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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 5
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0580

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BIBLIOGRAFIA

52i

un’arte che fiorì durante un mezzo secolo e che non
ebbe domani.

Fuori della Provenza noi troviamo nella vallata
della Garonna una scultura che sa poco di antichità
romana e che prende come punto di partenza le forme
bizantine, forme che conosce attraverso avori e ma-
noscritti. È un’arte meno calma, meno nobile, ma più
espressiva ; e si presta meglio a dire delle grandi scene
del Giudizio utiiversale che diventano in questo mo-
mento il motivo favorito degli scultori e che ornano
la facciata di tutte le grandi cattedrali. I capolavori

di quest’arte sono i timpani di Moissac, di Beaulieu,
di Conques e di Cahors.

Dallo stesso spirito, con semplici varianti di forma,
è concepita l’arte della Borgogna che crea i capolavori
d’Autun e di Vezelay.

Ma tutte le scuole provinciali, più importanti come
di Linguadoca e della Borgogna, o secondarie come
dell’Alvernia e di Charentes, dovevano vedere il loro
sviluppo ostacolato causa il gran predominio che stava
per prendere l’arte dell’Isle de France, corrispondente
allo sviluppo dell’autorità reale.

Il punto di partenza dell’arte nuova è il portale
occidentale della cattedrale di Chartres (metà xn se-
colo) dove noi troviamo già in germe tutte le qualità
che saranno per molti secoli la caratteristica dell’arte
francese: studio sincero della natura, ricerca della bel-
lezza e della ricchezza decorativa, ma sopratutto po-
tenza espressiva, atta a rendere egualmente le idee più
nobili e più forti nel secolo xm; oppure le idee più

graziose e più gentili che predomineranno a partire
dal secolo xiv.

A Chartres vediamo all’apogeo quest’arte di cui
l’Italia settentrionale offre numerosi esempi. A Char-
tres, come a Verona ed a Ferrara, vediamo i perso-
naggi strettamente uniti alle forme architettoniche. Ma
a Chartres occorre notare il nuovo partito che cerca
l’unità della facciata nell’avvicinamento delle porte e
che servi meravigliosamente a far contribuire la scultura
ai suoi fini. È lo stesso sistema che vedremo adot-
tato più tardi dagli architetti del duomo di Siena.

Questo movimento creato a Chartres prende in
pochi anni una prodigiosa spinta, e gli edilizi diven-
gono cosi numerosi che sembra impossibile di citarli
tutti. Nel vedere i monumenti costruiti, le statue scoi-,
pite in un secolo, sembra che la Francia possa para-
gonarsi a quei popoli dell’India e dell’Egitto che im-
piegavano operai a migliaia per costruire i loro templi
e mausolei giganteschi.

Alla fine del sec. xu noi possiamo notare un primo
gruppo di sculture che unisce il portale di Chartres e la
porta della Vergine nella Cattedrale di Parigi. Il capo-
lavoro di questo periodo era la scultura di Saint Denis,
oggi quasi tutta distrutta, ma restano ancora altri
esempi ammirevoli di questo periodo al Mans, a Pro-
vins, a Senslis e alle due porte laterali della Catte-
drale di Chartres.1

1 Credo che non s’abbia a confondere queste porte laterali con
i portici che le precedono. I due portici datano della metà del se-
colo xm e rappresentano l’arte francese nel suo punto culminante ;

Bacio di Giuda (sec. xm). Parigi, Museo del Louvre
(dall’antica tribuna della cattedrale di Bourges)

L'Arte. VII, 67.
 
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