, contrariamente a quanto sul principio si lasciò
arguire, si desume che i sei altirilievi castellani, dico
sei, perchè la Vergine col putto è d’altro scalpello,
non furono lavorati da quell'Àmicus de Genere Bar-
Guardiagrele, Piede di croce processionale
tolomei natus, aerijìci. suimnus in arie magìster,
rivelato da una iscrizione del 1423, letta e interpre-
1 P. Piccirilli, Una campana nella chiesa di San Francesco in
Francavilla a mare. Il Fallano, anno X, n. 16, Lanciano, 1S8S.
2 Fassirilievi medievali in Castel di Sangro, Castel di Sangro,
Putaturo, 1901 ; Nicola di Guardiagrele scultore ?, Cliieti, De Ma-
rinis, 1903.
3 Anno V, fase. 30-40,
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nel secolo xii, 1 ma sembra che non sia stato messo
in sodo se quel Teramnese debba riferirsi a Teramo,
a Terni o a Termoli, e se il reliquiario sia propria-
Collepietro, Chiesa Madre
Piede della croce processionale
mente dell’epoca indicata. Degli orafi teramani si
hanno documenti della seconda metà del secolo xiv.
Le produzioni della scuola aquilana risentono tutte
della maniera di Nicola di Guardiagrele. La croce di
Collepietro, che porta impresso il marchio AQL (A-
quila), 2 lavorata nel secolo xv, vuoi per la sagoma,
vuoi per l’ornamento, per gli smalti ecc., ha molta
analogia con le croci di mastro Nicola. Il piede o il
nodo dell’asta che la porta, fatto a tempietto otta-
gono, con nicchie cuspidali, che accolgono statuette
di santi di tutto rilievo, è una copia di quelli appar-
tenenti alle note croci di Guardiagrele e di Lanciano.
Notizie della scuola aquilana di oreficeria, anteriori
al quattrocento, per quel che è a mia conoscenza, man-
cano; è lecito supporre, quindi, che l’origine di questa
scuola si debba a Nicola, o ad uno dei migliori allievi
di lui.
* * *
Molto, e forse con poco accorgimento si è scritto
su Nicola di Guardiagrele, il quale, come suppose il
Gmeliu, 3 avrebbe fatto il suo noviziato nelle officine
sulmonesi. Gli attribuirono in su le prime il cognome
di Gallucci, per l’erronea interpretazione dell’iscri-
1 G. Pannella, Rainerius Teramnese e il sjio reliquiario, in
« Rivista Abruzzese», anno V, fase. 90, 1890.
2 Contemporaneamente alla scoperta eli questo marchio, fatta
da me nel '96, il prof. Gmelin mi avvertiva che a Londra, nel .South
Kensington Museum trovasi un bellissimo calice segnato col mar-
chio AQL, simile a quello della croce di Collepietro.
5 Op. cit.
zione incisa nell’ostensorio d’argento di Francavilla a
mare, e per una cronachetta di certo frate Nicolò Cola-
greco, nella quale si fa menzione di una famiglia di
orafi e cesellatori dal cognome Gallucci, vissuta in
Guardiagrele nel secolo xiv. L’iscrizione su ricordata
pubblicai nel suo vero testo nel 1888, 1 ma "essa non
valse a correggere l’errore: a mastro Nicola conti-
nuarono ad appioppare il cognome Gallucci in forza
della cronachetta, alla quale non credo si possa dare
molta importanza storica.
Oggi nuovi'ed accurati studii si vanno iniziando
per mostrare nella sua interezza la splendida figura
di Nicola di Guardiagrele. La mossa è venuta dal
sig. V. Balzano, 1 2 * * 5 il quale ha riconosciuto che alcuni
pregevoli altirilievi di casa Patini in Castel di Sangro,
che dettero occasione al valente critico sig. M. Reymond
di parlarne su questa Rivista, 3 rassomigliano a dei
quadretti a sbalzo del paliotto d’argento della catte-
drale di Teramo, lavoro eccellente di Nicola, eseguito
tra il 1433 e il 1448, sotto l’influenza della scuola
ghibertiana.
Lo scritto del sig. Balzano dev’essere tenuto in
molto conto per la giustezza delle osservazioni, dalle
quali, contrariamente a quanto sul principio si lasciò
arguire, si desume che i sei altirilievi castellani, dico
sei, perchè la Vergine col putto è d’altro scalpello,
non furono lavorati da quell'Àmicus de Genere Bar-
Guardiagrele, Piede di croce processionale
tolomei natus, aerijìci. suimnus in arie magìster,
rivelato da una iscrizione del 1423, letta e interpre-
1 P. Piccirilli, Una campana nella chiesa di San Francesco in
Francavilla a mare. Il Fallano, anno X, n. 16, Lanciano, 1S8S.
2 Fassirilievi medievali in Castel di Sangro, Castel di Sangro,
Putaturo, 1901 ; Nicola di Guardiagrele scultore ?, Cliieti, De Ma-
rinis, 1903.
3 Anno V, fase. 30-40,