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EMILIO LA VAGNINO
ed il campanile della chiesa omonima che sorge a
fianco dell'ospedale. « Rifece similmente la fabbrica
di Santo spirito in Sassia la quale era l'anno 1471
arsa quasi tutta da fondamenti ». 1
* * *
L'originaria fisonomia dell'ospedale di Santo Spi-
rito era ben diversa dall'attuale; rifacimenti e re-
stauri hanno turbato all'esterno la linea strutturale
Kig. 2. — Roma, Ospedale di S. Spirito: Il fianco.
dell'edificio che nel 1745 circa, sotto Benedetto X E V,
non solo ebbe accecati gli archi d'un porticato che
lo fiancheggiava lungo la via, ove ancora attual-
mente s'apre 1' ingresso dell'ospedale, ma al di
sopra di tale portico ebbe elevato un nuovo piano
di costruzione, così eli'oggi dalla strada non è quasi
possibile scorgere le finestre che s'aprono lungo
tutta la fronte (fig. 2).
L'antico edificio sorse, dopo l'incendio del 1471,
per volontà del papa e per Opera di Baccio, dalle
fondamenta, come dice il Vasari e come viene con-
fermato dalla iscrizione che leggesi nell'architrave
di ciascuna finestra: Sixtus HIT fundavit. L'ospe-
dale constava di una cappella a torre ottagonale
da cui si dipartivano due ali di costruzione adibite
per corsie (fig. 3). Sul lato della strada, le due ali,
come anche la cappella centrale, erano precedute
da un porticato. Sotto Benedetto XIV l'ospedale
fu ingrandito e smarrì la sua fisonomia. Solo in
seguito ai lavori fatti intorno all'edificio durante
questi ultimi anni, a causa la costruzione del grande
muro che argina il corso del Tevere, è tornata alla
luce una parte della fabbrica all'estremità dell'ala
sinistra.
Appunto in questa estremità riconosciamo la
mano del Pontelli, che, qualche anno dopo, ripeteva
1 Vasaki, Op. cit.
10 stesso schema costruttivo usato in questo edificio
romano per la chiesetta ostiense.
Qui, come ad Ostia, delle lesene dividono lafronte
in tre specchi e sostengono l'architrave sormontato
da un timpano. Ma nell'Ospedale di Santo Spirito
11 connubio del cotto con il travertino usato dal
Pontelli nella chiesetta di Sant'Aurea, reminiscenza
del palazzo urbinate, non appare. In tale chiesetta
v'è una nuova ricerca di eleganza nelle lesene sti-
rate, negli specchi lisci, nei capitelli tagliati con
ogni impegno mentre, in Santo Spirito, ove il mat-
tone col suo bel colore caldo segna sporgenze e rien-
tranze di lesene capitelli e cornici, tutto ci appare
più rude, più massiccio, meno curato, ma più spon-
taneo. Nella costruzione romana non si riscontra
quest'effetto discordante che abbiamo potuto no-
tare nella chiesetta d'Ostia, frutto della contami-
nazione di forme proprie a Francesco di Giorgio
con altre ritardatarie del fiorentino: basta infatti
osservare come le due finestre rettangolari, che
si inquadrano negli specchi della piccola facciata
all'estremità del braccio sinistro dell'Ospedale,
molto meglio rispondano al carattere dell'edificio
che non le altre di Sant'Aurea, le quali, col loro
improvviso zampillo di curve, turbano la lineare
euritmia della costruzione.
Ancora, lungo il fianco che dà sulla via di Santo
Spirito, al di sopra dell'originario porticato, ap-
paiono le forme notate all'estremità dell'ala si-
nistra: lesene in mattoni, sormontate da capitelli
Fig. 3. — Roma, Ospedale di S. Spirito: Il fianco.
d'ordine toscano, dividono la parete in zone ret-
tangolari, sostenendo l'architrave su cui poggia
il tetto a capriata. In queste zone s'aprono le
finestre con lo stemma dei Della Rovere e l'iscri-
zione a bei caratteri lapidari posta a rammentare
il nome del pontefice fondatore (fig. 4); tali fine-
stre sono identiche alle altre della piccola facciata
dell'ala sinistra e ci riconducono per le loro moda-
nature e proporzioni a quelle che appaiono nel
cortile della rocca ostiense.
