LAUDEDEO TESTI
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del finire del secolo XI, sia da noi, che in Francia. In Inghilterra e in Germania appare
molto più tardi. La rinveniamo nelle gallerie romanze del chiostro di Saint-Trophime ad
Arles 1 sull’inizio del XII secolo; età uguale ha l’altra sirena della cripta 2 di Parize-le-Chatel
(Nièvre). Del medesimo secolo sono le sirene di Friburgo in
Brisgovia, e di Basilea. Della fine dell’xi secolo quella sul per-
gamo del Sant’Ambrogio di Milano, del xn quella di San Celso
pure a Milano, della cripta di San Teodoro a Pavia (c. 1190)
dove un capitello è formato da quattro sirene, come gli altri
di Santo Stefano a Bologna, di Cortazzone nella chiesa di
San Secondo e della sagra di San Michele. Sirene rinveniamo
a Montefiascone (1032), nella porta laterale destra di San Michele
Maggiore a Pavia, nello stipite del secolo xn, ora nel Museo
Nazionale di Firenze, (n. 41), e in cento altri esempi. Potreb-
bero gli oppositori indicarci un solo capitello o un solo stipite
del secolo vili che porti scolpita una sirena?
^ ^
Il medesimo capitello (n. 1807) e un pulvino d’Aurona hanno colombe che bevono insieme
in un vaso o calice. Il simbolo gentile, comunissimo nelle catacombe, sia dipinto che inciso sulle
lapidi, 3 non allieta i capitelli o i plutei prima della metà circa del secolo XT ; infatti lo rinve-
niamo nei plutei d’una cappella del transetto del duomo d’Aquileia dedicato 4 nel 1031 dal
patriarca Popone (1017-1045), in un capitello nell’abside della chiesa di Santa Sofia a Padova
ricostrutta fra il 1106 c. e il 1124 c. per opera di Sinibaldo, vescovo della città. Colombe
numerose possono studiarsi nei pulvini di San Michele Maggiore e di San Pietro in Ciel
d’Oro in Pavia. Altre due colombe che bevono in un vaso, su d’un capitello del Sant’Am-
brogio in Milano, e nel litostrato di Acquanegra sul Chiese. Questo simbolo in Francia e
in Germania fu rappresentato parallelamente col grifone che beve nella coppa,s come prima
lo modellarono nelle fibule e nelle fibbie di cinturoni gli artisti burgundi, longobardi, visigotici,
anglo-sassoni,
* * *
Giunto a questo punto credo di aver dimostrato a sufficienza con le ragioni storiche,
stilistiche e costruttive che la chiesa e i capitelli di Santa Maria d’Aurona spettano solo
al 1099. In conseguenza i capitelli simili, ma più completi e variati di Sant’Ambrogio, debbono
essere più recenti, cosa del resto implicitamente già ammessa anche da coloro che ritengono
Santa Maria dell’vrn secolo e Sant’Ambrogio del IX. La forma delle basi in Santa Maria
conferma anch’essa i dati storici. Nelle basi romaniche è da osservare che il circolo massimo
del toro superiore quasi tocca la verticale tangente al toro e all’abaco inferiori. La scozia,
molto più alta che nelle basi classiche, essendo leggermente incavata non offre l’energico
e vivace contrasto di chiaroscuro della base attica. Quasi sempre i due listelli della scozia
romanica insistono sulla medesima verticale, e riescono monotoni. Insomma la base romanica,
Cripta di Parize-le-Chatel
(Nievre)
1 Viollet-le-Duc, Dictionnaire, voi. Ili, pag. 417,
scrive che le gallerie datano dal cominciamento del
xii secolo.
2 Per maggiori notizie sulle sirene vedi Scraeder,
Die Sìrenen nach ihrer Bedcutung und Kùnstlerischen
Darstellung, Berlin, 1868, e De Caumont, Abécédaire
d’archeologie, 3a edizione, Paris, 1854.
3 Musei: Kircheriano sala L e Lateranense in vari
luoghi.
4 Non può essere esatto il Cattaneo, il quale, a pa-
gina 316, dice che «la Cathédrale d’Aquilée fut bàtie
par le patriarche Popone de 1019 à 1025», poiché è
noto essere stata quella chiesa consacrata dal mede-
simo Popone il giorno 13 luglio 1031.
! Lindenschmitt, Die Alterthùmer unserer heid-
nischen Vorzeit, 1858.
