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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 2
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Moschini, Vittorio: Giaquinto artista rappresentativo della pittura barocca tarda a Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0136

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110

VITTORIO M0SCHIN1

cola che fa miracolosamente scaturire una sorgente
d'acqua; negli sguanci delle finestre laterali, di-
pinti a monocromato, figure di ignudi, tondi e
l'estoni; nelle altre parti del soffitto gruppi di put-
tini, ai lati della finestra che dà sulla facciata un
angelo che libera dalle catene uno schiavo e una
figura di prigione dietro il quale appare una donna.

Per quanto tutto ci riporti al Giaquinto, non
possiamo credere che egli non si sia valso di aiuti,
tanto v'è di faticoso e di superficiale in gran parte
di queste pitture, tanto esse sono pesanti di colore.

ricordano non poco talune della cupola, ma in
questa (per quanto ora mal si possa giudicare
dato il suo cattivo stato di conservazione) v'è ben
altra freschezza di colore, sapienza nell'intonare,
Nella parte della cupola volta verso l'ingresso
della chiesa (fig. 2), vediamo raffigurato sulle nuvole
l'Eterno con alla sua destra Cristo, al quale la
Vergine, più in basso, presenta S. Nicola. Tutto
intorno si dispongono santi e sante sulla fascia
circolare delle nuvole, proprio come nella cupola
di Pietro da Cortona alla Chiesa Nuova. Ma non

Fig. 2. — C. Giaquinto: 6". Nicola assunto. Roma, S. Nicola dei Lorenesi.
(Fot. Gab. Fot. Ministero Istruzione).

Nella scena del miracolo la composizione è solo in questa disposizione, ormai divenuta con-
faticosa e impacciata, specie in quel gruppo, a sueta, e nelle fisionomie dei personaggi, si mani-
sinistra, di persone che assistono allo scaturire festa qui una derivazione della maniera del Gia-
della sorgente, l'una a ridosso dell'altra; e lo stesso quinto da quella del Cortona, ma anche proprio
si può dire del gruppo del santo (figura assai de- nel senso con cui sono dipinte le figure, nello splen-
bole) e dei suoi assistenti, come dello sfondo sii- dorè della serica epidermide del petto ignudo di
vestre dal quale sbuca fuori una goffa divinità Cristo, come nella morbidezza dei panneggi che
boschereccia. Anche i monocromati, eccettuati vestono l'Eterno e tanti santi all'intorno. Nè si
quei bei tondi negli sguanci delle finestre e gli può trattare solo di una derivazione per il tramite
ignudi che li fiancheggiano, mostrano chiaramente giordanesco; i riscontri sono tali che non si può
la collaborazione di aiuti. Notiamo invece con non pensare ad una diretta derivazione. Del resto
quanta pienezza sono dipinti quei gruppi nella il Giaquinto, perla sua origine, era certo ben di-
parete interna della facciata della chiesa (ai lati sposto a sentire l'arte del Cortona. Direi che si
della finestra), con quanta saporosità di tinte e tratta di un nipote che si volge agli insegnamenti
plastica ricchezza. dell'avo del quale ha sentito mirabilia nelle pre-
fi ben vero che talune figure della scena del mi- diche del padre e dello zio.
racolo non possono non riportarsi a un Giaquinto In un ovato, nella volta sull'altar maggiore di
ancora non giunto alla sua pienezza artistica e S. Nicola dei Lorenesi, il Giaquinto dipinse le virtù
 
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