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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 5
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Jubaru, Florian: La decorazione bacchica del mausoleo cristiano di Santa Costanza
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0519

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464

FLORIAN JUBARU

Per noi questa difficoltà non esiste affatto. Niente ci
impedisce di constatare che restano inesplicabili come
soggetti cristiani le scene del disegno di Olanda, per
tenerci a ciò che è incontestato. Di più noi vi rico-
nosciamo grandi analogie con parecchie scene eseguite
sulle mura e nelle cartelle delle volte del sepolcro pa-
gano dei Platorini alla Farnesina. Là, in mezzo a mo-
tivi ornamentali dove figure escono dalle volute dei
viticci, sono inquadrate scene diverse, cerimonie bac-
chiche, sacrificio rustico, offerte alla divinità campestre,
Phaeton che comanda il carro del Sole, le Ore che pre-
parano il carro, ecc., scene puramente decorative che
uniscono gli dei, gli eroi e gli uomini. Sulla via Latina,
la sala funeraria dei Pancratii è anche decorata di pae-
saggi e di scene di genere, per esempio Ercole che
suona la lira, tra Bacco e Minerva, la sala del sepolcro
dei Valerii ha una graziosa ornamentazione di genii
maschili e femminili che danzano, e gettano fiori, e non
lungi di là, il sepolcro di Sant’Urbano alla Caffarella,
aveva una decorazione così bacchica che per molto
tempo lo si prese per un antico tempio di Bacco.

Le ridenti decorazioni con predominio 'dei motivi
bacchici erano d’uso generale nelle ricche sepolture
disposte per i banchetti funebri. Si impiegavano per
le sale, dove si andava in giorni stabiliti a mangiare e
a vuotar coppe in onore dei morti, i motivi abituali
della decorazione dei sontuosi triclinio,, vaghi soggetti
mitologici eseguiti all’infuori di ogni intenzione reli-
giosa, « parole senza significato » come ben dice il
Venturi. Non era interdetto ai cristiani d’impiegare simili ornamenti. Il rigido Tertulliano
(Adv. Marciano, 112) distingue le rappresentazioni secondo ch’esse son fatte « in vista d’ido-
latria » o come « semplice ornamento » : solo le prime erano proibite. Costantino decorò con
una moltitudine di opere d’arte mitologiche i monumenti della sua Bisanzio cristiana. Gli stessi
scultori che morirono martiri per non aver voluto scolpire un idolo, figuravano senza scrupolo
vittorie e amori, anche un Febo montato sulla sua quadriga, semplici soggetti ornamentali. 1
Così una tomba cristiana, della ia metà del iv secolo, descritta recentemente dal Wilpert2
presenta il defunto, un cocchiere del circo, con la sua famiglia, in una decorazione pura-
mente profana, di vittorie, di Fame, di Canefore; Garrucci giudicando su disegni poco esatti,
vi aveva veduto, come nella nostra cupola, soggetti biblici : il sacrifizio di Abramo, Tobia
e il pesce.

S’incontrano frequentemente nelle pitture delle catacombe le Stagioni personificate,
gli Amori e le Psichi, così in voga nei primi secoli dell’èra nostra. Queste figure hanno
potuto simboleggiare il tempo che passa, l’anima (i/'r/’t) che sopravvive, ma spesso, come

Disegni dei musaici di Santa Costanza
del San Gallo

la stampa parziale del Ciampini che dà i soggetti in
senso inverso alla realtà. Si hanno cosi due serie: 1,
2, 3, 4, 5, 6, 7; 12, 11, io, 9, 8. Con questa traspo-
sizione, le scene si adattano all’ordine di Ugonio che
del resto ammette di non poter bene distinguere. Egli
non distingueva pure niente nella zona delle cartelle;
credette tornando una seconda volta, vedere « il fram-

mento di un personaggio simile al Cristo nimbato ».
De Rossi si è basato su questa indicazione, cosi vaga
che Muntz non ne aveva tenuto conto.

1 Passio SS. Quatuor Coronatorum. Cfr. Ai.lard,
L’art paìen sous les empereurs chrétiens, pag. 250.

2 Mittheilnugen des Kaìserlich deutschen arch. In-
stituts, 1902, pag. 98.
 
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