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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0443

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388

MISCELLANEA

avere diretti vincoli di parentela cogli altri due, giacché
la identità di atteggiamento della statua giacente a
nulla potrebbe di per sé sola condurci, quando si pen-
sasse che uguale posa ed atto ebbe la statua del de-
funto su tutte le arche sepolcrali di quel tempo e dei
tempi posteriori.

Eppure chi ben confronti fra loro quelle tre statue
deve pur convenire della stretta affinità che le unisce.

copo; ma non così invece nella testa di Ubertino,
dove ciascuno potrà riconoscere, nella modellazione
loro, quella maniera finita e minuta che si nota nella
testa di Enrico e che invano in altre statue di altri
autori si cercherebbe. Soltanto che, in questa dello
Scrovegni, la finitezza raggiunge il suo colmo, facendo
rassomigliare la scultura quasi ad opera di cesella-
tore, Ma ciò che sopra ogni altra cosa ci colpisce è

Arca di Iacopo da Carrara. Padova, Chiesa degli Eremitani

Le pieghe della veste sul petto e sulle braccia, le
pieghe della veste stessa pendenti dalla cintura lungo
le gambe, il taglio e i risvolti delle maniche sull’ a-
vambraccio, persino le piccole increspature prodotte
dal tirar della tela attorno ai bottoni del cuscino con-
cordano mirabilmente. Nelle teste poi, vinta la prima
impressione di cui testé dicemmo, facilmente ci si ac-
corge che, in tutte e tre, è la medesima cura di se-
gnare ciascuna piega dell’epidermide e ciascun affos-
samento dei muscoli, e che le ossa del cranio e quelle
dell’orbita degli occhi foggiata a losanga e quelle
del naso e del mento hanno uguale modellazione, e
che identico è il modo di tagliare le palpebre e la
bocca e di indicare le sopracciglia, e che uguale è
l’espressione con cui è reso sul volto del defunto il
sonno dolce e profondo dell’eternità. Più sommarie
e più grosse sono veramente le rughe della fronte
e le pieghe agli angoli degli occhi nella testa di Ja-

la perfetta identità delle mani, le une e le altre così
sapientemente condotte, dove le vene ed i tendini e
le pieghe minute attorno le nocche delle dita si pos-
sono contare ad una ad una, le mani le quali e per
la linea loro, e per il rilievo delle vene, e per il taglio
delle dita, e per la forma delle unghie, e per l’attacco
del pollice sembrano quasi ricalcate le une dalle altre.
Finalmente se si confrontino le figure degli angeli si
troveranno corrispondere così nel volto come nelle
pieghe delle vesti. L’angiolo di destra del monumento
Scrovegni, dalle pieghe del manto che girano in larghi
seni attorno alla coscia e alla gamba ha i suoi fra-
telli nei due angioli ai fianchi dell’arca di Ubertino;
l’angiolo di sinistra invece, dalla veste succinta attorno
ai fianchi e spiovente lungo la persona, s’accorda cogli
angioli dell’arca di Jacopo.

Ora facilmente si capirà come questa constatazione,
benché tarda, anzi appunto perchè tarda, abbia recato
 
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