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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0386

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BIBLIOGRAFIA

33

L’autore pubblica e illustra un documento del 1475.

}. Six, A propos d’uti repentir de Hubert Van Eyck
(Gazette des Beaux-Arts, 1904, XXXI, 177-187).

L’autore ha notato nell 'Agnello mistico di Hubert Van Eyck
una corona sulla testa d’un cavaliere ricoperta più tardi da
un berretto azzurro e con una serie di induzioni deriva da
ciò che il cavaliere raffigurato sia Jean sans peur: ciò gli
dà modo di correggere in parte l’iconografia di altri cavalieri,
e di provare ancora una volta che Hubert van Eyck fu al
servizio di Guglielmo IV all’Aia, e andò a Gand solo, dopo
la morte di questo principe.

G. Vitzthum, Bernardo Daddi, Leipzig, Hierse-
mann, 1903.

L’autore ha inteso di ricostituire la figura di questo artista,
del quale si occuparono, fra i moderni, oltre il Milanesi e il
Cavalcasene, il Thode, il Frey, lo Schmarsow, lo Schubring,
ma più che altro occasionalmente e lasciando anche insoluto
il dubbio sui rapporti fra il Bernardo Daddi del Vasari e dei
documenti e il Bernardus de Florentia firmato in tre quadri.
L’autore fa una revisione di tutto quanto, documenti e no-
tizie storiche ed opere pittoriche, si riferisce a queste due
figure d’artisti, e conclude doversi riconoscere in essi un solo
individuo. Esamina poi l’attività e la produzione daddiana,
distinguendola in due periodi: il primo (1328-1330) caratte-
rizzato dai rapporti del Daddi con Giotto e coi Senesi ; il
secondo, che va fino al 1347, con la Madonna d’Orsanmi-
chele, anzi probabilmente fino al 1348, se è certo il quadro
della collezione Parri, di cui l’autore ha. preso notizia dal
Fry, dimostra anche relazioni del pittore con l’arte di A. Pi"
sano e dell’Orcagna.

Incisioni, disegni, miniature, oreficerie,
ceramiche, intagli in legno, in avorio, ecc.

D. Ainalov, Die he tieni stische Gruhdlagen der by-
zantin. Kunst Untersuchungen anf dein Gebiet der frùh-
byzantin. Kunstgesch., pag. 229, Pietroburgo, 1900
(russo).

O. Wulff dà una minutissima utile analisi di questo libro
(Repert.fi. Kw., 1903, 35-55) che qui riassumiamo.

L’autore pensa (come il Kondakov e lo Strzygowski) che
l’ellenismo e l’Oriente siano la fonte e la culla della primitiva
arte cristiana; ricerca adunque nei monumenti bizantini le
tracce di tale origine. Alcuni ms. miniati bizantini si possono
considerare come copie dirette di modelli ellenistici: tale il
Nicandro di Parigi (xi secolo). Il Cosf/ias vaticano è copia
del vii-viii secolo dal mss. originario (vi secolo) e mostra
molti elementi propri all’arte alessandrina ; da quest’arte di-
rettamente deriva il Dioscoride di Vienna (secolo vi). Anche
in mss. siriaci appaiono relazioni con l’arte antica; il ms.
Rabula ha pure in alcune miniature stretti rapporti con mo-
numenti della Palestina (cfr. VAnnunciazione, la Natività, la
Crocifissione con le stesse scene rappresentate sulle ampolline
di Monza e derivanti esse pure dai monumenti di Terrasarita).
Il codice Rossanese ha comune con la Genesi di Vienna l’or-
namentazione e la fattura tecnicQ-stilistica; questi due mss. do-

vettero essere eseguiti in Grecia sotto l’influenza alessandrina.
Nell’esame delle opere plastiche l’autore attribuisce al iv secolo
ed all’arte fiorita in Alessandria l’avorio Trivulzi; distingue
nella cattedra di Massimiano due maniere (Luna fedele all’arte
dell’altorilievo plastico, l’altra che mira ad effetti pittorici) e
vi rintraccia gli elementi dovuti all’Oriente, ad Alessandria e
alla Siria. Dei monumenti dell’arte cristiana in Siria le ampol-
line di Monza ci hanno conservato molte riproduzioni; all’arte
siriaca appartengono anche gli avori di San Michele di
Murano, dei quali il principale trovasi ora nel Museo di
Ravenna.

A. Annoni, Una sedia presbiteriale del Cinquecento
ad Affo ri presso Milano {Rassegna d’Arte, 1903,187-188).

Sedia adorna di un riquadro con intrecci decorativi.

Th. Ash'bv, Dessins inédits de Carlo Labruzzi ( Jl/e-
lang. d’archéol. et d’hist., 1903, XXIII, 375-418).

L’opera più importante di Carlo Labruzzi (nato a Roma
nel 1765 e morto a Perugia nel 1817) è una serie di disegni
dei ruderi della via Appia da Roma a Benevento; una parte
di essi, e più precisamente gli schizzi originali, si trovano al-
l’Accademia di San Luca. Altri disegni, in numero di 226,
sono pervenuti dopo diversi passaggi nelle mani dell’autore,
e poiché soltanto pochi sono quelli pubblicati, egli ne dà un
intiero elenco descrittivo.

A. B a letti, Alfonso Ruspagiari e Gian Antonio
Signor etti, medaglisti del secolo XVI ( Rassegna d’Arte,
1904,44-46).

L’autore pubblica alcuni documenti sul Ruspagiari, dimo-
strandone l’intimità artistica col Signoretti. Quésti due meda-
glisti rappresentano il risveglio dell’arte della medaglia a
Reggio Emilia, suscitato dal Pastorino.

O. M. DAlton, On a carved ivory pix in thè Bri-
tish Museuni (Archccologia, LVI1I, 1-8).

La pisside pubblicata dal Garrucci (tav. 439, 4), ed ora
acquistata dal British Museum, è attribuita dal Dalton al x se-
colo e ritenuta opera renana eseguita su modello siriaco.

O. M. Dalton, On some points in thè history of
lutaid Jewellery (Archccologia, Vili, 237-274).

Ricerche tendenti principalmente a mostrare i rapporti fra
la orfévrerie cloisonnée e l’industria orientale, specialmente
dell’Asia centrale. A tal proposito l’autore tocca dell’Assiria,
della Persia, della Scinia, della Siberia, dell’India, nonché
delle relazioni tra quel genere di oreficeria e l’arte romana
e bizantina.

G. Frizzonj, L’arte del disegno in Leonardo da Vinci
e Raffaello Sanzio (Nuova Antologia, gennaio 1904,

151-159)-

L’articolo prende motivo da due libri di G. Gronau: Leo-
nardo da Vinci e Aus Raphaels fiorentiner Tagen. Uno dei
molti schizzi editi dal Gronau mostra evidente la derivazione
leonardesca della Madonna di Brera attribuita giustamente al
Sodoma, come evidente é la stessa derivazione nel Luini e
in Giampedrino. Per Raffaello Leonardo fu una delle fonti
principali nel periodo della dimora del giovane pittore umbro
in Firenze; il cartone per la sala di Palazzo Vecchio e la
Sant'Anna, la Leda e la Gioconda offrirono a Raffaello ispi-
 
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