LA E’/NACO TECA STROSSMAYER
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seppe estrins'ecare con islancio pari alla ingenuità insita alla sua natura. Da ciò l’efficacia,
la chiarezza delle sue rappresentazioni, che sanno dare tanto rilievo all’essenziale di quanto
egli ha inteso richiamare alla mente e al cuore dei fedeli, mediante il prestigio del suo pen-
nello. Si potrebbe anzi dire che i fatti che egli ha voluto illustrare hanno vie maggiore
risalto per sè stessi quanto più infantilmente imperfette e primitive sono le .parti acces-
sorie delle roccie, delle boscaglie, delle case, introdotte nel fondo.
Dove e in quale tempo precisamente lo Strossmayer abbia saputo scovare simile gioiello,
non si sa; di certo esso gli sarà stato invidiato da più di un raccoglitore amante del puro
Quattrocento.
Più in là si progredisce nel tempo, volgendo lo sguardo ad una esposizione per verità
alquanto monotona, di Madonne del Quattrocento, per la maggior parte toscane. Ve ne sono
Fig. 1 — Fra Giov. da Fiesole: San Francesco e San Pietro Martire
Agram, Galleria Strossmayer
parecchie alle quali è stato applicato senza alcun dubbio infondatamente il nome di Fra Filippo
lòppi; un’altra attribuita a Paolo Uccello, accennerebbe piuttosto ad un pittore affine a
Lorenzo di Credi. Quella che deve attirare maggiormente lo sguardo dell’amatore è un
tondo, nel quale facilmente si ravvisano i tipi, di una certa dolce mestizia, propri di Filip-
pino Lippi (fig. 2).
Sgraziatamente la collocazione troppo alta rende difficile un apprezzamento ben preciso
del dipinto, che non ci riesce nuovo fra le composizioni dell’ autore. È una replica cioè (a
meno che si debba dire copia), con qualche semplificazione, di un tondo originale del Lippi
iuniore, che gl’intelligenti per molti anni andavano ad ammirare nell’antico palazzo dei mar-
chesi Santangelo a Napoli, finché venne il momento che l’oro americano riesci a persuadere
i proprietari della convenienza di cederlo, lasciandone il godimento ad, un forestiero che certa-
mente doveva meglio apprezzarlo. L’assunto del quadro come si vede, è oltremodo gentile
e spiritualmente inteso.
Davanti un parapetto la giovane Santa Margherita, con una croce nella sinistra viene
porgendo il San Giovannino inginocchiato al Bambino Gesù, il quale, sorretto dalla Madre,
teneramente gli si accosta, essendo spettatore il Padre putativo, dalla testa notevolmente
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seppe estrins'ecare con islancio pari alla ingenuità insita alla sua natura. Da ciò l’efficacia,
la chiarezza delle sue rappresentazioni, che sanno dare tanto rilievo all’essenziale di quanto
egli ha inteso richiamare alla mente e al cuore dei fedeli, mediante il prestigio del suo pen-
nello. Si potrebbe anzi dire che i fatti che egli ha voluto illustrare hanno vie maggiore
risalto per sè stessi quanto più infantilmente imperfette e primitive sono le .parti acces-
sorie delle roccie, delle boscaglie, delle case, introdotte nel fondo.
Dove e in quale tempo precisamente lo Strossmayer abbia saputo scovare simile gioiello,
non si sa; di certo esso gli sarà stato invidiato da più di un raccoglitore amante del puro
Quattrocento.
Più in là si progredisce nel tempo, volgendo lo sguardo ad una esposizione per verità
alquanto monotona, di Madonne del Quattrocento, per la maggior parte toscane. Ve ne sono
Fig. 1 — Fra Giov. da Fiesole: San Francesco e San Pietro Martire
Agram, Galleria Strossmayer
parecchie alle quali è stato applicato senza alcun dubbio infondatamente il nome di Fra Filippo
lòppi; un’altra attribuita a Paolo Uccello, accennerebbe piuttosto ad un pittore affine a
Lorenzo di Credi. Quella che deve attirare maggiormente lo sguardo dell’amatore è un
tondo, nel quale facilmente si ravvisano i tipi, di una certa dolce mestizia, propri di Filip-
pino Lippi (fig. 2).
Sgraziatamente la collocazione troppo alta rende difficile un apprezzamento ben preciso
del dipinto, che non ci riesce nuovo fra le composizioni dell’ autore. È una replica cioè (a
meno che si debba dire copia), con qualche semplificazione, di un tondo originale del Lippi
iuniore, che gl’intelligenti per molti anni andavano ad ammirare nell’antico palazzo dei mar-
chesi Santangelo a Napoli, finché venne il momento che l’oro americano riesci a persuadere
i proprietari della convenienza di cederlo, lasciandone il godimento ad, un forestiero che certa-
mente doveva meglio apprezzarlo. L’assunto del quadro come si vede, è oltremodo gentile
e spiritualmente inteso.
Davanti un parapetto la giovane Santa Margherita, con una croce nella sinistra viene
porgendo il San Giovannino inginocchiato al Bambino Gesù, il quale, sorretto dalla Madre,
teneramente gli si accosta, essendo spettatore il Padre putativo, dalla testa notevolmente