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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0436

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MISCELLANEA

38i

munita di scettro e globo e infinite altre miniature
di minori proporzioni nei sogli successivi. Sono sce-
nette di genere piene di movimento e di vita nelle
quali l’artista si studia sempre di dare carattere alle
figure dei suoi personaggi. Per quanto non tutte di
una stessa finezza, sono però tutte ugualmente interes-
santi per la conoscenza del costume, che è quello dei
personaggi del « Decamerone • , di cui si vedono le
faccie grasse e bolse dei fraticelli e quelle scarne e
furbesche dei laici dottori in legge.

Gustosissime alcune composizioni nell’ultima parte
del codice, riferentisi alle condizioni giuridiche del
matrimonio, ove si vedono coppie felici che si abbrac-
ciano e giovani che si passano l’anello. I colori brillano
sempre vivi e freschi e risalta l’azzurro, il rosso e il
verde sull’oro vecchio del fondo.

Questi codici bolognesi, raggruppati fra loro, meri-
terebbero di essere studiati diligentemente. Per ora
di questa tanto celebrata scuola di minio poco si sa:
quello solo che Dante ci dice nell’XI del Piirgatorio.
Nondimeno fra la metà del xm e la metà del xiv posi
siamo scorgere nella scuola bolognese due indirizzi ben
diversi, più arcaico l’uno, più progredito l’altro, che
caratterizzeremo col nome dei loro corifei ricordati da
Dante, Oderisi da Gubbio e Franco Bolognese. Alla
scuola di Franco, la quale dall’ Emilia si estese a Città
di Castello nell’ Umbria, appartiene il « Decretimi Gra-
tiani » della Mostra e gli altri codici d’arte maggior-
mente evoluta.

La seconda delle scuole ricordate del Trecento,
quella che abbiamo detto Pisana per analogia evidente
coi codici in tal modo qualificati del Museo Civico di
Pisa, è rappresentata alla Mostra da due fogli isolati
di libro corale. Entrambi contengono grandi miniature,
l’uno (fig. 3) la Resurrezione e le Marie al sepolcro
(Vet. B, n. 607), l’altro (Vet. B, n. 608) il Battesimo
di Cristo e V Adorazione dei Magi. Questo pisano è un
maestro grossolano e scorretto che malamente riesce
ad accozzare i colori fra loro, nutrendo speciale pre-
dilezione per un antipatico rosso mattone stridente
nelle vesti. Nel fare le carni adopra una preparazione
verdastra che poi non sa sufficientemente attenuare e
i volti son quindi scialbi, privi di colore e di vita. Nè
più vale nella rappresentazione del paese ; qualche
roccia, qualche albero posto simmetricamente d’ambo
i lati, solo deve servire a caratterizzarlo.

Ma alla scuola Senese del xiv spetta nella Mostra
il posto 'd’onore. Ferma subito l’attenzione un « Gra-
duale Romanum » (Vet. A, n. 672), Ceduto dalla Bi-
blioteca comunale, con molte iniziali miniate, ove sono
iscritti storie e persone oggi sacri.

Dopo un rapido accenno al « Libro di Sequenze »
(Vet. B, n. 669), le cui maestose figure di angioli o di
profeti ricordano le più belle creazioni della scuola pit-
torica senese, corriamo senz’altro ad ammirare quello
che può considerarsi come il cimelio più splendido

della Mostra, il ben conosciuto « Caleffo dell’Assunta »
(Vet D, n. 269) dell’Archivio di Stato, contenente la
copia degli strumenti e degli atti di dedizione di terre
e castelli alla Repubblica di Siena dal 1137 al 1332.
La fotografia qui riprodotta (fig. 4) mi dispensa da una
descrizione particolareggiata. Sotto al quadro in una
fascia rossa e. azzurra è scritto a lettere dorate: « Salva
Virgo Senam veterem quam noscis amenam ». Più
sopra in minute lettere gotiche: « Nicolaus ser Sozzi
de Senis me pinxit». La data del codice deve essere

Fig. 5 — Presentazione al Tempio
Siena, Biblioteca comunale : Antifonario
(Fotografia Brogi)

il 1334 circa. Nota il Romagnoli,1 il singolare erudito
senese del secolo scorso, che la miniatura € ha figure
degne di Duccio e di Simone», e il Milanesi,2 dopo
alcuni entusiastici apprezzamenti, dice che « essa sem-
bra un gran quadro per virtù di vetri ridotto in pic-
cola forma». Tutto è tenue, delicato ; armoniosamente
accozzati i colori sull’oro vecchio del fondo; un az-
zurro diafano domina tutta la composizione. Soavis-
simi gli angeli attorno alla mandorla raggiante e stei-

1 Romagnoli Ettore, Biografia cronologica de’ bell’artisti se-
nesi dal XII al XVIII. Opera manoscritta della Biblioteca di Siena.
Vedi volume II, pag. 481 seg.

2 G. Milanesi, Storia della miniatura italiana, Firenze, 1850
(estratto dal Vasari di Le Monnier), pag. 186.
 
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