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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 5
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0551

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CORRIERI

495

grigio-argentea del nostro ritratto, poco conforme in-
vece è la sua descrizione della fattura dei capelli con
quanto si vede nel ritratto stesso; insuperabile poi è
la difficoltà della sua cronologia, essendo impossibile
di ascrivere al Tiziano diciottenne, quel ritratto di stile
giorgionesco sviluppato, almeno quando si abbiano ad
accettare le opinioni dei biografici del pittore, com-

tore riesca prossimamente di stabilire la personalità
di quell’ interessante gentiluomo italiano, le cui fat-
tezze hanno una certa simiglianza con quelle di un
ritratto nella Pinacoteca di Monaco di Baviera, esposto
anni fa, coll’appellazione erronea di Pietro Aretino,
mentre nella tecnica il sedicente « Ariosto » ricorda in
diversi particolari un altro capo d'opera di Tiziano,

preso anche il più recente fra loro (Gronau, pag. 2,
1904), che vogliono il pittore nato fra il 1476 e il 1482.

Quanto alla firma «Titianus», dai più distinti co-
noscitori della tecnica ritenuta assolutamente auten-
tica, essa contrasta spiccatamente colla teoria finora
accettata che quella firma fosse distintiva dell’epoca
più avanzata del Cadorino cioè dal 1520 in poi. È pa-
lese dunque che codesto ritratto, ora sottomesso alla
critica del mondo intero, ci dà molto da pensare e ci
offre problemi diversi tanto per la storia del pittore,
quanto per quella della persona rappresentata. E noi
esprimiamo il desiderio, che a qualche serio ricerca-

li Cristo della Moneta di Dresda, da alcuni ascritto al
1508, da altri al 1514. In ogni caso VAriosto sarebbe
anteriore a codesti dipinti.

In quest’anno medesimo la Galleria fu arricchita
da diversi altri quadri di' maggiore o minore impor-
tanza. Cosi, per esempio, un interessante ritratto di
una signora vestita di nero con trina bianca, fu acqui-
stato presso lord Northampton, il quale nell’inverno
passato l’aveva prestato all’ esposizione di Burlington
House (fig. 2). In Galleria è ascritto a B. van der Helst
ed è collocato nella sala X, sotto il n. 1937. La qua-
lità mirabile del vestito nero sovrapposto al fondo
 
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