Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Frizzoni, Gustavo: La pinacoteca Strossmayer nell'Accademia di scienze ed arti in Agram
DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0490

DWork-Logo
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
LA PINACOTECA STROSSMAYER

435

La perla della Galleria Strossmayer è una tavola quadrata di modiche dimensioni, raf-
figurante Adamo ed Èva cacciati dal paradiso (fig. 7). E la quintessenza dell’arte fiorentina
sull’albeggiare del Cinquecento, non esente di qualche impressione derivata dai prodigi di
raffinatezza, quali si erano rivelati in Firenze e altrove dalla presenza di opere d’arte fiam-
minga. Questa impressione si constata massime nella parte concernente il paesaggio co’suoi
cespugli, le sue piante e i fiorellini oltre ogni dire delicati e fini, ond’è cosparso il terreno,
che nell’originale si possono distinguere ad uno ad uno. Benché nelle note al catalogo sia
fatto cenno del nome del vero autore, Mariotto Albertinelli, il quadro è registrato sotto
quello di Fra Bartolomeo della Porta. In realtà tutto vi è d’indizio in favore del primo, che
divenne di poi collaboratore del secondo. Lo scambio dei due nomi altre volte venne fatto
erroneamente, come è il caso fra altro nel grazioso altarino del Museo Poldi-Pezzoli, ch’è
da assegnarsi probabilmente allo stesso tempo, essendo datato MD. Fra Bartolomeo suole
dispiegare maggiore ampiezza di linee, maggiore larghezza nel comporre e nel trattare le
singole figure. Nè si saprebbero riconoscere come suoi i tipi umani che ci si presentano in
questo quadro, a cominciare dalla immagine del Padre Eterno che comparisce dall’alto, per
venire ai protagonisti, i nostri progenitori. Un profilo come quello dell’Èva invece si riscontra
in più di un’apparizione femminile di Mariotto, per esempio, nello stesso tabernacolino del
Museo Poldi-Pezzoli, nella Mad-

dalena che abbraccia la croce
dell’affresco del maestro alla
Certosa di Firenze, e in em-
brione altresì potrebbesi dire,
in un angelo annunciante di
un prezioso suo quadro poco
conosciuto generalmente, esi-
stente nella cattedrale di Vol-
terra, che appunto per questo
motivo ci piace di raccoman-
dare alla osservazione degli
studiosi (fig. 8). I quali, oltre
a molte finezze di un’ opera
d’arte squisita, da attribuirsi ad
un tempo anteriore al mille e
cinquecento, vi scorgeranno
un’altra mezza figura di Padre
Eterno analoga a quella del
quadro di Agram. Lo Stross-
mayer deve averlo comperato
a Roma, dove lo scrivente lo
vide ben 30 anni or sono, in
mano di un certo Baseggio ne-
goziante di antichità. Lo vide
contemporaneamente il sena-
tore Giovanni Morelli, il noto
critico, e alla sua volta non
esitò a constatarvi un prodotto
dei più raffinati della mente e
della mano dell’Albertinelli. La
parte meglio conservata vi è
quella concernente il paesag- Fig. 9

gio, mirabile anche pel senso

- Filippo Mazzola: Cristo alla colonna
Agram, Galleria Strossmayer
 
Annotationen