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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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Muñoz, Antonio: La scultura barocca e l'antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0194

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ANTONIO MUNOZ

che il Padre non vedendolo per giorni intieri, nè pure domandava di che ne fosse, certo
già della dimora di lui nello Studio di S. Pietro, dove, al dir del Figliuolo, stavan di
Casa- le sue Innamorate, intendendo delle Statue che vi erano. Quali poi fossero li suoi
Studii, dobbiamo raccoglierlo da ciò, che esso diceva nella sua maggiore età, quando
cominciò a provarne gl'effetti. Dunque le sue più attente applicazioni furono per lo più
sopra quelle due singolarissime Statue l'Antinoo, e l'Apollo, quegli miracoloso nel di-
segno, questi nel lavoro, et era solito dire, che ambedue queste qualità erano più per-
fettamente ancora ristrette nel famoso Laocoonte, opera di Artemidoro Agesandro
e Polidoro Rhodiotti, di così ben regolata, et isquisita maniera, che forse volle la fama
attribuirle tre Artefici, per giudicarla troppo superiore ad un solo».'

Alcune di queste notizie che Domenico Bernini ci dà nella sua biografia del padre,
pubblicata nel 1713, cioè trentatrè anni dopo la morte del maestro, attendibili in quanto
possono derivare da discorsi uditi in famiglia, e dalla bocca stessa di Gianlorenzo, sono
confermate da quella preziosissima fonte (finora poco sfruttata) che è il Giornale
di viaggio del Bernini in Francia (1665) composto dal Visconte di Chantelou, il genti-
luomo francese dato da Luigi XIV per compagnia al grande artista, che non abban-
donò mai per tutto il tempo della sua dimora a Parigi. Nel Giornale,2 in cui sono ri-
portati i discorsi che il Bernini teneva con coloro che andavano a fargli visita, fre-
quentissimo è il ricordo di statue antiche, e particolarmente interessanti sono i giudizi
che intorno ad esse in varie occasioni pronunziò il maestro. Un giorno il nunzio pon-
tificio a Parigi, Mgr. Carlo Roberti, domandò al Cavalier Bernino quale tra le statue an-
tiche egli apprezzasse di più. « Il a dit que c'était le Pasquin et qu'un cardinal lui ayant
un jour fait la mème demande, il lui avait répondu la mème chose, ce qu'il avait pris
pour une raillerie qu'il faisait de lui et s'en était fàché; qu'il fallait bien qu'il n'eùt pas
lu ce qu'on en avait écrit, et que le Pasquin était une figure de Phidias ou de Praxitèle
et représentait le serviteur d'Alexandre, le soutenant quand il recut un coup de fiòche
au siège de Tyr; qu'à la vérité, mutilée et ruinée comme est cette figure, le reste de
beauté qui y est n'est connu que des savants dans le dessin. Le Cavalier a nommé

1 Vita del cavalier G. L. Bernino, descritta da 2 Journal du voyage du cavalier Bernin en
Domenico Bernino suo figlio. Roma, 1713, pa- France, par M. de Chantelou, publié par L. La-
gine 12. lanne, Paris, Gazette. des Beaux-Arts, 1885.

Fig. 20 — Disegno dell'Algardi.

Parigi, Gabinetto del Louvre.
 
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