512
CORRIERI
Dal lato delle facciata le quattro corrispondenti
finestre, non ancora discoperte, sono in parte conser-
vate intatte entro le costruzioni che servono ad uso
del vescovado.
Il salone nel quale ci troviamo non dovette servire
che di atrio alle stanze papali, la cui magnificenza
esso ci lascia bene congetturare. Ora gli appartamenti
vescovili occupano, deformandolo, l’antico edificio; nè
menti per risolvere se il loggiato fosse scoperto o co-
perto da un tetto) non ci pare da desiderare.
Più urgente è la risposta al problema del primitivo
coronamento del palazzo, poiché non solo il tetto at-
tuale non è l’antico, ma appare evidente come le
pareti dell’aula d’ingresso siano state rialzate. Os-
servandole dal lato rivolto alla valle, pare di scorgervi
la traccia di un coronamento di merlature, e questo
Viterbo, Palazzo e loggia papale
(Fotografia del Ministero della pubblica istruzione)
questo forse potrà trial più essere restituito per intero
alla sua prima forma. In taluna parte, al di sopra dei
moderni soffitti che dimezzano le alte antiche aule del
palazzo restano importanti tracce delle antiche decora-
zioni dipinte.
Dal salone una porta, di certo non originaria, dà
adito alla loggia. Ivi sorge nel bel mezzo una fontana a
doppio bacino con P impresa dei della Rovere ; a destra,
le arcate sono ornate di stemmi simili a quelli che le
decorano sulla facciata ; a sinistra, donde l’occhio spazia
sulla valle, non esiste più che un parapetto, ma le basi di
colonne ageminate, ritrovate sulla loggia e rispondenti
interamente per profili e per dimensioni a quelle del
colonnato di destra, mostrano chiaramente che ivi pure
sorgeva una simile serie di archi. Con la sua doppia
arcata la loggia doveva in origine mostrarsi ben più
sontuosa di quello che ora non sia, ma uri restauro
delle parti cadute (e specialmente iti mancanza di ele-
sarebbe da restituire qualora un esame accurato ne
comprovasse veramente Resistenza primitiva.
* * *
Se il restauro del palazzo papale sarà proseguito,
Viterbo riavrà il più bel saggio di quella sua archi-
tettura civile medioevale che là reride attraente fra
tutte le città. Ma, ahimè già non mancano nemmeno a
Viterbo le note discordanti che sembrano volute da
uno spirito maligno, per turbare l’illusione che le biz-
zarre fontane, le antiche chiese, le melanconiche strade
della città, formano all’animo dello studioso e dell’arti-
sta ! Così, a chi s’inoltra pel quartiere del Pellegrino, nel
momento in cui l’allucinazione dell’antico, d’emozione
in emozione, si è fatta più viva, sotto gli archivolti e
fra le torri degli Alessandri,.d’improvviso sorge di-
nanzi a disperdere ogni evocazione, la falsa e sceno-
grafica rinnovata facciata della chiesa di San Pelle-
grino !
CORRIERI
Dal lato delle facciata le quattro corrispondenti
finestre, non ancora discoperte, sono in parte conser-
vate intatte entro le costruzioni che servono ad uso
del vescovado.
Il salone nel quale ci troviamo non dovette servire
che di atrio alle stanze papali, la cui magnificenza
esso ci lascia bene congetturare. Ora gli appartamenti
vescovili occupano, deformandolo, l’antico edificio; nè
menti per risolvere se il loggiato fosse scoperto o co-
perto da un tetto) non ci pare da desiderare.
Più urgente è la risposta al problema del primitivo
coronamento del palazzo, poiché non solo il tetto at-
tuale non è l’antico, ma appare evidente come le
pareti dell’aula d’ingresso siano state rialzate. Os-
servandole dal lato rivolto alla valle, pare di scorgervi
la traccia di un coronamento di merlature, e questo
Viterbo, Palazzo e loggia papale
(Fotografia del Ministero della pubblica istruzione)
questo forse potrà trial più essere restituito per intero
alla sua prima forma. In taluna parte, al di sopra dei
moderni soffitti che dimezzano le alte antiche aule del
palazzo restano importanti tracce delle antiche decora-
zioni dipinte.
Dal salone una porta, di certo non originaria, dà
adito alla loggia. Ivi sorge nel bel mezzo una fontana a
doppio bacino con P impresa dei della Rovere ; a destra,
le arcate sono ornate di stemmi simili a quelli che le
decorano sulla facciata ; a sinistra, donde l’occhio spazia
sulla valle, non esiste più che un parapetto, ma le basi di
colonne ageminate, ritrovate sulla loggia e rispondenti
interamente per profili e per dimensioni a quelle del
colonnato di destra, mostrano chiaramente che ivi pure
sorgeva una simile serie di archi. Con la sua doppia
arcata la loggia doveva in origine mostrarsi ben più
sontuosa di quello che ora non sia, ma uri restauro
delle parti cadute (e specialmente iti mancanza di ele-
sarebbe da restituire qualora un esame accurato ne
comprovasse veramente Resistenza primitiva.
* * *
Se il restauro del palazzo papale sarà proseguito,
Viterbo riavrà il più bel saggio di quella sua archi-
tettura civile medioevale che là reride attraente fra
tutte le città. Ma, ahimè già non mancano nemmeno a
Viterbo le note discordanti che sembrano volute da
uno spirito maligno, per turbare l’illusione che le biz-
zarre fontane, le antiche chiese, le melanconiche strade
della città, formano all’animo dello studioso e dell’arti-
sta ! Così, a chi s’inoltra pel quartiere del Pellegrino, nel
momento in cui l’allucinazione dell’antico, d’emozione
in emozione, si è fatta più viva, sotto gli archivolti e
fra le torri degli Alessandri,.d’improvviso sorge di-
nanzi a disperdere ogni evocazione, la falsa e sceno-
grafica rinnovata facciata della chiesa di San Pelle-
grino !