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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Gian Martino Spanzotti da Casale, pittore, fiorito fra il 1481 ed il 1524
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0500

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GIAN MARTINO SPANZOTTI DA CASALE, PITTORE

445

nel disegno dell'a mano visibile della Madonna e del
corpo del Bambino dal ventre grosso che sporge fuori
da una cortissima tunichetta grigia, con le gambette
esili esili, come rattrappite, ed il cranio straordinaria-
mente sviluppato in confronto ai minuscoli lineamenti
del viso.

Ma subito la conoscenza di questa tavola in-
dubbia dello Spanzotti servì a rintracciarne un’altra
conservata da tempo nella Galleria della Reale Ac-
cademia Albertina di belle arti in Torino (n. 150). Fu
primo il prof. Venturi a riconoscere l’affinità fra i
due dipinti; la quale affinità è così evidente da non
lasciare il minimo dubbio sull’ attribuzione di questo
secondo quadro allo Spanzotti.

Anche la tavola dell’Albertina (fig. 2a) rappre-
senta la Madonna seduta in trono, col Bambino ;
ma la composizione ne è un poco meno semplice
che nel quadro della Pinacoteca: il trono marmoreo,
più ricco, è ornato di un festone di frutta e foglie
sospeso con cordoncini gialli alla spalliera, lungo la
quale scende un drappo bianco che, seguendo la
movenza del sedile, ricompare in basso facendo da
tappeto sotto i piedi della Madonna: inoltre, due an-
gioletti ignudi, con le alette rosse aperte, siedono
graziosamente sulla spalliera del trono stesso, can-
tando e suonando. Diversa è anche l’acconciatura
del capo della Vergine, di cui non si vedono affatto
i capelli coperti da un velo bianco e dal manto az-
zurro che sale a fare quasi da cappuccio sul capo,
allacciandosi poi sul petto con una fibbia di gemme,
ed essendo ornato tutt’attorno da una striscia d’oro,
tempestata di pietre preziose e perle. E il Bambino,
meno mal modellato dell’altro, non sta sdraiato sulle
ginocchia della Madre, ma ritto, avvolto soltanto in
un tenuissimo velo bianco: e non tiene in mano un
libro, come nel quadro della Pinacoteca, ma appoggia

la manina destra sul piccolo libro stesso tenuto dalla Madonna. Ed una diversità è pure nel
volto di quest’ultima, un po’meno chino che nell’altro quadro, con gli occhi aperti, anziché
come là velati dalle palpebre, e dall’espressione alquanto meno giovanile.

Ho insistito tanto su queste'differenze, più di composizione che di forme, perchè, all’ infuori
di esse, tutto è identico nei due quadri: la modellatura del viso della Vergine, un po’largo
benché scarno, col mento alquanto aguzzo, la forma del naso fine e regolare, appuntito, il
taglio della bocca piccola a labbra sottili, e quello degli occhi lunghi e stretti, piuttosto
distanti fra loro, le sopracciglia molto arcuate, ma appena segnate, la forma del capo molto
prominente dalla fronte in su, nonché il colorito delle carni chiare, quasi senza chiaroscuri,
come slavate. Il tipo del Bambino della Pinacoteca poi, a testa grossa, con piccolissimi
lineamenti, occhi lunghi e distanti fra loro, il mento assai minuto, l’orecchio lontano dal
naso, lungo, piuttosto grande, con una curiosa forma triangolare a larga base volta verso
il viso ed il vertice ottuso verso la nuca, le manine come gonfie nel loro dorso con le
ditine mal disegnate in modo da non sapersi se sieno ripiegate o terminate cortissime;
riappare questo tipo, più che nel Bambino Gesù, nei due puttini musicanti dell’Albertina.

Fig. 2

M. Spanzotti: Madonna col Bambino
Torino, R. Accademia Albertina
 
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