488
MISCELLANEA
questo pingere essi animali. Se per vui possiamo alcuna
cosa siamo a li piaceri vostri parati.
« Mant. ultimo decembris 1460 ».
Non sappiamo se il Decembrio soddisfece il desi-
derio del principe, ma probabilmente no perchè al-
qualche altra ragione a noi ignota tolse di niente la
cosa al Gonzaga. Pare però che questi avesse già fatto
copiare l’opera del Decembrio facendo lasciare il mar-
gine inferiore molto alto in modo da poter contenere
le figure degli animali, e a questa copia che è quella
oggi nella Vaticana, solo al principio del xvr secolo
Fig. 3 — Roma. Biblioteca Vaticana, Cod. urb. lat. 276: Aquila, Ardea (c. 63 v.)
trimenti non si spiegherebbe come si fosse aspettato
tanto tempo per trovare il bono maestro che rico-
piasse i disegni da lui fatti eseguire ; o fors’ anche
Fig. 4 —■ Roma. Biblioteca Vaticana, Cod. urb. lat. 276
Sirena (c. 139 r.
si aggiunsero le miniature. Queste sono di meravigliosa
finezza, a cui purtroppo le nostre riproduzioni male
corrispondono.
Non v’è dubbio che al xvi secolo, e già avanzato,
appartengano le miniature che nella Biblioteca furono
attribuite da alcuni alla mano di Raffaello: che non
possano in alcun modo rimontare al 1460 anno della
composizione del codice, lo dimostrano ad evidenza
oltre la fattura, le poche figure umane, sirene, cen-
tauri, ecc., che vi sono rappresentate.
Dopo un’introduzione e alcune brevi notizie sulle
proprietà degli animali in generale seguono in ordine
alfabetico i nomina animaliurn terrestrium et quadru-
pedum, e a c. 7 r. comincia la descrizione dei singoli
animali, accompagnata dalla rappresentazione d’o-
gnuno di essi. Vedansi ad esempio le figure del mo-
losso e dell’unicorno, (fig. 1) eseguite con cura minu-
ziosa, smaglianti di colorito. A c. 46.2 son rappre-
sentati l’onocentauro e la sua femmina (fig. 2) i cui
volti non lasciano alcun dubbio sull’età delle minia-
ture. A c. 62 incipit (liber) secundus de volucrum na-
turis et formìs feliciter. In questa parte specialmente
il pittore ha raggiunto il massimo della grazia e della
eleganza. Gli uccelli non son disposti nei consueti at-
teggiamenti che hanno nelle illustrazioni dei trattati
MISCELLANEA
questo pingere essi animali. Se per vui possiamo alcuna
cosa siamo a li piaceri vostri parati.
« Mant. ultimo decembris 1460 ».
Non sappiamo se il Decembrio soddisfece il desi-
derio del principe, ma probabilmente no perchè al-
qualche altra ragione a noi ignota tolse di niente la
cosa al Gonzaga. Pare però che questi avesse già fatto
copiare l’opera del Decembrio facendo lasciare il mar-
gine inferiore molto alto in modo da poter contenere
le figure degli animali, e a questa copia che è quella
oggi nella Vaticana, solo al principio del xvr secolo
Fig. 3 — Roma. Biblioteca Vaticana, Cod. urb. lat. 276: Aquila, Ardea (c. 63 v.)
trimenti non si spiegherebbe come si fosse aspettato
tanto tempo per trovare il bono maestro che rico-
piasse i disegni da lui fatti eseguire ; o fors’ anche
Fig. 4 —■ Roma. Biblioteca Vaticana, Cod. urb. lat. 276
Sirena (c. 139 r.
si aggiunsero le miniature. Queste sono di meravigliosa
finezza, a cui purtroppo le nostre riproduzioni male
corrispondono.
Non v’è dubbio che al xvi secolo, e già avanzato,
appartengano le miniature che nella Biblioteca furono
attribuite da alcuni alla mano di Raffaello: che non
possano in alcun modo rimontare al 1460 anno della
composizione del codice, lo dimostrano ad evidenza
oltre la fattura, le poche figure umane, sirene, cen-
tauri, ecc., che vi sono rappresentate.
Dopo un’introduzione e alcune brevi notizie sulle
proprietà degli animali in generale seguono in ordine
alfabetico i nomina animaliurn terrestrium et quadru-
pedum, e a c. 7 r. comincia la descrizione dei singoli
animali, accompagnata dalla rappresentazione d’o-
gnuno di essi. Vedansi ad esempio le figure del mo-
losso e dell’unicorno, (fig. 1) eseguite con cura minu-
ziosa, smaglianti di colorito. A c. 46.2 son rappre-
sentati l’onocentauro e la sua femmina (fig. 2) i cui
volti non lasciano alcun dubbio sull’età delle minia-
ture. A c. 62 incipit (liber) secundus de volucrum na-
turis et formìs feliciter. In questa parte specialmente
il pittore ha raggiunto il massimo della grazia e della
eleganza. Gli uccelli non son disposti nei consueti at-
teggiamenti che hanno nelle illustrazioni dei trattati