EMILIO LA VAGNINO
ed il campanile della chiesa omonima che sorge a
fianco dell'ospedale. « Rifece similmente la fabbrica
di Santo spirito in Sassia la quale era l'anno 1471
arsa quasi tutta da fondamenti ». 1
* * *
L'originaria fisonomia dell'ospedale di Santo Spi-
rito era ben diversa dall'attuale; rifacimenti e re-
stauri hanno turbato all'esterno la linea strutturale
Kig. 2. — Roma, Ospedale di S. Spirito: Il fianco.
dell'edificio che nel 1745 circa, sotto Benedetto X E V,
non solo ebbe accecati gli archi d'un porticato che
lo fiancheggiava lungo la via, ove ancora attual-
mente s'apre 1' ingresso dell'ospedale, ma al di
sopra di tale portico ebbe elevato un nuovo piano
di costruzione, così eli'oggi dalla strada non è quasi
possibile scorgere le finestre che s'aprono lungo
tutta la fronte (fig. 2).
L'antico edificio sorse, dopo l'incendio del 1471,
per volontà del papa e per Opera di Baccio, dalle
fondamenta, come dice il Vasari e come viene con-
fermato dalla iscrizione che leggesi nell'architrave
di ciascuna finestra: Sixtus HIT fundavit. L'ospe-
dale constava di una cappella a torre ottagonale
da cui si dipartivano due ali di costruzione adibite
per corsie (fig. 3). Sul lato della strada, le due ali,
come anche la cappella centrale, erano precedute
da un porticato. Sotto Benedetto XIV l'ospedale
fu ingrandito e smarrì la sua fisonomia. Solo in
seguito ai lavori fatti intorno all'edificio durante
questi ultimi anni, a causa la costruzione del grande
muro che argina il corso del Tevere, è tornata alla
luce una parte della fabbrica all'estremità dell'ala
sinistra.
Appunto in questa estremità riconosciamo la
mano del Pontelli, che, qualche anno dopo, ripeteva
1 Vasaki, Op. cit.
10 stesso schema costruttivo usato in questo edificio
romano per la chiesetta ostiense.
Qui, come ad Ostia, delle lesene dividono lafronte
in tre specchi e sostengono l'architrave sormontato
da un timpano. Ma nell'Ospedale di Santo Spirito
11 connubio del cotto con il travertino usato dal
Pontelli nella chiesetta di Sant'Aurea, reminiscenza
del palazzo urbinate, non appare. In tale chiesetta
v'è una nuova ricerca di eleganza nelle lesene sti-
rate, negli specchi lisci, nei capitelli tagliati con
ogni impegno mentre, in Santo Spirito, ove il mat-
tone col suo bel colore caldo segna sporgenze e rien-
tranze di lesene capitelli e cornici, tutto ci appare
più rude, più massiccio, meno curato, ma più spon-
taneo. Nella costruzione romana non si riscontra
quest'effetto discordante che abbiamo potuto no-
tare nella chiesetta d'Ostia, frutto della contami-
nazione di forme proprie a Francesco di Giorgio
con altre ritardatarie del fiorentino: basta infatti
osservare come le due finestre rettangolari, che
si inquadrano negli specchi della piccola facciata
all'estremità del braccio sinistro dell'Ospedale,
molto meglio rispondano al carattere dell'edificio
che non le altre di Sant'Aurea, le quali, col loro
improvviso zampillo di curve, turbano la lineare
euritmia della costruzione.
Ancora, lungo il fianco che dà sulla via di Santo
Spirito, al di sopra dell'originario porticato, ap-
paiono le forme notate all'estremità dell'ala si-
nistra: lesene in mattoni, sormontate da capitelli
Fig. 3. — Roma, Ospedale di S. Spirito: Il fianco.
d'ordine toscano, dividono la parete in zone ret-
tangolari, sostenendo l'architrave su cui poggia
il tetto a capriata. In queste zone s'aprono le
finestre con lo stemma dei Della Rovere e l'iscri-
zione a bei caratteri lapidari posta a rammentare
il nome del pontefice fondatore (fig. 4); tali fine-
stre sono identiche alle altre della piccola facciata
dell'ala sinistra e ci riconducono per le loro moda-
nature e proporzioni a quelle che appaiono nel
cortile della rocca ostiense.