DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:Montalto, Lina: Il passaggio di Mattia Preti a Napoli, [1]
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LINA MONTALTO
Seguendo poi dalle ginocchia in giù il deterioramento della tela dovuto allo strisciare
dei candelabri, ci accorgiamo del modo come fu preparato il lavoro: contrapponendo
sulla tinta neutra di terra d'ombra del fondo, masse di chiaroscuro che l'artista andava
digrossando al giuoco della luce, come da marmo lo scalpello di scultore.
Se è vero — e perchè non dovrebbe essere vero? — che la tela piacesse tanto ai
suoi dì, ci spiegheremo come il Preti la ripetesse con lievi modificazioni nell'altra gran tela
della collezione Ferrara.
Tutto, infatti, è in questa più studiato: il sasso, il tronco nero nell'ombra, le armi
luccicanti e le vesti in un angolo della tela. Unica nota di colore il rosso di queste vesti
Fig. 12 — Mattia Preti : Gesù Crocefisso. Napoli, Collezione Proto d'Albaneta.
(Fot. del prof. Moroncini).
abbandonate e del manto di un sagittario che, lontano, si dispone a colpire il corpo vi-
goroso e leggiadro del santo non ancora entrato in agonia. Stretti i polsi al tronco da lucenti
manette, accostati da funi i piedi alla roccia, il bel corpo s'abbandona con movimento
d'altalena mettendo in mostra i forti ginocchi, arrovesciando nell'arco delle braccia la
magnifica testa soffusa d'ombra, mentre il sangue che ne accende soavemente la pallida
bianchezza, affluendo nello sforzo ai ginocchi, ai piedi avvinti, riscalda nell'ombra il viso:
in quell'ombra trasparente entro cui vivono le forme e che, baciando i fianchi e la schiena
del giovane, appare in questa tela non guasta da riverniciature a mostrar quale fosse la
suggestiva potenza del chiaroscuro di Mattia Preti.
Quasi la medesima disposizione della figura in una tela del Museo Nazionale. In essa
è il Precursore (hi*, n) che emerge dallo sfondo grigiolino in cui pur s'apre un cielo scialbo
mentre all'ombra di una rupe il Battista siede nello sforzato atteggiamento di un'ac-
LINA MONTALTO
Seguendo poi dalle ginocchia in giù il deterioramento della tela dovuto allo strisciare
dei candelabri, ci accorgiamo del modo come fu preparato il lavoro: contrapponendo
sulla tinta neutra di terra d'ombra del fondo, masse di chiaroscuro che l'artista andava
digrossando al giuoco della luce, come da marmo lo scalpello di scultore.
Se è vero — e perchè non dovrebbe essere vero? — che la tela piacesse tanto ai
suoi dì, ci spiegheremo come il Preti la ripetesse con lievi modificazioni nell'altra gran tela
della collezione Ferrara.
Tutto, infatti, è in questa più studiato: il sasso, il tronco nero nell'ombra, le armi
luccicanti e le vesti in un angolo della tela. Unica nota di colore il rosso di queste vesti
Fig. 12 — Mattia Preti : Gesù Crocefisso. Napoli, Collezione Proto d'Albaneta.
(Fot. del prof. Moroncini).
abbandonate e del manto di un sagittario che, lontano, si dispone a colpire il corpo vi-
goroso e leggiadro del santo non ancora entrato in agonia. Stretti i polsi al tronco da lucenti
manette, accostati da funi i piedi alla roccia, il bel corpo s'abbandona con movimento
d'altalena mettendo in mostra i forti ginocchi, arrovesciando nell'arco delle braccia la
magnifica testa soffusa d'ombra, mentre il sangue che ne accende soavemente la pallida
bianchezza, affluendo nello sforzo ai ginocchi, ai piedi avvinti, riscalda nell'ombra il viso:
in quell'ombra trasparente entro cui vivono le forme e che, baciando i fianchi e la schiena
del giovane, appare in questa tela non guasta da riverniciature a mostrar quale fosse la
suggestiva potenza del chiaroscuro di Mattia Preti.
Quasi la medesima disposizione della figura in una tela del Museo Nazionale. In essa
è il Precursore (hi*, n) che emerge dallo sfondo grigiolino in cui pur s'apre un cielo scialbo
mentre all'ombra di una rupe il Battista siede nello sforzato atteggiamento di un'ac-