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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 2
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Testi, Laudedeo: Il monastero e la chiesa di Santa Maria d'Aurona in Milano secoli VIII - XI - XVIII, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0176

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IL MONASTERO E LA CHIESA DL SANTA MARIA D’AURONA

129

* * *

Le conseguenze di questo nostro lavoro, ci sembra che siano definitive non solo per S. Maria
d’Aurona, ma per l’odierno Sant’Ambrogio, il quale, per confessione degli stessi avversari,
somigliando nelle parti più antiche delle sue navi a Santa Maria, dovrà d’ora innanzi, perchè
più perfetto di quella, essere collocato ben avanti nel XII secolo.1 Si chiude così la lunga
controversia sull’età della celebre basilica, controversia che non dovrebbe mai essere nata
e tanto meno continuata, solo pensando come un organismo architettonico completo, quasi
perfetto, qual’è la magnifica chiesa lombarda, non spunti dall’oggi al domani, specialmente
in un secolo povero e barbaro quale fu il IX, ma debba esser preceduto da tentativi ed
esperienze secolari.2 Ora, di simili esperienze, di simili tentativi, noi non possiamo rin-
venire alcun esempio tangibile e nessuna traccia o ricordo storico. Invece tutte le cronache,
oltre il Mille, si accordano nel descrivere ancora chiese semplicemente basilicali, e tutti gli
esempi, fino al termine del secolo X, tuttora esistenti, concordano molto bene con le testi-
monianze scritte. Queste poi ci insegnano, con le descrizioni di crolli numerosi, parziali o
completi, in Francia e in Italia, che i tentativi pel nuovo stile costruttivo si fecero appunto
nel secolo XI, pagando con la rovina degli edifici l’inesperienza architettonica.3 Da noi basterà
ricordare in Milano stessa, il crollo parziale di San Lorenzo nel 1103, dopo i restauri romanzi
o lombardi in seguito all’incendio del 1071 e più tardi, nel 1196, la rovina della cupola e
della prima campata della volta centrale in Sant’Ambrogio, dopo la ricostruzione lombarda
del XII secolo, avvenuta probabilmente dopo il terremoto del 1117.

Laudedeo Testi.

1 Perchè non reggano storicamente e tecnicamente
le osservazioni del Beltrami sul Sant’Ambrogio, da
lui esposte nel volume Ambrosiana, dimostreremo in
un prossimo studio, se il presente non avrà troppo
annoiato i lettori.

2 La questione fu trattata con molto acume e largo
sussidio di prove stilistiche e tecniche dallo Stiehl il
quale però non produsse prove documentali. Vedi:
O. Stiehl, Der Bachsteinbau romanischer Zeit besonders
in Oberitalien und Nordeutschland - Bine technisch-
kritische Unlersuchung, Leipzig, 1898.

3 Per le rovine in Francia vedi: Jules Quicherat,
Mélanges d’archeologie et d’histoire, Paris, 1885, e
Revue archéologique, Voi, X, da pag. 65 a 81. « Ce
fàcheaux résultat du travail de la première heure pa-
rafi avoir suggéré un compromis, auquel nous devons
les monuments du onzième siècle, qui se sont le mieux
conservé ». Il Corroyer (Architecture romane, pag. 176,
ediz. Quantin) aggiunge: «Telles sont les églises dont
certaine partie seùlement sont voutées, tandis que
le reste de l’édifice est couvert en bois ». Del resto il
preconcetto di invecchiare i monumenti non è soltanto
nostra privativa, nè data da ieri. Fin dal 1867 il
De Saint-Andeol cercò di riportare molti monumenti
del mezzogiorno della Francia dai secoli xi e xn al

secolo vm. Tali errori furono completamente dimo-
strati e combattuti dal Quicherat {Rev. des Soc. Sav.,
serie 4“, tomo IX, pag. 429-437) e le sue forti argo-
mentazioni possono in gran parte applicarsi anche ai
nostri monumenti. Il Quicherat poi, a pag. 77, 78, 79
e 80 (voi. X, anno 1853, della Revue archéologique,
già citata) riporta un lungo catalogo di chiese che nel-
1’xi secolo caddero dopo pochi anni : la cattedrale di
Angoulème rifabbricata nel 1017 deve ricostruirsi a
primo lapide nel 1120; la cattedrale di Worms com-
piuta nel 1016 crolla in parte nel 1018 ; cosi la chiesa
di San Benigno a Digione, innalzata nel 1001, perde
tutta la sua nave nel 1271. Nel 1095 deve ricostruirsi
dall’altare al portale la chiesa di San Marziale di Li-
moges, la quale, cominciata nel 1010, era stata ter-
minata nel 1028, ecc. La chiesa di Moissac crolla nel
1030, quella di Saint- Riquier nel 1075, di Nostra Donna
di Chalons nel 1157, la cattedrale di Senlis e di Rhodez
stanno per rovinare nel 1153 e nel 1275. Queste chiese,
cadenti l’una dopo l’altra e a pochi anni dalla fonda-
zione, non erano che costruzioni a volta mal connesse
e controspinte. Le strutture basilicali di Roma e altri
luoghi, più che millenarie, dànno la controprova del
fatto
 
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