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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 3
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Brunelli, Enrico: Antonello de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0328

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ANTONELLO DE SALLBA

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tenda che si spiega dietro al santo,
nascondono quasi interamente il pae-
saggio. In basso infine, sovra un ricco
pavimento a mosaico, giace supino
Averroes. Nel sopraquadro il Padre
Eterno, rappresentato a mezza figura
con lunga chioma bianca e la barba
che scende prolissa sul petto in doppia
lista, è circondato da quattro angio-
letti.

Il quadro è (come quello di Ca-
tania) l’opera di un artista coscien-
zioso e diligente, ma di non troppo
alta levatura; onde mentre alcuni par-
ticolari sono pregevoli, l’effetto non
è in complesso molto gradevole. Non
manca di gravità e di maestà la figura
di San Tommaso; e quella del perso-
naggio regale ha carattere di un vero
e buon ritratto. Veramente gentile e
aggraziata è poi la figura di un gio-
vinetto, di cui appare soltanto la te-
sta, dolcemente reclinata di tre quarti
verso sinistra e pensierosa, tra il pon-
tefice e il santo ; la mossa, tutta ispi-
rata ad Antonello seniore, ne rivela
il seguace. Ma gli altri personaggi
sono difettosamente modellati e hanno
fisonomie che ripetono un tipo quasi
costante, alquanto melenso e volgare ;

Averroes, rattrappito nel basso, è
quasi comico; e il Padre Eterno, mal- Antonello de Saliba (?): Vergine del Rosario

grado la veneranda barba e i lunghi Messina, Oratorio della Madonna della Pace
capelli, ha, più che altro, l’aspetto di (Fotografia Vadalà)

un mascherone. La prospettiva è er-
rata, stentata l’esecuzione; l’intonazione del colore piuttosto monotona e cruda, e evidente
l’inesperienza dell’autore nell’uso della tecnica a olio. L’oro è profuso, e in ogni particolare
decorativo è grande accuratezza, e anche eleganza; specie le vesti ricchissime che adornano
il pontefice e il re sono condotte con amorosa pazienza, che rivela la coscienziosità del me-
diocre artista. Del quale si è preteso di vedere il ritratto 1 in una figura che appare a
sinistra, seminascosta dietro al soglio, ove siede il pontefice.

Il trittico della chiesa di Santa Maria del Cancelliere venne anch’esso attribuito ad Anto-
nello seniore, nonché a Vincenzo de Pavia e alla scuola fiamminga; 2 ma offre così chiare
e intime attinenze con la tavola del San Tommaso, da potersi affermare senza alcuna esi-
tanza, che l’uno e l’altra sono usciti, e a breve distanza di tempo, dallo stesso pennello.
Nel centro è ritratta l’Adorazione dei Magi; negli scomparti laterali San Benedetto e

1 Di Marzo Ferro, op. e loc. cit. Debbo qui ram-
mentare che troviamo a Siracusa un quadro che ripete
evidentemente il motivo e la composizione, e imita in
molti particolari quello di Palermo. È la Disputa di

Sant’Agostino del Museo, opera di Giovanni Maria
da Treviso (1506); illustrata dal Mauceri ne L’Arte,
anno VII, pag. 162.

2 Di Marzo Ferro, op. cit., pag. 596.
 
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