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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: L' arte del Correggio
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0054

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ADOLFO VENTURI

rosseggiatiti, dei tipi e delle forme, con la freddezza accademica della composizione.-
Ma nella Camera di San Paolo un elemento nuovo è penetrato nell'arte del pittore. Le
forme dei putti che erompono fuor dagli oculi (fig. 6-10) sull'azzurro uguale del cielo, tra
il verde fiorito di bianchi gelsomini, mostrano evidente, nella gigantesca struttura cor-
porea, come nello studio di movimenti erculei, di torsione, l'influsso di Michelangelo: un
richiamo ai putti della cappella Sistina. Nello sforzo di creare energie insolite e costruire

forme plastiche colossali, la
struttura si altera: lo sche-
ma architettonico delle fi-
gure michelangiolesche non
penetra in quelle masse mol-
leggiatiti di carne, che solo
deformandosi possono sfug-
gire alla curva. Quando il
Correggio plasma il suo tipo
di fanciullo su quello del-
l'Urbinate perde l'espres-
sione della propria sensibi-
lità, la trasparenza, la te-
nerezza estrema delle carni :
i putti dell'ancona del San
Francesco a Dresda, della
Madonna del Castello di Mi-
lano , creature dell' ombra
diafana e luminosa, dell'aria
che circola nello spazio, tre-
manti, incerti nei moti, fra-
gili e vaporosi, si mutano
nel fanciullo robusto del Ri-
poso in Egitto a Firenze, con
gli occhi neri vivi e la fred-
dezza accademica del gesto,
le proporzioni calcate su
quelle dei putti che portano
l'Eterno, nella Visione di
Ezechiele, tra le nubi. Ma
l'arte di Michelangelo abba-
Fig. ir — Correggio: Cupola (da copia del Toschi) glia lo Sguardo del pittore:

Parma, Duomo - (Fot. Anderson) la sua {orma puramente pit-

torica, tessuta di diafani veli,

viene a trovarsi in dissidio con la massa architettonica salda grandiosa del Buonarroti,
il moto leggero alato con il moto violento che esprime la lotta dell'energia vitale
contro il peso della massa inerte.

Braccia grasse e tozze si attaccano a spalle rettangolari, enormi, deformi; petti e
dorsi si agglobano; angoli e curve si succedono senza trapassi, la linea ondulata toglie sal-
dezza alle masse carnose. E i movimenti di torsione, violenti, finiscono sempre in serpen-
tini intrecci di membra, nei facili leggieri nodi del Correggio. Senza le gioiose luci soleggiate,
la malizia degli occhi lampeggianti, il flammeo movimento dei capelli, le tinte avvam-
panti trasparenti, i putti della Camera di San Paolo stonerebbero troppo vivamente con
la festosa decorazione mantegnesca e con la sobria raffinata eleganza delle lunette.

L'arte di Michelangelo, negazione di luce e di colore, creatrice d'energie di vita erom-
penti da corpi di atleta, basata su concetti di peso e di massa, non poteva fondersi con
 
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