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del finire del secolo XI, sia da noi, che in Francia. In Inghilterra e in Germania appare
molto più tardi. La rinveniamo nelle gallerie romanze del chiostro di Saint-Trophime ad
Arles 1 sull’inizio del XII secolo; età uguale ha l’altra sirena della cripta 2 di Parize-le-Chatel
(Nièvre). Del medesimo secolo sono le sirene di Friburgo in
Brisgovia, e di Basilea. Della fine dell’xi secolo quella sul per-
gamo del Sant’Ambrogio di Milano, del xn quella di San Celso
pure a Milano, della cripta di San Teodoro a Pavia (c. 1190)
dove un capitello è formato da quattro sirene, come gli altri
di Santo Stefano a Bologna, di Cortazzone nella chiesa di
San Secondo e della sagra di San Michele. Sirene rinveniamo
a Montefiascone (1032), nella porta laterale destra di San Michele
Maggiore a Pavia, nello stipite del secolo xn, ora nel Museo
Nazionale di Firenze, (n. 41), e in cento altri esempi. Potreb-
bero gli oppositori indicarci un solo capitello o un solo stipite
del secolo vili che porti scolpita una sirena?
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Il medesimo capitello (n. 1807) e un pulvino d’Aurona hanno colombe che bevono insieme
in un vaso o calice. Il simbolo gentile, comunissimo nelle catacombe, sia dipinto che inciso sulle
lapidi, 3 non allieta i capitelli o i plutei prima della metà circa del secolo XT ; infatti lo rinve-
niamo nei plutei d’una cappella del transetto del duomo d’Aquileia dedicato 4 nel 1031 dal
patriarca Popone (1017-1045), in un capitello nell’abside della chiesa di Santa Sofia a Padova
ricostrutta fra il 1106 c. e il 1124 c. per opera di Sinibaldo, vescovo della città. Colombe
numerose possono studiarsi nei pulvini di San Michele Maggiore e di San Pietro in Ciel
d’Oro in Pavia. Altre due colombe che bevono in un vaso, su d’un capitello del Sant’Am-
brogio in Milano, e nel litostrato di Acquanegra sul Chiese. Questo simbolo in Francia e
in Germania fu rappresentato parallelamente col grifone che beve nella coppa,s come prima
lo modellarono nelle fibule e nelle fibbie di cinturoni gli artisti burgundi, longobardi, visigotici,
anglo-sassoni,
* * *
Giunto a questo punto credo di aver dimostrato a sufficienza con le ragioni storiche,
stilistiche e costruttive che la chiesa e i capitelli di Santa Maria d’Aurona spettano solo
al 1099. In conseguenza i capitelli simili, ma più completi e variati di Sant’Ambrogio, debbono
essere più recenti, cosa del resto implicitamente già ammessa anche da coloro che ritengono
Santa Maria dell’vrn secolo e Sant’Ambrogio del IX. La forma delle basi in Santa Maria
conferma anch’essa i dati storici. Nelle basi romaniche è da osservare che il circolo massimo
del toro superiore quasi tocca la verticale tangente al toro e all’abaco inferiori. La scozia,
molto più alta che nelle basi classiche, essendo leggermente incavata non offre l’energico
e vivace contrasto di chiaroscuro della base attica. Quasi sempre i due listelli della scozia
romanica insistono sulla medesima verticale, e riescono monotoni. Insomma la base romanica,
Cripta di Parize-le-Chatel
(Nievre)
1 Viollet-le-Duc, Dictionnaire, voi. Ili, pag. 417,
scrive che le gallerie datano dal cominciamento del
xii secolo.
2 Per maggiori notizie sulle sirene vedi Scraeder,
Die Sìrenen nach ihrer Bedcutung und Kùnstlerischen
Darstellung, Berlin, 1868, e De Caumont, Abécédaire
d’archeologie, 3a edizione, Paris, 1854.
3 Musei: Kircheriano sala L e Lateranense in vari
luoghi.
4 Non può essere esatto il Cattaneo, il quale, a pa-
gina 316, dice che «la Cathédrale d’Aquilée fut bàtie
par le patriarche Popone de 1019 à 1025», poiché è
noto essere stata quella chiesa consacrata dal mede-
simo Popone il giorno 13 luglio 1031.
! Lindenschmitt, Die Alterthùmer unserer heid-
nischen Vorzeit, 1858.