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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 2
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Muñoz, Antonio: Studi sul Bernini
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0157

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STUDI SUL BERNINI

ni

Gio. Lorenzo Bernini in molte ocorrenze fu sì adoperato, che nel marmo spratticandosi operò
anche da se medesimo ».

Nel deposito della contessa Matilde in S. Pietro (1635), fece, secondo s'accordano
il Baglione ed il T'iti, il bassorilievo del sarcofago con la storia di Canossa, con figure
eccessivamente allungate, e distribuzione poco felice.

« Sopra il Campidoglio dentro la Chiesa d'Ara Coeli, ove sono Padri Zoccolanti di
S. Francesco su la porta grande di dentro, per V iscrittione di D. Carlo Barberini, già fra-
tello di N. S. Urbano Vili scolpì in marmo la statila della santa Chiesa »; questa notizia
del Baglione, degnissima di fede, perchè del 1642, è confermata dal Titi: « La statua
di S. Chiesa scolpita in marmo sopr'alla porta principale per di dentro alla Chiesa con
l'iscrittione di D. Carlo Barberini è opera del Speranza ».'

È strano che tanto il Baglione che il Titi parlino di una sola statua, quella della
Chiesa, mentre la targa ne porta due; e sicuramente le due figure sono dello stesso artista:
è da ritenere che il Titi abbia copiato dal Baglione.

In ogni modo è certo che già nel 1630 il Bernini, eletto Sopraintendente della fabbrica
di S. Pietro, e sovraccarico di commissioni, lasciava ai suoi discepoli e collaboratori l'ese-
cuzione di molte opere di cui si limitava a fornire i disegni.

Stefano Speranza che, come mostra la targa d'Aracoeli, era uno dei discepoli più
vicini all'arte del maestro, poco potè operare in seguito, perchè mentre preparavasi a
fare altri lavori per la basilica Vaticana la morte lo colse.

LA CASA DEL BERNINI E I SUOI DIPINTI.

Chiudo questi miei studi sul Bernini illustrando due dipinti che rappresentano due
gloriosi episodi della vita dell'artista e che hanno per noi uno speciale interesse, come tutto
ciò che si riferisce alla biografia del grande maestro.

Come è noto, il Bernini abitò negli ultimi anni della sua vita nel palazzo di sua pro-
prietà in via della Mercede: questo palazzo si crede quello che ha il prospetto sulla piaz-
zetta di S. Andrea delle Fratte, e fa angolo con via di Propaganda, e in esso fu murata
nel 1898 la modesta lapide commemorativa, le cui linee sono imitate da quelle del mo-
numentino del vescovo Santoni, la prima opera del Bernini, che è nella chiesa di S. Prassede.

Quel palazzo è stato ricostruito in epoca assai recente, e per errore esso viene desi-
gnato come dimora del nostro artista, il quale abitò invece nell'edificio attiguo, verso piazza
S. Silvestro, al numero civico 11; ivi presso era il vicolo detto appunto dei Bernini. In-
fatti al primo piano di questo palazzo2 in una sala o galleria di forma rettangolare, si con-
servano due dipinti ritraenti due episodi della vita del Bernini, che qui si pubblicano per
la prima volta.3 Sono due lunette dipinte ad olio sul muro, a chiaroscuro, sull'alto dei lati
minori della galleria rettangolare, che fu tramezzata in epoca posteriore; in una è rappre-
sentata la visita del papa Urbano Vili alla casa del Bernini, nell'altra un episodio del
viaggio del maestro a Parigi. Nel primo dipinto è rappresentato come fondo il palazzo
stesso di via della Mercede, del Bernini; nel centro il grande portone con arco ornato di
bugne, e ai lati finestre con mostre marmoree, chiuse da inferriate. Avanti al portone è
inginocchiato l'artista, che porta sul mantello bene in evidenza la croce di Cavaliere di
Cristo, e dietro a lui è pure inginocchiato un giovane, certo il figlio Paolo, che lavorava
allo studio del padre, mentre più lontano sono altri discepoli in piedi e in ginocchio.

1 Edizione 1675, pag. 121.

2 II palazzo appartiene ora alle suore francesi
dell'Ordine delle Dames de Sion. Nel palazzo abitò
anche Walter Scott, come ricorda una lapide posta
sulla facciata.

3 I due dipinti furono visti da G. Piancastelli,
già direttore della Galleria Borghese, e appassio-
nato ricercatore di memorie berniniane, e da lui
indicati a Corrado Ricci, che cortesemente mi in-
formò della interessante notizia.
 
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