DISEGNI DI ANTICHI MAESTRI
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come accozzaglia di studi per opere celebri da lui eseguite in pittura, in iscultura e financo
in architettura. Sono motivi 'infatti per la vòlta della Sistina, per le sue statue degli Schiavi,
per un tratto di cornicione che senza corrispondere esattamente a quello ben noto del palazzo
Farnese, lo rammenta alquanto.
Ed ora dobbiamo affrontare l’arduo quesito dei disegni attribuiti a Raffaello. Contraria-
mente alla opinione manifestata da un giovine scrittore inglese in una sua recente biografia
Leonardo da Vinci: La Castità.
Londra, British Museum. Collezione dei disegni
del Giorgione, nel senso di conchiudere, che troppe opere essendo state tolte al pittore, conve-
niva rivendicargliene una buona parte, la critica moderna non ha potuto fare a meno di
riconoscere che a Raffaello si è venuta assegnando nel corso dei tempi tanta copia di pro-
duzioni d’ogni genere, che s’egli fosse campato cent’anni non avrebbe avuto il tempo mate-
riale per eseguirle. Da ciò la necessità di procedere ad un’oculata selezione fra quello che
reca ben chiaramenre l’impronta del suo carattere personale e quello che va escluso e attri-
buito ad altri, suoi scolari, imitatori ed anche falsari. In materia di disegni quest’opera di
discernimento è tutt’altro che agevole; tant’è vero che nei giudizi intorno ai fogli che con
più o meno di ragione gli si attribuiscono da parte dei conoscitori non si è determinata
quella concordia che sarebbe desiderabile per chiarire l’argomento. Il Colvin ha voluto
offrirci un esempio istruttivo del divario che intercede fra un disegno originale di Raffaello
ed una copia, facendo riprodurre due fogli delle raccolte di Oxford, ritraenti precisamente lo
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come accozzaglia di studi per opere celebri da lui eseguite in pittura, in iscultura e financo
in architettura. Sono motivi 'infatti per la vòlta della Sistina, per le sue statue degli Schiavi,
per un tratto di cornicione che senza corrispondere esattamente a quello ben noto del palazzo
Farnese, lo rammenta alquanto.
Ed ora dobbiamo affrontare l’arduo quesito dei disegni attribuiti a Raffaello. Contraria-
mente alla opinione manifestata da un giovine scrittore inglese in una sua recente biografia
Leonardo da Vinci: La Castità.
Londra, British Museum. Collezione dei disegni
del Giorgione, nel senso di conchiudere, che troppe opere essendo state tolte al pittore, conve-
niva rivendicargliene una buona parte, la critica moderna non ha potuto fare a meno di
riconoscere che a Raffaello si è venuta assegnando nel corso dei tempi tanta copia di pro-
duzioni d’ogni genere, che s’egli fosse campato cent’anni non avrebbe avuto il tempo mate-
riale per eseguirle. Da ciò la necessità di procedere ad un’oculata selezione fra quello che
reca ben chiaramenre l’impronta del suo carattere personale e quello che va escluso e attri-
buito ad altri, suoi scolari, imitatori ed anche falsari. In materia di disegni quest’opera di
discernimento è tutt’altro che agevole; tant’è vero che nei giudizi intorno ai fogli che con
più o meno di ragione gli si attribuiscono da parte dei conoscitori non si è determinata
quella concordia che sarebbe desiderabile per chiarire l’argomento. Il Colvin ha voluto
offrirci un esempio istruttivo del divario che intercede fra un disegno originale di Raffaello
ed una copia, facendo riprodurre due fogli delle raccolte di Oxford, ritraenti precisamente lo