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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 3
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Frizzoni, Gustavo: L' esposizione d'arte senese al "Burlington F. A. C."
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0321

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GUSTAVO FRI ZZO NI

la santa che ivi vedesi a sinistra si potrebbe anzi per certi riguardi paragonare il ritratto
del quale parliamo.

Come siasi poi potuto attribuire a Matteo di Giovanni un altro ritratto di giovane donna
è cosa che non si sa comprendere. In casa dell’egregio signor Lodovico Mond, che lo prestò,
non si era mai sentito denominato come tale, bensì si riteneva di scuola fiorentina, forse di
uno dei fratelli Poliamoli.

Lo stesso signore unì a questo un ritratto d’uomo di particolare interesse storico, cioè
il ritratto a mezza figura di faccia, di Alberto Pio da Carpi, come si rileva dall’iscrizione,
munita della data 1512. Era questo il solo quadro dell’ Esposizione destinato a rappresen-
tarvi come pittore il versatile artista Baldassare Peruzzi, l’autore della Sibilla di Fonte-
giusta. In presenza di codest’opera c’era da domandarsi se le raccolte inglesi non avessero
realmente nulla d’altro dell’autore che valesse più sicuramente a rappresentarlo. Chi scrive
queste parole per verità ebbe sempre l’impressione che codesta effigie del Signore di Carpi
anzi che la mano di Baldassare riveli quella di qualche artista appartenente al dominio del
Signore effigiato, presentandosi questi piuttosto rigido nella sua tenuta, come che notevole
per molti squisiti particolari.

* * *

Quanto alle arti minori, vogliamo se non altro rammentare, oltre alcuni schizzi e disegni
di diversi maestri e una cornice in legno finamente scolpita, proveniente dalla scuola dei
rinomati Barili (nonché una raccoltina di medaglie) le tre vetrine contenenti molti oggetti
degni di studio. Le maioliche scelte vi primeggiavano ed erano state convenientemente clas-
sificate da un conoscitore competente quale il signor Langton Douglas. Singolare fra queste
un piatto di modico diametro: nel centro un vecchio filosofo seduto, in contemplazione di
un teschio ; circondato da largo orlo ad ornamenti intrecciati. Posteriormente porta l’iscri-
zione: « Fata in Siena da M° Benedetto », un artefice originario di Faenza, stabilitosi a Siena
nell’anno 1503, dove fece per quell’ospedale molti lavori di pregio, negli anni 1518-1520.
Altro piatto analogo, parimenti in bleu chiaro su fondo bianco, trovasi in una vetrina del
nostro Museo municipale di Milano, debitamente collocato per cura di G. Batt. Vittadini, li cui
nome rimane indissolubilmente legato all’ordinamento della insigne istituzione, da che il fato
crudele volle troncare anzi tempo il filo della sua preziosa vita, con. sommo dolore dei con-
giunti e dei numerosi amici.

Nè facevano difetto nelle vetrine dell’Esposizione gli oggetti rari di oreficeria e di smalto,
per quanto uno dei più perfetti di questi ultimi, un dittico con la rappresentazione della
Adorazione, dei pastori e dei magi, non vi avesse nulla a che fare, essendo opera evidente
di scuola lombarda, nella sua più bella frase, come fu già sagacemente avvertito dall’occhio
critico del signor Fry.

In fine, sorvolando a molte altre cose, ci sia lecito segnalare due piccole opere di scul-
tura in bronzo, cioè una placca ad alto rilievo classificata come opera nella maniera di
Francesco di Giorgio, raffigurante la Flagellazione, racchiusa entro la sua antica singolare
cornice di legno intagliato, (cimelio appartenente alla raccolta Salting), ed un piccolo gruppo
dorato della Vergine col Bambino. « Questo lavoro, per quanto eseguito evidentemente dopo
la morte di Jacopo della Quercia — come osserva il Catalogo —■ rivela l’influenza diretta delle
sue opere, ispirato qual’è da una delle grandi figure simboliche, che si ergevano ai due lati
della Fonte Gaia ».

Ora poiché lo scrivente non è l’ultimo a riconoscere l’eccessiva lunghezza del suo discorso
intorno ad oggetti, di cui per la massima parte manca al lettore ogni percezione visiva, non
ci rimane se non di augurare, che il benemerito Circolo riesca a pubblicare prossimamente
un Catalogo fornito di ricche illustrazioni. Sarà un ricordo duraturo, da attestare quale oppor-
tuno complemento 1’ Esposizione di Londra abbia recato alla contemporanea Mostra di Siena,
massime per mezzo di alcune opere veramente peregrine del periodo più antico.

Gustavo Frizzoni.
 
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